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Viaggio tra i canali veneziani tra Christie e Poe

di Alessia Consigli*
  Assassinio a Venezia
Data di pubblicazione su web 21/10/2023  

A sei anni dall’uscita di Assassinio sull’Orient Express (2017) e a un anno da Assassinio sul Nilo (2022), Kenneth Branagh ritorna nei panni di Hercule Poirot, uno dei detective più famosi del mondo. Con Assassinio a Venezia (2023), Branagh (anche regista della pellicola) porta sul grande schermo un adattamento inedito del romanzo Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie.

Una scena del film

Nella Venezia del dopoguerra, un Hercule Poirot insolito si tiene alla larga da omicidi e misteri. L’unica persona a cui rivolge la parola è la sua guardia del corpo (Riccardo Scamarcio, il cui ruolo nel corso del film, malgrado le rare battute, assume un grande rilievo). Nonostante l’esorbitante quantità di casi da investigare, Poirot non si lascia convincere a scrollarsi dalla sua tranquillità. Almeno fino alla visita di una sua vecchia amica, la scrittrice di gialli Ariadne Oliver (Tina Fey). Con l’aiuto del detective, la donna spera di smascherare i trucchi della famosa medium Joyce Reynolds (Michelle Yeoh). A quel punto Poirot cede alla curiosità e accompagna Ariadne a una festa di Halloween, che si tiene in un palazzo appartenente alla cantante lirica Rowena Drake (Kelly Reilly). La donna ha richiesto una seduta spiritica alla famosa medium sperando di poter comunicare con la figlia defunta. Se durante la seduta l’investigatore smaschera in pochi minuti i trucchi della medium, tuttavia, nel corso del film, accadono alcuni fatti misteriosi che neanche lui è in grado di spiegare.

Una scena del film

Branagh sfrutta a pieno la poca notorietà del racconto della Christie, donando al plot una nuova identità. L’aggiunta di jump scares e l’ambientazione paragonabile a quella di un racconto di Edgar Allan Poe uniscono il giallo al genere horror in un felice connubio. Il film non manca, tuttavia, di alcune pecche. Il montaggio non è proprio perfetto e questo crea interruzioni improvvise che distolgono l’attenzione dal racconto. Inoltre, il finale è talmente scontato che quasi non ci si aspetta, il che potrebbe anche andare bene. Tuttavia, lascia un po’ di amaro in bocca, soprattutto agli appassionati di Agatha Christie, i cui finali sono tutto tranne che prevedibili. In ogni caso, il film riesce a mantenere alta la curiosità per tutta la sua durata. 

L’atmosfera gotica delle leggende urbane di cui è intriso il palazzo veneziano, le improvvise apparizioni di fantasmi per niente scontate, la fotografia che mette in contrasto colori caldi e freddi, così come la convivenza tra vivi e morti, catturano lo spettatore, anche quello che non apprezza particolarmente il genere. Vera protagonista del film è Venezia e, in particolar modo, i suoi canali, i quali scandiscono il tempo della pellicola, quasi come in una partitura per orchestra. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora efficacissima, firmata da Hildur Ingveldardóttir Gušnadóttir, premio Oscar per Joker (2019).

Una scena del film 

Assassinio a Venezia potrebbe non essere il migliore dei tre capitoli su Hercule Poirot, ma Kenneth Branagh ha sicuramente mostrato notevole coraggio, andando oltre il semplice adattamento cinematografico e facendo proprio uno dei romanzi della regina del delitto.


* Studentessa di Digital Humanities per la Storia dello Spettacolo nel corso di Scienze dello Spettacolo del Dipartimento, SAGAS.




Assassinio a Venezia
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La locandina

 
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