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Un paesaggio in rovina

di Carmelo Alberti
  Het Land Nod
Data di pubblicazione su web 20/06/2023  

Al collettivo FC Bergman, composto attualmente da un quartetto di artisti-performer, Stef Aerts, Joe Agemans, Thomas Verstraeten e Marie Vinck, che agiscono presso il Toneelhuis di Anversa, è stato assegnato il Leone d’argento del 51° Festival Internazionale della Biennale - Teatro, per premiare la loro creatività inconsueta e innovativa. 

Il gruppo fiammingo, che ha già ottenuto tanti riconoscimenti in ambito internazionale, agisce in una dimensione espressiva in apparenza fuori dai generi, facendo riferimento anzitutto alla definizione di uno spazio totale; la struttura degli spettacoli, infatti, procede dalla radicale riscrittura dell’ambiente in cui espongono mimicamente la loro visione del mondo. Nello stesso tempo, essi dichiarano l’importanza di alcune influenze immaginative, a partire dalle tecniche della visual art fino alle sollecitazioni filmiche di Jean-Luc Godard e Lars von Trier e ai modelli teatrali di Christoph Marthaler, Pina Bausch e Romeo Castellucci.


Un momento dello spettacolo
© Kurt Van der Elst

A Venezia hanno allestito in prima italiana Het Land Nod (La terra di Nod), scegliendo un capannone dell’area industriale e portuale di Marghera (al numero 7 di via dell’Idrogeno), un luogo grandioso che ricostruisce nei minimi dettagli la sala Rubens del Museo Reale di Belle Arti di Anversa, dal parquet alle pareti, dall’illuminazione diffusa alle mansioni della manutenzione ordinaria. Qui è stata esposta la copia fedele de Le Coup de lance (1618 circa), la maestosa crocifissione di Cristo fra i ladroni che lo staff museale è intento a rimuovere perché sia sottoposta al restauro; da subito il funzionario incaricato si rende conto come sia impossibile far passare dalla porta d’ingresso la tela di 3 metri per 4. 

In un gioco di sovrapposizioni descrittive la stanza rivela una segreta matrice archetipica, manifesta una natura edenica; mentre gli inservienti tentano con pericolose acrobazie di staccare dal muro il quadro, sopraggiunge in successione una sfilata di figure eccentriche. Vi transitano l’uomo che si denuda completamente, dando gli abiti al preoccupato custode che tenta di neutralizzarlo, una ragazza e un ragazzo che saltellano pericolosamente lungo i lati del salone, un pallido personaggio in smoking, un trio di bagnanti, e altri ancora. Persino gli addetti alla sorveglianza appaiono timorosi di fronte a tante esagerazioni, anche dinanzi al solerte responsabile che inizia a compiere una crescente azione distruttiva, smontando a colpi di martello la travatura e le cornici di stucco che impediscono il trasloco dell’opera. Alfine, tra calcinacci e inondazioni riesce ad aprire con l’esplosivo una breccia sulla parete di fondo, trascinando da solo l’immenso quadro.


Un momento dello spettacolo
© Kurt Van der Elst

L’aspetto paradossale di Het Land Nod si rivela non solo nell’esplicita comicità dei singoli episodi, ma ancor più nel forte realismo della devastazione, che smantella la dimora ideale dell’arte, ultimo rifugio dell’umanità. Tale contraddizione lascia emergere uno sconforto crescente dinanzi alle immagini di un’inarrestabile catastrofe, un avvilimento che annulla ogni stranezza, frantuma ogni bizzarria, polverizza ogni emozione e lascia precipitare l’individuo nella sfera della morte, come mostra il corpo inerte di un visitatore. Si pensa, forse, che quel disastro possa rimandare al tramonto della cultura e della religiosità occidentale; di fatto la proposta di FC Bergman presenta allo spettatore un paesaggio in rovina, con scarsi margini di ricomposizione. 

Davvero lodevole l’interpretazione dei quattro ideatori, insieme a Geert Goossens, Bart Hollanders e Matteo Simoni, che risultano artefici agili e sicuri nelle peripezie acrobatiche, controllati e coinvolgenti nella restituzione di una fantasia collettiva. Merita l’elogio la nutrita squadra di allestitori e di tecnici che hanno contribuito al successo della produzione.



Het Land Nod
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo 
visto il 17 giugno 2023 
al 51° Festival del teatro della Biennale di Venezia
© Kurt Van der Elst


 
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