Illuminata
da una luce semplice, la scena di Cango ospita il danzatore e coreografo di
origini slovene Jurij Konjar e le sue Goldberg Variations. Lo
spettacolo, che ha debuttato a Vienna nel 2010, è frutto di una pratica
quotidiana intrapresa nel 2007 e mai interrotta fino a oggi. Ma è anche esito di
importanti esperienze a fianco di artisti del calibro di Steve Paxton e Anne
Teresa de Keersmaeker. Fu proprio la coreografa belga a suggerire al
giovane Konjar – suo studente a Bruxelles nel 2000 – di cimentarsi con lopera
in questione. Nello stesso periodo Konjar venne a conoscenza della
registrazione realizzata da Walter Verdin del lavoro di Paxton, che nel
1986 aveva presentato una performance intitolata The Goldberg Variations by
J.S. Bach, played by Glen Gould, improvised by Steve Paxton.
Le Variazioni Goldberg (1741-1745) di Johann
Sebastian Bach sono entrate ormai di diritto nel panorama sonoro della
danza contemporanea. Si tratta di unopera per clavicembalo composta da
trentadue esercizi basati su rigorosi schemi matematici. La danza
contemporanea, nata per opporsi al rigore della tecnica e con lobiettivo di
trasmettere concetti, sentimenti, istanze politiche e sociali, ha fatto buon
uso del rigoroso compositore settecentesco. La stessa opera è stata
interpretata e improvvisata anche da Virgilio Sieni (Solo Godlberg)
e da Adriana Borriello (Duo Goldberg) ed è diventata un classico
nellambito del contemporaneo.
Konjar si appropria dello spazio a partire
dalle zone più remote della scena, mostrandosi attraverso flex, torsioni,
giochi di equilibrio e salti. Traccia percorsi attraverso mani e braccia, usa
la gravità e il pavimento per generare un moto continuo, pressoché privo di
picchi di tensione narrativa. Il performer danza e canta, mette a disposizione
tutto il proprio organismo; non esclude neppure la propria ombra, che si
staglia (anchessa danzando) sullo sfondo nero. La danza contemporanea – che al
profano può apparire libera e priva di norme – è frutto di un costante
allenamento fisico e mentale. Il lavoro di Paxton, osservato e assimilato,
viene scomposto e affidato a una pratica improvvisativa che, come nella
variazione musicale, è composta da un tema e dalla variazione dello stesso. Si
sottolinea che modificare non è sinonimo di negazione o sostituzione di quello
che è stato: è piuttosto un contributo, un approfondimento.
Le
Goldberg Variations di Jurij Konjar, sempre rinnovate e sempre diverse
replica dopo replica, si inseriscono in una tradizione di danza contemporanea
ben consolidata: limprovvisazione si basa su un alfabeto in larga parte
precostituito. Sono chiari i riferimenti, i maestri. Sono evidenti le tecniche:
si pensi a Martha Graham e al suo contraction and release, si
pensi soprattutto a Doris Humphrey e al suo fall and rise again. Il
danzatore si abbandona alla gravità e la vince; cede e reagisce alla caduta. Ma
a differenza delle “madri” della danza moderna, che concepivano il corpo come
un tempio da tutelare e rispettare nella sua libertà, i danzatori contemporanei
tendono ad andare oltre, utilizzandolo come un terreno da esplorare e da
conoscere nelle sue infinite possibilità, nel bene e nel male.
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