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Il trionfo della musica nel nome di Orfeo

di Carmelo Alberti
  Orfeo ed Euridice
Data di pubblicazione su web 15/05/2023  

Il pianto di Orfeo sulla tomba dell’amata Euridice si leva intenso e totale, mentre un coro di ninfe e pastori intona un lamento mesto; il cantore invoca dolente gli dei – «Euridice! Euridice! / Ombra cara ove sei?» – chiedendo che gli venga restituita la giovane sposa. Così ha inizio Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, che per la prima rappresentazione al Burgtheater di Vienna il 5 ottobre 1762 si avvale del libretto di Ranieri de’ Calzabigi e delle coreografie di Gasparo Angiolini. Al di là delle successive variazioni di Parma (1769) e di Parigi (1774), l’edizione viennese rimane un punto di riferimento necessario, anzitutto per gli aspetti innovativi introdotti dal compositore e dal poeta rispetto all’impianto tradizionale del teatro musicale barocco.

L’opera è ora andata in scena al Teatro La Fenice di Venezia in una veste davvero esemplare, affidandosi all’accurata direzione musicale di Ottavio Dantone e alla genialità creativa di Pier Luigi Pizzi, che firma la regia, le scene e i costumi, con la valida collaborazione di Massimo Gasparon (light designer) e di Massimo Berriel (movimenti coreografici). L’esecuzione veneziana è caratterizzata dalla centralità dell’orchestra e del coro, fattori che evidenziano l’importanza della vocalità e la struttura drammaturgica. Conta anche la scelta di affidare il ruolo di protagonista a un mezzosoprano, evitando di sovrapporre così la relazione timbrica con le altre due parti da soprano; nello stesso tempo sul palcoscenico si muove un gruppo di strumentisti che fanno da cornice mimica al dramma di Orfeo.

Una scena dello spettacolo ©Michele Crosera
Una scena dello spettacolo
© Michele Crosera

A definire un’atmosfera densa di emozioni contribuisce in modo determinante la cura particolare che Pizzi dedica alla messinscena, immaginando un palcoscenico quasi spoglio, inclinato e segnato da scalini e fosse tombali. Su di esso predomina un grande fondale sul quale sono proiettate immagini in movimento, visioni naturali che scorrono in sintonia con la vicenda e il suo sviluppo: un cielo coperto da nubi tempestose e un albero cupo e spoglio sovrastano il seppellimento di Euridice; una persistente vampa di fuoco avvolge le porte sbarrate degli inferi; un essenziale paesaggio bucolico accoglie il transito di Orfeo tra le anime dei morti; e, non ultimo, un vortice di cerchi scuri richiama una lontana finestra di luce, che allude al desiderio di risorgere verso il mondo dei viventi.

Una scena dello spettacolo ©Michele Crosera
Una scena dello spettacolo
©Michele Crosera

L’idea base che evidenza la linea innovata dell’opera di Gluck è accentuato dall’apoteosi finale che esalta la vittoria dell’amore sulla morte, il trionfo della musica sull’oblio del tempo: sullo sfondo affiora, allora, il profilo architettonico del Teatro La Fenice, una figurazione che sopravanza verso la platea, volendo significare l’impegno a perpetuare la sovranità della musica. Quando l’intervento di Amore decreta il risveglio di Euridice, nonostante il tormentato e vano tentativo di Orfeo di superare la prova imposta dagli dei che lo costringe a non volgere lo sguardo verso l’amata finché si trova nel regno della morte, la scena s’illumina d’immenso e la coralità si afferma oltre i confini della rappresentazione.

La delicatezza esecutiva e visiva dell’opera è accentuata dalla ottima prova delle cantanti. Cecilia Molinari nel ruolo principale offre un’interpretazione essenziale; è intensa e scrupolosa nel modulare le tessiture vocali secondo gli stati d’animo, dal dolore intenso alla ribellione verso il destino, dalla sfida canora contro i demoni fino all’angoscia interiore nella splendida aria «Che farò senza Euridice!». Mary Bevan dona a Euridice un crescente pathos che la vede smarrita e, poi, angustiata dal rifiuto di uno sguardo da parte di Orfeo. Silvia Frigato dona al personaggio di Amore la limpidezza di una voce che collega il modo degli uomini alla zona divina. Un ruolo di rilievo ha il coro, diretto da Alfonso Caiani, che richiama la centralità delle tragedie classiche.




Orfeo ed Euridice



cast cast & credits
 
trama trama

Una scena dello spettacolo ©Michele Crosera
Una scena dello spettacolo visto al Teatro La Fenice
 ©Michele Crosera


 
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