drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Satira geriatrica

di Alessio Becheracci*
  Una scena del film
Data di pubblicazione su web 10/10/2023  

Proseguendo il filone di film storici che si prendono sempre maggiori libertà creative, Pablo Larraín compie un ulteriore salto con El Conde (vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e distribuito internazionalmente sulla piattaforma Netflix), optando per raccontare la storia del celeberrimo dittatore attraverso un’ottica bizzarra: cosa succederebbe se Augusto Pinochet fosse un vampiro bicentenario ormai stanco e deciso a mettere fine alla sua non-vita?

La pellicola ripercorre le origini del “conte” del titolo, a partire dalla sanguinaria Francia rivoluzionaria quando Claude Pinochet, soldato dalle ignote origini, assistette al trapasso della nobiltà parigina a fil di ghigliottina, pianificando di combattere ogni rivoluzione. Quindi finse la morte e sparì nel nulla per riemergere come militare in opposizione ai ribelli, finché non scelse di diventare comandante e infine dittatore di «un ignoto piccolo paese del Sud America».



Una scena del film

Questo il preambolo, poiché il fulcro del film vede protagonista l’ultra geriatrico “Conde” (Jaime Vadell), sfiancato da una vita più che bicentenaria, alle prese con degli “avvoltoi in seno” che non perdono l’occasione più unica che rara di liberarsi della fastidiosa longevità mostrata dal patriarca e mettere mano ai fondi di famiglia.

Narrato principalmente in flashback da un’inaffidabile, parziale narratore, e girato in un sontuoso bianco e nero, El Conte si prende numerose libertà storiche per reinventare la figura del dittatore come un letterale mostro di nome e di fatto, una sorta di “strigoi” cileno, attraverso il filtro alla moda della commedia horror. Si pensi al genere dei vampiri, destinato a una rinnovata auge nelle ultime due decadi, spesso declinato su temi come la gentrificazione (Vampires vs. the Bronx di Oz Rodriguez, 2020) o la codipendenza in relazioni tossiche (Renfield di Chris McKay, 2023) e proposto in chiave di satira sociale.

Purtroppo, nonostante la carica satirica sia ferocissima e non faccia sconti, e le recitazioni siano solide, il copione è più sagace che divertente, lasciando lo spettatore in balia degli eventi. Poiché non si può certamente dire che il film manchi di “eventi”, né che manchi di mostrare gli elementi horror come le efferate uccisioni e le estirpazioni di cuori dal vivo petto.



Una scena del film

Ma a parte un twist del terzo atto che alza l’asticella della satira ancora più in alto, tutto procede con un fare compassato che mal si presta a una commedia nera, mentre nel calderone horror-gotico di maniera, storia e humour non si amalgamano. Né il tema del potere viene approfondito nella sua inesorabile corruzione, in un mondo in cui nulla si può salvare dal male e la sua pervadente banalità gli permette di prosperare ad infinitum.

Il cast eccelso e un’ottima fotografia non bastano a rendere il film più di un modesto esperimento di genere il cui ottimo terzo atto (e finale) non è così potente da far soprassedere al fatto che non c’è davvero molto da scoprire sotto il mantello.


* Studente di Digital Humanities per la Storia dello Spettacolo nel corso di Scienze dello Spettacolo del Dipartimento, SAGAS.




El Conde
cast cast & credits
 

Locandina
La locandina


 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013