È magico il tocco di Manuel Legris, il direttore del Corpo
di Ballo della Scala che riallestisce per lorganico milanese la sua versione
de Le Corsaire. Il suo primo balletto
a serata intera creato nel 2016, quando era alla guida dello Staatsballet di
Vienna, e ora presentato al Piermarini en
première con le nuove scene e gli originali costumi di Luisa Spinatelli.
Ispirata al poemetto in versi The Corsair di Lord Byron del 1814, questa fabula
piratesca nasce allinsegna della contaminatio
perché Legris ha ben presente lomonimo balletto di Marius Petipa,
rappresentato a San Pietroburgo nel 1899, ma fa riferimento anche ad altre “stesure”
coreografiche fra cui la prima di Joseph
Marzilier del 1856, messa in scena a Parigi nel 1856, e quella successiva
di Jules Perrot, allestita a San Pietroburgo
nel 1858. Da queste il coreografo francese
trae gli elementi tipici del “ballo grande” mutuando scènes, divertissements, éntrées, variations, grands pas,
pantomimes, che poi rielabora per dare vita al suo opulento e sontuoso Corsaire. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Un balletto in tre atti, un
prologo e un epilogo di cui firma anche la drammaturgia e il libretto assieme a
Jean-François Vazelle. Ununità di
intenti che non tralascia di consultare neanche le fonti letterarie di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e
Joseph Marzilier e che si pone gli obiettivi di mantenere vive in questo ballet daction otto-novecentesco le influenze della scuola francese e di quella russa
e di incontrare i gusti del pubblico.
Ma la contaminatio è anche musicale perché il direttore, pur servendosi
delloriginaria musica di Adolph Adam
del 1856, accoglie anche inserti musicali successivi di Léo Delibes, Cesare Pugni,
Riccardo Drigo, Peter von Oldenburg, Jules
Gerber, Boris Eitingof-Šel, Albert Heinrich Zabel, Ivan Trubeckoj, Evgenij Kornblit. E la ricca partitura, eseguita magistralmente
dallOrchestra del Piermarini diretta da Valery
Ovsyanikov, scorre senza soluzione di continuità e si presta a esaltare i
momenti clou della storia tra amori
appassionati, rocamboleschi scontri, esotismi orientali e oniriche atmosfere. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala
Legris, incline alla ricerca
erudita e filologo di balletto, riconsegna al palcoscenico della Scala un Corsaire rinnovato che richiama i fasti
di precedenti allestimenti che hanno segnato la storia di questa mise en danse in Italia. Il primo Corsaro
scaligero fu “unazione mimica” di Giovanni
Galzerani data nel 1826 (la sua ripresa si ebbe al Teatro San Carlo di
Napoli nel 1830, poi di nuovo alla Scala nel 1842 e nel 1845 al Teatro della
Pergola di Firenze). Al Piermarini Il
Corsaro riapparve nel 1857 con la coreografia di Domenico Ronzani su musica di Adam e dopo un vertiginoso balzo
temporale si ripresenta nel 2018 e nel 2019 con la messinscena di Anna-Marie Holmes, da Petipa e Sergeev, con la musica di Adam, Pugni,
Delibes, Drigo, Oldenbourg e con le scene e i costumi di Luisa Spinatelli, la
geniale costumista e scenografa scelta da Legris anche per questa nuova
produzione del 2023.
Dunque un importante ritorno che
consente di ammirare nella sua interezza un balletto poco frequente nelle
programmazioni dei teatri ma onnipresente nel repertorio dei grandi gala con lestratto
del Grand pas de deux classique del secondo
atto. Una felice tradizione cominciata quando Rudolph Nureyev e Margot
Fonteyn negli anni Sessanta iniziarono ad esibirsi in questo arduo passo a
due e lo portarono alla Scala nella stagione 1965-1966 suscitando lentusiasmo
del pubblico di fronte ai virtuosismi delladagio, delle variazioni e della
coda. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala Il primo atto del Corsaire di Legris si apre con un
prologo sulla riva del mare dove Conrad il corsaro, Birbanto il suo
luogotenente e gli altri pirati giungono dopo una scorribanda. Qui arriva anche
Lankedem, padrone del gran bazar, che insieme ai suoi servi è alla ricerca di
nuovi schiavi. Di lì a poco sopraggiungono delle fanciulle al seguito delle
nobili Medora e Gulnare e vengono rapite da Lankedem che le porta al bazar per
venderle. Durante le trattative si presenta Conrad, accompagnato da Birbanto e
dai suoi filibustieri, e Lankedem gli mostra la “mercanzia” mentre Zulmea,
figlia di un ricco possidente, adocchia Birbanto. Conrad non sembra interessato
e il mercante, nel timore di veder sfumare laffare, fa entrare Medora e tra
lei e Conrad scocca la scintilla, suggellata da una rosa.
Purtroppo il pascià Seyd si
intromette e Lankedem gli presenta prima Gulnare, che viene acquistata, e poi
Medora che lo conquista anche se lei guarda solo Conrad. Seyd le porta via
entrambe e Conrad disperato parte alla ricerca dellamata. I corsari nellattesa
del loro capo festeggiano e accolgono con gioia il ritorno di Conrad con
Medora. Birbanto fa catturare Lankedem e gli schiavi e viene raggiunto da
Zulmea. Tutti si dirigono al nascondiglio dove si svolge il secondo atto.
