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Nel Corsaire scaligero il tocco magico di Manuel Legris

di Gabriella Gori
  Le Corsaire
Data di pubblicazione su web 07/04/2023  

È magico il tocco di Manuel Legris, il direttore del Corpo di Ballo della Scala che riallestisce per l’organico milanese la sua versione de Le Corsaire. Il suo primo balletto a serata intera creato nel 2016, quando era alla guida dello Staatsballet di Vienna, e ora presentato al Piermarini en première con le nuove scene e gli originali costumi di Luisa Spinatelli

Ispirata al poemetto in versi The Corsair di Lord Byron del 1814, questa fabula piratesca nasce all’insegna della contaminatio perché Legris ha ben presente l’omonimo balletto di Marius Petipa, rappresentato a San Pietroburgo nel 1899, ma fa riferimento anche ad altre “stesure” coreografiche fra cui la prima di Joseph Marzilier del 1856, messa in scena a Parigi nel 1856, e quella successiva di Jules Perrot, allestita a San Pietroburgo nel 1858. Da queste il coreografo francese trae gli elementi tipici del “ballo grande” mutuando scènes, divertissements, éntrées, variations, grands pas, pantomimes, che poi rielabora per dare vita al suo opulento e sontuoso Corsaire.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Un balletto in tre atti, un prologo e un epilogo di cui firma anche la drammaturgia e il libretto assieme a Jean-François Vazelle. Un’unità di intenti che non tralascia di consultare neanche le fonti letterarie di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e Joseph Marzilier e che si pone gli obiettivi di mantenere vive in questo ballet d’action otto-novecentesco le influenze della scuola francese e di quella russa e di incontrare i gusti del pubblico. 

Ma la contaminatio è anche musicale perché il direttore, pur servendosi dell’originaria musica di Adolph Adam del 1856, accoglie anche inserti musicali successivi di Léo Delibes, Cesare Pugni, Riccardo Drigo, Peter von Oldenburg, Jules Gerber, Boris Eitingof-Šel’, Albert Heinrich Zabel, Ivan Trubeckoj, Evgenij Kornblit. E la ricca partitura, eseguita magistralmente dall’Orchestra del Piermarini diretta da Valery Ovsyanikov, scorre senza soluzione di continuità e si presta a esaltare i momenti clou della storia tra amori appassionati, rocamboleschi scontri, esotismi orientali e oniriche atmosfere.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Legris, incline alla ricerca erudita e filologo di balletto, riconsegna al palcoscenico della Scala un Corsaire rinnovato che richiama i fasti di precedenti allestimenti che hanno segnato la storia di questa mise en danse in Italia. Il primo Corsaro scaligero fu “un’azione mimica” di Giovanni Galzerani data nel 1826 (la sua ripresa si ebbe al Teatro San Carlo di Napoli nel 1830, poi di nuovo alla Scala nel 1842 e nel 1845 al Teatro della Pergola di Firenze). Al Piermarini Il Corsaro riapparve nel 1857 con la coreografia di Domenico Ronzani su musica di Adam e dopo un vertiginoso balzo temporale si ripresenta nel 2018 e nel 2019 con la messinscena di Anna-Marie Holmes, da Petipa e Sergeev, con la musica di Adam, Pugni, Delibes, Drigo, Oldenbourg e con le scene e i costumi di Luisa Spinatelli, la geniale costumista e scenografa scelta da Legris anche per questa nuova produzione del 2023. 

Dunque un importante ritorno che consente di ammirare nella sua interezza un balletto poco frequente nelle programmazioni dei teatri ma onnipresente nel repertorio dei grandi gala con l’estratto del Grand pas de deux classique del secondo atto. Una felice tradizione cominciata quando Rudolph Nureyev e Margot Fonteyn negli anni Sessanta iniziarono ad esibirsi in questo arduo passo a due e lo portarono alla Scala nella stagione 1965-1966 suscitando l’entusiasmo del pubblico di fronte ai virtuosismi dell’adagio, delle variazioni e della coda.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Il primo atto del Corsaire di Legris si apre con un prologo sulla riva del mare dove Conrad il corsaro, Birbanto il suo luogotenente e gli altri pirati giungono dopo una scorribanda. Qui arriva anche Lankedem, padrone del gran bazar, che insieme ai suoi servi è alla ricerca di nuovi schiavi. Di lì a poco sopraggiungono delle fanciulle al seguito delle nobili Medora e Gulnare e vengono rapite da Lankedem che le porta al bazar per venderle. Durante le trattative si presenta Conrad, accompagnato da Birbanto e dai suoi filibustieri, e Lankedem gli mostra la “mercanzia” mentre Zulmea, figlia di un ricco possidente, adocchia Birbanto. Conrad non sembra interessato e il mercante, nel timore di veder sfumare l’affare, fa entrare Medora e tra lei e Conrad scocca la scintilla, suggellata da una rosa.

Purtroppo il pascià Seyd si intromette e Lankedem gli presenta prima Gulnare, che viene acquistata, e poi Medora che lo conquista anche se lei guarda solo Conrad. Seyd le porta via entrambe e Conrad disperato parte alla ricerca dell’amata. I corsari nell’attesa del loro capo festeggiano e accolgono con gioia il ritorno di Conrad con Medora. Birbanto fa catturare Lankedem e gli schiavi e viene raggiunto da Zulmea. Tutti si dirigono al nascondiglio dove si svolge il secondo atto.

