In
occasione del trentennale di
Versiliadanza – nota compagnia in residenza dal 2012 presso il Teatro Cantiere
Florida di Firenze – va in scena Prochain Arrêt, una performance
dal sapore corale che vuole rendere omaggio al passato per poter guardare con
consapevolezza verso il futuro.
Il
palcoscenico del Teatro Grande de La
Versiliana (Marina di Pietrasanta, Lucca) è cosparso di sedie. Dalle quinte
scure compaiono diversi danzatori armati di valigia, ognuno con una diversa
attitudine: chi corre, chi cammina, chi si guarda intorno, chi si ferma, chi si
incontra e chi si scontra. Mentre sul fondale scorrono immagini di archivio a
cura di Raffaele Sicignano, Prochaine Arrêt denuncia fin da
subito il suo intento: riflettere simbolicamente sullo status del
viaggiatore.
Un momento dello spettacolo
© Paolo Bonciani per Versiliana Festival
Angela Torriani Evangelisti,
direttrice artistica di Versiliadanza, firma la coreografia di questo suo ultimo
lavoro unitamente a una schiera di collaboratori e colleghi (Sonia Bertin,
Michela Caccavale, Luisa Guicciardini, Ilaria Landi, Francesca
Malacarne, Alessandro Pucci, lo stesso Sicignano). Il titolo dello
spettacolo – dal francese “prossima fermata” – rimanda sì al viaggio ma con
unaccezione fortemente metaforica: quello della vita o quello, in particolare,
dellartista performativo, sempre pronto a fare la valigia e a partire, facendo
di tournée e peregrinazioni la sostanza pulsante della propria vita.
Gesti
quotidiani e ordinari vengono
integrati in un impianto coreografico esteticamente misurato, simbolico, che
può contare su tecniche acquisite e riferimenti tangibili tra i maestri della
danza contemporanea internazionale. Nel raccontare questi trentanni di impegno
artistico, Versiliadanza richiama infatti alla memoria “classici” come Pina
Bausch, Martha Graham, Anne Teresa De Keersmaeker, Micha
van Hoecke. Più che di danza, è opportuno parlare di “teatrodanza”: non
solo coreografia come visualizzazione della musica o espressione di un concetto
ma felice sposalizio tra varie forme di espressione artistica.
Un momento dello spettacolo
© Paolo Bonciani per Versiliana Festival
Le
voci fuori campo di Gianluigi
Tosto e Franco Di Francescantonio dialogano con la musica e con lazione
coreutica. Centrali in Prochain Arrêt alcuni testi letterari (da José
Saramago, Antonio Tabucchi, Leonardo da Vinci), tra i quali
spicca il Congedo del viaggiatore cerimonioso (1965) di Giorgio
Caproni: «credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene lora darrivo, e neppure conosca quali stazioni precedano
la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto mè giunto allorecchio di questi
luoghi, chio vi dovrò presto lasciare». Tante anche le allusioni a eventi
storici o di pressante attualità: si pensi ad esempio al pericolo atomico e
allatmosfera di Guerra fredda a cui accennano sia le proiezioni sia
lallestimento. Linsieme propone un mondo in bilico tra sogno e realtà simile
a quello della protagonista del film pluripremiato di Guillermo del Toro
The Shape of Water (Leone doro e Premio Oscar nel 2017). Un momento dello spettacolo
© Paolo Bonciani per Versiliana Festival
I
costumi di Antonio Musa, capaci di superare le mode e il passare del tempo, si fanno promotori di un
racconto universale in cui ognuno si può ritrovare. La scenografia (di Nina
Donatini) non è fissa ma viene costruita dai danzatori via via, quadro per
quadro. Sedie e valige rimandano prima a una stazione ferroviaria per poi formare
il vagone di un treno che ammicca allautobus degli Exercices de style
(1947) di Raymond Queneau. Anche il comparto musicale è camaleontico e
stratificato: dalle composizioni barocche di Georg Friedrich Händel al
minimalismo di Steve Reich, fino alla musica eseguita dal vivo da Stefano
Agostini. Il flauto traverso di Agostini emette sonorità talvolta lontane
da una canonica musicalità: ora si fa percussione, ora simula gocce di pioggia,
ora imita i passi più impercettibili. La colonna sonora, imprevedibile e
sperimentale, è daltronde parte integrante e inafferrabile del viaggio. Prochain
Arrêt è unesperienza piacevole, un lavoro meta-teatrale forse necessario prima
della prossima fermata.
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