È adrenalina pura la danza di William Forsythe e proietta lo
spettatore in un universo performativo esaltante, appagante e coinvolgente. Questo
il “sentire” di fronte a Serata William Forsythe – Blake Works V, lapplauditissimo spettacolo in
scena al Teatro alla Scala di Milano con il Corpo di Ballo diretto da Manuel Legris.
Fiore allocchiello della
stagione di balletto, questa Serata vede
il ritorno di Forsythe al Piermarini e rinsalda un legame iniziato nel 1998 (quando
il Balletto scaligero interpretò Approximate
Sonata) e proseguito negli anni
con linterpretazione di storici pezzi come Quartetto, In the Middle Somewhat Eleveted, Quintett, Artifact Suite, Herman
Shermann fino a The Vertiginous
Thrill of Exacitude nel 2021. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Ora questo sodalizio si rinnova
con il debutto di un trittico speciale firmato dal settantenne dancemaker e formato dalla prima
assoluta di Prologue e dalle nuove
produzioni scaligere di The Barre Project
e Blake Works I. Tre vere e proprie gemme che testimoniano la genialità di un
maestro della coreografia del secondo Novecento che decostruisce, manipola,
travolge e stravolge quella cosa chiamata danse
décole.
Un approccio coreutico che,
superando rigidi codici espressivi e steccati, infonde nuova linfa nel
linguaggio accademico introducendo – per usare le sue parole – «eccezioni
coreografiche alle regole convenzionali del balletto». Deroghe che diventano il
fulcro di una poetica del movimento e di uno stile del corpo unici e
imprescindibili con cui Forsythe raccoglie leredità di Petipa, Laban, Balanchine, Cunningham e, derogando, arriva a una sua personale visione e
percezione dellatto danzato.
Blake
Works V è – come dice Forsythe – «una suite di
balletti creata su musiche del compositore britannico James Blake» e rappresenta il culmine di un progetto settennale
iniziato nel 2016 con Blake Works I.
Un lavoro ideato nel 2016 per il Balletto dellOpéra di Parigi e di cui la
presente messinscena della Scala costituisce la prima ripresa integrale.
Apre la serata Prologue, una creazione esclusiva per lorganico di Legris
sulla canzone Lindesfarne I di Blake
modulata vocalmente e coreograficamente in modo diverso nel corso dellesecuzione.
Le scene e i costumi sono di Forsythe, le luci di Tanja Rühl. Una parete bianca con sfumature rosa-azzurro fa da
sfondo ai sette interpreti, due donne e cinque uomini, in body neri, che in un
raffinato dérèglement eseguono classici enchaînements, travolti dalla dinamica contemporanea. Maria Celeste Losa e Giulia Lunardi brillano nei virtuosismi
sulle punte e nelle veloci pirouettes
o lo stesso dicasi di Domenico Di Cristo,
Navrin Turnbull, Edward Cooper, Francesco Mascia e Saïd
Ramos Ponce che sfoderano con nonchalance
grandi e piccoli salti e strabilianti batterie, fagocitando lo spazio
scenico. Questo pezzo scalda latmosfera mettendo in circolo adrenalina pura
nei protagonisti e nel pubblico che è trascinato dallenergia dellevento
danzato.
Appena il tempo di riprendersi ed
ecco che su un enorme schermo appaiono delle mani che si appoggiano alla
sbarra, la accarezzano, la impugnano, la toccano in uno stretto e caldo
contatto. È il lirico preludio a The
Barre Project, lomaggio di
Forsythe ai ballerini che durante i divieti del Covid-19 si allenavano in casa
utilizzando qualsiasi appoggio che assomigliasse a una sbarra e consentisse di
studiare per non perdere la forma e la preparazione. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
The
Barre Project, la cui versione finale è stata filmata
al Teatro La Mirada di Los Angeles e diffusa gratuitamente on line il 25 e 27
marzo 2021, è – precisa Forsythe – «una rigorosa rappresentazione della logica
cinetica di continua tensione e distensione che sta alla base del vocabolario
classico» e si richiama alla struttura di una lezione di danza. La prima parte
è alla sbarra con determinati esercizi en
place e la seconda è al centro con altrettanti esercizi che proprio lo
studio alla sbarra consente di eseguire. Tutto è on demi pointe e straordinario è il lavoro di piedi, braccia, gambe
di Nicoletta Manni, Alice Mariani, Linda Giubelli, Maria Celeste Losa, Christian Fagetti, Frank
Aduca, Andrea Risso, Gioacchino Starace fasciati da semplici
leotard. A turno, sotto le luci di
Tanja Rühl, si alternano alla sbarra in passi e port de bras canonici per poi librarsi al centro in ensemble, variazioni, duetti ed emettendo vibrazioni adrenaliniche che
arrivano al pubblico, affascinato da questa singolare “lezione di danza”.
Dulcis
in fundo arriva Blake Works I, un
balletto dedicato da Forsythe «a tutti i nostri maestri, da Marius Petipa a
George Balanchine o Gilbert Mayer» –questultimo
maître de ballet dellOpéra National
de Paris. Numerosi sono i riferimenti alla danza classica, neoclassica e
perfino alla danza jazz di Jerome
Robbins, senza dimenticare la postmodern
dance di Merce Cunnigham. Le essenziali scene sono di Forsythe, i costumi “alla
Balanchine” in tenue color verde acqua sono di Dorothee Merg e Forsythe mentre le luci soffuse portano la firma di
Tanja Rühl.
Blake
Works I è unadrenalinica fantasmagoria
coreografica sulle musiche tratte dallalbum The Colour in Anything di Blake. Un “cocktail” di pop inglese,
musica elettronica e melodie classiche che si riverbera nello stesso mélange stilistico di Forsythe.
Sette sono le parti che
compongono il balletto e ventuno gli interpreti. La creazione si sviluppa in un
crescendo continuo in cui accademici port
de bras in croisé e in effacé, dégagés in épaulements, batterie, pirouettes, jetés, jetés battus, gargouillades, entrechats, cabrioles, arabesques jetés, arabesques
ponchés – solo per ricordarne alcuni – vengono
di vola in volta estremizzati in posizioni fuori asse, in ardui décalés, in improvvise rotture delle
linee, in lifts e in sinusoidali
prese con una strabiliante e gioiosa velocità che tiene testa al ritmo della
musica. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Continuo è lammiccamento allaccademismo
petipatiano e balanchianiano, alla modernità contemporanea di Cunningham, allo
stile “jazzato”, agli stessi balletti di Forsythe e nel florilegio di figure e
figurazioni ognuno si diverte, balla per sé e per gli altri a canone e in
contrappunto. E se Martina Arduino,
Alice Mariani, Alessandra Vassallo,
Linda Giubelli, Benedetta Montefiore
guizzano come stelle luminose, Timofej
Andrijashenko, Claudio Coviello,
Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Navrin Turnbull,
Edward Cooper, Andrea Crescenzi, Alessandro Paoloni, Rinaldo Venuti restano impressi per lelegante
e potente maschia energia.
Serata
William Forsythe – Blake Works V è
un super spettacolo che manda il pubblico in visibilio, decreta il trionfo di
William Forsythe e mette in luce il livello stratosferico del Corpo di ballo di
Manuel Legris. Un organico che non è e non sarà mai secondo a nessuno, come del
resto il suo impagabile direttore.
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