drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Nuova drammaturgia

di Carmelo Alberti
  Cuspidi / Veronica
Data di pubblicazione su web 23/06/2023  

Tra le iniziative promosse dalla Biennale di Venezia e destinate alle nuove creatività in campo artistico il settore teatrale ha visto la realizzazione di due testi drammatici premiati negli scorsi anni. Nello spazio delle Tese dei Soppalchi all’Arsenale è andato in scena Cuspidi di Valerio Leoni, vincitore del bando Biennale College Teatro Registi under 35 per il biennio 2022/2023. L’autore immagina un panorama irreale in grado di accogliere un viaggio alle radici delle emozioni, ricorrendo a una traccia anti-realistica sia nella scrittura, sia nell’allestimento scenico. In uno spazio neutro, percorso da tagli di luci e da cornici mobili, tre personaggi A, B e C si rialzano, uscendo da uno stadio di sonnolenza, disposti a guadagnare uno spazio autonomo.


Un momento dello spettacolo Cuspidi
© Andrea Avezzù

Le loro apparenze sono già definite in una forma fissa: il prototipo di A, interpretato da Sofia Guidi, è Urla che «contiene in sé i concetti di malessere, la difficoltà nello stare al mondo, la confusione espressiva»; B, recitato da Sara Giannelli, è Polvere che «mantiene il proprio sguardo rivolto al passato, restando disunito»; C, affidato a Jacopo Provenzano, è Scatole che «fa della classificazione e dell’organizzazione la sua arma per difendersi dalla caoticità del mondo». 

Una volta oltrepassata la barriera che sembra averli generati ciascuno sviluppa un cammino soggettivo, ben distinto per sonorità e immaginazione; gli slanci fisici sfiorano la catastrofe e si sovrappongono a enunciazioni fluide, simili a frasi in libertà, quasi una pista verbale che richiama il precipitare nel nonsense. Sugli schermi-fondale, che sono definite come singole configurazioni scenografiche, si susseguono immagini vorticose, disegnate da un turbinio di segni astratti. Le tre figure, intanto, giocano con i travestimenti e i mascheramenti, che sembrano alludere all’ambito del fumetto, anche per la ripetizione di frasi frammentate alla stregua delle strisce nei comic.


Un momento dello spettacolo Cuspidi
© Andrea Avezzù

Non solo: le movenze disperate dei protagonisti svela lo stato alienato di esseri che precipitano nel baratro di un’esistenza annullata; s’avverte, forse, un disagio auto-indotto, una violenza auto-inflitta, una rincorsa distruttiva a raggiungere la perdita di sé. Infine, il turbinio delle sensazioni dissociate si risolve nel salto inverso dentro la nicchia archetipica iniziale: sullo sfondo si accendono le luci della speranza verso le quali A, B e C si avviano, quasi in un passaggio cosmico da «incontri ravvicinati». I tre interpreti si sono impegnati a rendere visivamente un lavoro che sconfina nei territori del concettuale. La regia insiste nel progetto di dare visibilità alla complessità della scrittura.

L’altra nuova proposta del 51° Festival Internazionale del Teatro della Biennale è stata Veronica di Giacomo Garaffoni, lavoro vincitore del Bando Biennale College Teatro Drammaturgia under 40 (2021-2022), messo in scena in prima assoluta dalla valente Federica Rosellini al Teatro Piccolo Arsenale. Il testo, che presenta una struttura da tragedia classica con un prologo, un parodo, due stasimi e un epilogo, richiama le atmosfere misteriche de Le vergini suicide, romanzo di Jeffrey Eugenides (1993), evocando l’intreccio del mito orfico e coniugandolo con l’esperimento magico della rinascita di Veronica, la «vera icona» che reca impresse in sé i contrassegni del sacrificio di chi ha oltrepassato le soglie della morte.


Un momento dello spettacolo Veronica
© Andrea Avezzù

Garaffoni insiste sull’atto di risuscitare il corpo dalle ceneri sotto forma di un suono atavico che tende a possedere la consistenza della carnalità, prima di tradursi nella persistenza del soffio vitale. Cinque figure trapassano la matrice matriarcale per esorcizzare la materialità del congiungimento sessuale e per rincorrere uno stato di purezza assoluta. Nello stesso tempo l’ambientazione annulla ogni sacralità per dissolversi in un asettico luogo da concerto, fatto di consolle musicali, macchinari acustici, microfoni e computer, mentre l’esposizione è affidata soltanto alle voci narranti.

La regia di Rosellini accentua la dimensione androgena dell’esperimento liturgico, che risulta al pari di un rito che si dissolve in gesti impropri, persino vacui, e che si lascia intravedere nella penombra di un ambiente irreale e inafferrabile. Tutto si risolve nel gioco delle evocazioni di quelle ombre che il buio nasconde allo spettatore, ancor prima di ascoltarne le parole che sfidano il sospiro del tempo.


Un momento dello spettacolo Veronica
© Andrea Avezzù

Federica Rosellini è Orfeo; all’inizio sta già in scena, avvolta in un autonomo e splendido candore da efebo: lentamente si denuda, si trucca il viso con barba e baffi, si tuffa tra le fronde di un mondo perduto, mentre le altre officianti, a petto nudo, evocano i pensieri delle sue mogli, descrivono il travaglio di un parto difficile, si alternano in un’arrampicata disordinata sopra una parete da climbing. I movimenti e i passi delle brave attrici – Serena Dibiase, Nico Guerzoni, Nunzia Picciallo, Elena Rivoltini – trascorrono oltre la reminiscenza delle origini umane per scolorire nell’invisibile sfera dell’altrove.



Cuspidi / Veronica
Cuspidi
cast cast & credits
 
Veronica
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo Veronica
© Andrea Avezzù
 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013