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Manifestazioni danzate a ritmo di musica

di Benedetta Colasanti
  Manifestazioni danzate a ritmo di musica
Data di pubblicazione su web 10/10/2023  

La Palazzina Reale di Santa Maria Novella diventa suggestivo spazio scenico per Fabbrica Europa nonché scenografia per le performance degli artisti francesi Leïla Ka e Alexandre Fandard. I due danzatori si esibiscono in successione nei lavori site-specific: Se faire la belle e Comme un symbole, entrambi atti a esprimere malesseri dei giorni nostri, problematiche e pregiudizi sociali.

In parte contrapponendosi ai tempi che corrono, i due giovani performer rappresentano con decisione non la “fluidità di genere” (o gender fluidity) bensì i concetti di “femminile” e “maschile”. Ka sembra rappresentare un universo interiore fatto di merletti e candore ma anche – e soprattutto – di voglia di liberarsi da qualsiasi forma di costrizione. La performance di Fandard è invece manifestazione di una mascolinità schietta, a tratti riconoscibile ma comunque complessa e difficilmente inquadrabile.

Un momento dello spettacolo © Laurent Philippe
Un momento dello spettacolo 
© Laurent Philippe

In Se faire la belle Leïla Ka incarna una figura in bianco con le mani strette davanti allo stomaco. Ha gli occhi chiusi, lo sguardo un po’ sofferente, quasi penitente. Al sopraggiungere della musica inizia a dondolare, prima con il busto, poi con la testa, rimanendo salda sulle gambe e con i piedi che non si staccano mai dal pavimento. Il personaggio mostra un carattere volubile e un’essenza in continua mutazione: il suo abito sembra ora una camicia di forza, ora una semplice veste da notte, ora una tunica alla greca. Ka sembra voler rievocare una Isadora Duncan alle prese con la scoperta di nuove torsioni, di nuove pulsioni, espresse però al ritmo della musica elettronica.

La Palazzina, di gusto squisitamente fascista (fu inaugurata nel 1935 come soggiorno temporaneo per il re e per la corte), è la cornice ideale per la gestualità di Fandard, che richiama insieme l’atto di protestare e quello di idolatrare qualcuno (o qualcosa), di attaccare e di proteggere. Il danzatore è solo in scena ma agisce come se fosse circondato da una massa di persone, invisibile ma palpabile grazie all’azione coreografica: Fandard acclama, prega, combatte e lo fa con compagni e contro nemici immaginari.

Un momento dello spettacolo © Pierre Planchenault
Un momento dello spettacolo 
© Pierre Planchenault

Anche la musica assume un forte valore narrativo: ora diegetica – richiamando rumori, urla, fischi – ora extradiegetica, esprimendo gli stati d’animo più intimi del protagonista. Il costume, una tenuta “da casa” come quella scelta da Ka, ovvero una semplice tuta da ginnastica e un cappellino con la visiera, denuncia lo statuto di un uomo “qualunque”. Quest’uomo è difficile da definire, forse è uno straniero e, proprio perché ignoto, è potenzialmente violento e pericoloso.

L’obiettivo di Comme un symbole è proprio quello di scalfire i simboli e di rivalutare l’essere umano al di là dei pregiudizi e delle sterili sentenze basate sulla sola apparenza. La maestria dei performer rende le coreografie di forte impatto visivo non lasciando scampo agli spettatori, che li ringraziano con scroscianti applausi.



Se faire la belle / Comme un symbole


Se faire la belle
cast cast & credits
 


Comme un symbole
cast cast & credits
 


© Kaitade Sagazan
© Kaitade Sagazan


© Benedicte Ramfjord
© Benedicte Ramfjord

Spettacolo visto a Fabbrica Europa (Palazzina Reale) il 4 ottobre 2023

 
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