È il fascino dei numeri a
guidare la Tao Dance Theater, la compagnia di danza cinese insignita del Leone
dArgento alla Biennale Danza 2023 e fautrice di una concezione di movimento
puro, al grado zero, che esplora le infinite potenzialità cinestetiche del
corpo che danza.
Una pratica coreutica che si
colloca nellalveo del contemporaneo per dare vita a un linguaggio e uno stile
unici come dimostrano 13 e 14, le applauditissime creazioni di Tao
Ye presentate in prima europea al Teatro Malibran di Venezia. Due pièce che
fanno parte della Numerical Series, un progetto artistico in cui il corpo,
come un caleidoscopio, genera un sorprendente e inaspettato continuum figurativo e coreografico.
Fondata nel 2008 a Pechino da Duan
Ni, Wang Hao e dallo stesso Tao Ye, la Tao Dance Theater è ormai una
realtà affermata a livello internazionale non solo grazie alla già menzionata Numerical Series, che è andata in tournée in più di quaranta paesi e in
oltre cento festival, ma anche per il marchio di abbigliamento DNTY e il TAO Studio,
nati nel 2021. Il DNTY si basa sul concetto che “labito deve seguire il corpo”
in nome di una filosofia costumistica che tiene conto della musica, della danza
e dellimmagine. Così il TAO Studio ha messo a punto il Circular Movement
System: una tecnica con la quale – spiega Tao Ye – «trattiamo il corpo come un cerchio, in
estensione e contrazione» per
sperimentare cambi di peso, differenti percezioni di gravità e spostamenti di
baricentro nellimprescindibile rapporto spazio tempo. 
Un momento di 13 Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù
Logico che in questa edizione
della Biennale Danza dedicata agli Altered
States, il direttore Wayne McGregor
chiamasse e premiasse la Tao Dance Theater perché – come scrive nella
motivazione del premio – «Tao Ye e Duan Ni hanno creato un genere di danza
unica ed evoluzionistica che cattura con la sua forza ipnotica e minimalista».
Uno sperimentalismo che punta a una «estetica di danza “pura”, essenziale» al
di là di ogni codificazione dei linguaggi performativi.
13
è il dodicesimo capitolo
della Numerical Series e i tredici
danzatori – Huang Qiqi, Yan Yulin, Xu Fujin, Tong
Yusheng, Li Siyu, Liu Yiren, Sun Leirui, Wu Zhenkai,
Li Jiayu, Cheng Leting, Wan Lu, Lu Wenchao, Xing
Jinhang – si muovono come un corpo unico al ritmo della composizione
pianistica di Xiao He. Il minimalismo della scena vuota li accoglie ed
esalta i costumi disegnati da Duan Ni e realizzati da DNTY. Ampie casacche e
gonne pantaloni si aprono e chiudono a ventaglio a seconda del movimento e il
colore grezzo di questi semplici abiti, come le luci di Ma Yue e Tao Ye,
riempiono lo spazio che viene attraversato da camminate da sinistra a destra.

Un momento di 14Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù Assoli, duetti e insiemi si
riproducono senza fine e nellandamento cinestetico spicca il lavoro dei piedi,
“appendici” parlanti di corpi in moto perpetuo, e delle braccia che bilanciano
pose estreme e guidano le incessanti figurazioni danzate. Il gruppo si sposta
compatto mentre alcuni danzatori cadono, si rialzano e nellincessante fall and
recovery di “humpreyana” memoria si urtano, si schivano,
sorprendendo lo spettatore con il proliferare di passi, rimbalzi e prese
influenzati dalla tanzigong, una
tecnica dellopera cinese che consiste nelleseguire salti, capriole e
acrobazie sul tappeto.
Lo studio del ritmo e del
cambiamento è al centro di 14, il tredicesimo capitolo della Numerical Series. Tao Ye vi ha ideato un
accompagnamento sonoro percussivo. Anche in questo caso quattordici danzatori –
Huang Qiqi, Yan Yulin, Xu Fujin, Tong Yusheng, Li Siyu, Liu Yiren, Sun Leirui,
Wu Zhenkai, Li Jiayu, Cheng Leting, Wan Lu, Lu Wenchao, Liu Liyuan, Zhang Zhuoyao – agiscono
insieme ma, rispetto a 13, accentuano ancora di più la compattezza
del gruppo che non si scioglie mai.

Un momento di 14Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù Le luci di Ma Yue e Tao Ye
illuminano i costumi di Duan Ni che mantengono la forma del pezzo precedente ma
sono verdi, rossi, rosa, blu, viola, avana, quasi a riprodurre leffetto
cromatico di un caleidoscopio. La tecnica del Circular Movement System prende
il sopravvento e come unonda la Tao Dance Theater si muove da destra a
sinistra e viceversa. Il movimento da circolare diventa sinusoidale, elicoidale,
oscillante e il cinetismo coreutico fonde la dinamica e lenergia della danza
contemporanea occidentali con la compostezza e la concentrazione delle
discipline orientali.
Una fusion suggellata dallinchino finale dei danzatori che ringraziano
abbassando la testa, il collo e il busto fino a ripiegare in due il corpo sulle
gambe in una posa “a libro”. Alla fine applausi calorosi e convinti decretano
il successo di questo dittico cinese che chiude in bellezza la Biennale Danza
2023, un festival degno della più grande attenzione e considerazione grazie
alla progettualità artistica di McGregor e alla sua lungimiranza
direttiva.
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