Qui, mentre le donne corsare aspettano i loro uomini, arrivano Conrad e Medora che si appartano. Dopo poco i pirati portano Lakedem e le schiave e Medora implora Conrad di liberare le ragazze e lui acconsente. Birbanto, furioso, giura vendetta e il padrone del bazar gli offre il suo aiuto in cambio della libertà. Gli fornirà un potente sonnifero nascosto in una rosa che Medora darà a Conrad. Birbanto coinvolge nel piano Zulmea e la giovane consegna il fiore avvelenato a Medora. Conrad odora la rosa e si accascia. A quel punto irrompe Birbanto con i pirati mascherati e Medora per difendersi lo ferisce con un pugnale. Nel trambusto Conrad si sveglia e Birbanto esorta Lakedem a fuggire e a portare con sé Medora.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala

Nel terzo atto siamo nel palazzo di Seyed, il pascià, che è circondato dal suo harem e da Gulnare, diventata la sua favorita. Si presenta Lakedem con una Medora impaurita ma contenta di rivedere l’amica. Il pascià nomina Lakedem agha, capo dell’harem, e invita le odalische a intrattenerlo. I corsari giunti alla porte del palazzo cercano di entrare e Conrad li fa vestire da pellegrini per non essere riconosciuti. Nel frattempo i fumi dell’oppio trasportano Seyd in un giardino incantato dove gli appaiono Medora e Gulnare. Una volta ripresosi il pascià riceve l’agha e i falsi pellegrini ma Conrad, rivelatosi a Medora, e mette fuori gioco gli avversari. La ragazza riconosce Birbanto grazie alla ferita e nasce una colluttazione in cui Conrad uccide Birbanto. A questo punto i pirati devono fuggire e Medora offre a Gulnare la libertà ma l’amica sceglie di restare nell’harem. L’epilogo vede Conrad, Medora e i compagni sulla nave pronti a prendere il largo ma una tempesta travolge l’imbarcazione. I due innamorati a fatica raggiungono la riva e felici si abbracciano giurandosi amore eterno. 

In questo balletto a guidarci sono l’amore di Conrad e Medora, l’amicizia tra quest’ultima e Gulnare, la disonestà di Birbanto, l’opportunismo di Lakedem, l’arroganza del pascià, il narcisismo di Zulmea e questi sentimenti nella loro verosimiglianza compensano il rutilante incalzare della vicenda. Un romanzesco che Legris “tiene a bada” con un’accorta regia che in scena si vede nel modo in cui muove gli insiemi nel primo atto nella Danza delle schiave capitanate da Medora e nel Pas d’esclave con Gulnare, Lakedem e i suoi uomini. Lo stesso dicasi nel secondo atto nel Pas de forbains (la danza dei pirati) e nella successiva Scena con Medora, Conrad, Birbanto, corsari, corsare e schiave; e ancora nel terzo atto nel Jardin animé e nella Scena finale prima dell’epilogo. Tutti momenti di grande danza collettiva in cui il Corpo di Ballo, all’occorrenza affiancato dai preparati allievi e allieve della Scuola di Ballo della Scala, si mette in luce per bravura maschile e femminile. 

Una coralità bilanciata da variazioni e passi a due che sono un inno alla più pura danse d’école per la quale questo balletto è nato. E poco importa se a volte l’accumulo è ridondante. Le Corsaire di Legris è un grand ballet d’action che funziona, coinvolge e abbaglia il pubblico con la magia degli accadimenti danzati, la maestosa scenografia, i sontuosi costumi, le avvolgenti luci di Andrea Giretti e l’impeccabile resa dei protagonisti.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala

La Prima ballerina Alice Mariani, dotata di una tecnica portentosa, è perfetta nel ruolo di Medora ed esegue con nonchalance i più impegnativi passi del virtuosismo accademico. A lei tiene testa la solista Camilla Cerulli, deliziosa nel ruolo di Gulnare, e insieme alle colleghe animano il Jardin animé nell’incanto della trasposizione fiorita del ballet blanc. Il solista Mattia Semperboni è un Conrad generoso e innamorato che lascia senza fiato quando duetta con la Mariani nel Grand pas classique: lei sciorina smagliati fouettés all’italiana con doppia pirouette, lui risponde con prodigiosi manège di sauts de basque e doppi assamblés

Una piacevole scoperta è Rinaldo Venuti nelle vesti di Birbanto e lo stesso vale per il solista Federico Fresi nel ruolo di Lakedem e di Gioacchino Starace nei panni del Pascià. La solista Linda Giubelli è un’intrigante Zulema. Affascinanti sono pure le soliste Maria Celeste Losa e Caterina Bianchi, accompagnate da Alessia Auriemma, nella setosa danza delle odalische.  

Un cast che ancora una volta brilla per nitore e preparazione, sommerso dagli applausi scroscianti di un teatro stracolmo. Un successo di cui Manuel Legris non può che andare fiero per sé stesso e per questi invidiabili danzatori “toccati” dalla sua magia direttiva e creativa.



Le Corsaire
cast cast & credits
 


© Brescia e Amisano 
Teatro alla Scala

Spettacolo visto al Teatro alla Scala di Milano il 17 marzo 2023












































































































































































































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Teatro alla Scala










 
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