Qui, mentre le donne corsare
aspettano i loro uomini, arrivano Conrad e Medora che si appartano. Dopo poco i
pirati portano Lakedem e le schiave e Medora implora Conrad di liberare le
ragazze e lui acconsente. Birbanto, furioso, giura vendetta e il padrone del
bazar gli offre il suo aiuto in cambio della libertà. Gli fornirà un potente
sonnifero nascosto in una rosa che Medora darà a Conrad. Birbanto coinvolge nel
piano Zulmea e la giovane consegna il fiore avvelenato a Medora. Conrad odora
la rosa e si accascia. A quel punto irrompe Birbanto con i pirati mascherati e
Medora per difendersi lo ferisce con un pugnale. Nel trambusto Conrad si
sveglia e Birbanto esorta Lakedem a fuggire e a portare con sé Medora. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala Nel terzo atto siamo nel palazzo
di Seyed, il pascià, che è circondato dal suo harem e da Gulnare, diventata la
sua favorita. Si presenta Lakedem con una Medora impaurita ma contenta di
rivedere lamica. Il pascià nomina Lakedem agha,
capo dellharem, e invita le odalische a intrattenerlo. I corsari giunti
alla porte del palazzo cercano di entrare e Conrad li fa vestire da pellegrini
per non essere riconosciuti. Nel frattempo i fumi delloppio trasportano Seyd
in un giardino incantato dove gli appaiono Medora e Gulnare. Una volta
ripresosi il pascià riceve lagha e i
falsi pellegrini ma Conrad, rivelatosi a Medora, e mette fuori gioco gli
avversari. La ragazza riconosce Birbanto grazie alla ferita e nasce una
colluttazione in cui Conrad uccide Birbanto. A questo punto i pirati devono
fuggire e Medora offre a Gulnare la libertà ma lamica sceglie di restare nellharem.
Lepilogo vede Conrad, Medora e i compagni sulla nave pronti a prendere il
largo ma una tempesta travolge limbarcazione. I due innamorati a fatica
raggiungono la riva e felici si abbracciano giurandosi amore eterno.
In questo balletto a guidarci
sono lamore di Conrad e Medora, lamicizia tra questultima e Gulnare, la
disonestà di Birbanto, lopportunismo di Lakedem, larroganza del pascià, il
narcisismo di Zulmea e questi sentimenti nella loro verosimiglianza compensano
il rutilante incalzare della vicenda. Un romanzesco che Legris “tiene a bada”
con unaccorta regia che in scena si vede nel modo in cui muove gli insiemi nel
primo atto nella Danza delle schiave capitanate da Medora e nel Pas desclave con Gulnare, Lakedem e i suoi uomini. Lo stesso
dicasi nel secondo atto nel Pas de
forbains (la danza dei pirati) e nella successiva Scena con Medora, Conrad, Birbanto, corsari, corsare e schiave; e
ancora nel terzo atto nel Jardin animé e
nella Scena finale prima dellepilogo.
Tutti momenti di grande danza collettiva in cui il Corpo di Ballo, alloccorrenza
affiancato dai preparati allievi e allieve della Scuola di Ballo della Scala,
si mette in luce per bravura maschile e femminile.
Una coralità bilanciata da
variazioni e passi a due che sono un inno alla più pura danse décole per la quale questo balletto è nato. E poco importa
se a volte laccumulo è ridondante. Le
Corsaire di Legris è un grand ballet daction che funziona, coinvolge e abbaglia il pubblico con la
magia degli accadimenti danzati, la maestosa scenografia, i sontuosi costumi,
le avvolgenti luci di Andrea Giretti
e limpeccabile resa dei protagonisti. Un momento dello spettacolo © Brescia e Amisano Teatro alla Scala La Prima ballerina Alice Mariani, dotata di una tecnica
portentosa, è perfetta nel ruolo di Medora ed esegue con nonchalance i più impegnativi passi del virtuosismo accademico. A
lei tiene testa la solista Camilla
Cerulli, deliziosa nel ruolo di Gulnare, e insieme alle colleghe animano il
Jardin animé nellincanto della
trasposizione fiorita del ballet blanc. Il solista Mattia Semperboni è un Conrad generoso e innamorato che lascia
senza fiato quando duetta con la Mariani nel Grand pas classique: lei sciorina
smagliati fouettés allitaliana con
doppia pirouette, lui risponde con
prodigiosi manège di sauts de basque e doppi assamblés.
Una piacevole scoperta è Rinaldo Venuti nelle vesti di Birbanto
e lo stesso vale per il solista Federico
Fresi nel ruolo di Lakedem e di Gioacchino
Starace nei panni del Pascià. La solista Linda Giubelli è unintrigante Zulema. Affascinanti sono pure le soliste
Maria Celeste Losa e Caterina Bianchi, accompagnate da Alessia Auriemma, nella setosa danza
delle odalische.
Un cast che ancora una volta brilla per nitore e
preparazione, sommerso dagli applausi scroscianti di un teatro stracolmo. Un
successo di cui Manuel Legris non può che andare fiero per sé stesso e per
questi invidiabili danzatori “toccati” dalla sua magia direttiva e creativa.
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