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Contemporaneamente classico

di Benedetta Colasanti
  Jurij Konjar in Goldberg Variations
Data di pubblicazione su web 10/03/2023  

Illuminata da una luce semplice, la scena di Cango ospita il danzatore e coreografo di origini slovene Jurij Konjar e le sue Goldberg Variations. Lo spettacolo, che ha debuttato a Vienna nel 2010, è frutto di una pratica quotidiana intrapresa nel 2007 e mai interrotta fino a oggi. Ma è anche esito di importanti esperienze a fianco di artisti del calibro di Steve Paxton e Anne Teresa de Keersmaeker. Fu proprio la coreografa belga a suggerire al giovane Konjar – suo studente a Bruxelles nel 2000 – di cimentarsi con l’opera in questione. Nello stesso periodo Konjar venne a conoscenza della registrazione realizzata da Walter Verdin del lavoro di Paxton, che nel 1986 aveva presentato una performance intitolata The Goldberg Variations by J.S. Bach, played by Glen Gould, improvised by Steve Paxton.

Le Variazioni Goldberg (1741-1745) di Johann Sebastian Bach sono entrate ormai di diritto nel panorama sonoro della danza contemporanea. Si tratta di un’opera per clavicembalo composta da trentadue esercizi basati su rigorosi schemi matematici. La danza contemporanea, nata per opporsi al rigore della tecnica e con l’obiettivo di trasmettere concetti, sentimenti, istanze politiche e sociali, ha fatto buon uso del rigoroso compositore settecentesco. La stessa opera è stata interpretata e improvvisata anche da Virgilio Sieni (Solo Godlberg) e da Adriana Borriello (Duo Goldberg) ed è diventata un classico nell’ambito del contemporaneo.

Konjar si appropria dello spazio a partire dalle zone più remote della scena, mostrandosi attraverso flex, torsioni, giochi di equilibrio e salti. Traccia percorsi attraverso mani e braccia, usa la gravità e il pavimento per generare un moto continuo, pressoché privo di picchi di tensione narrativa. Il performer danza e canta, mette a disposizione tutto il proprio organismo; non esclude neppure la propria ombra, che si staglia (anch’essa danzando) sullo sfondo nero. La danza contemporanea – che al profano può apparire libera e priva di norme – è frutto di un costante allenamento fisico e mentale. Il lavoro di Paxton, osservato e assimilato, viene scomposto e affidato a una pratica improvvisativa che, come nella variazione musicale, è composta da un tema e dalla variazione dello stesso. Si sottolinea che modificare non è sinonimo di negazione o sostituzione di quello che è stato: è piuttosto un contributo, un approfondimento.

Le Goldberg Variations di Jurij Konjar, sempre rinnovate e sempre diverse replica dopo replica, si inseriscono in una tradizione di danza contemporanea ben consolidata: l’improvvisazione si basa su un alfabeto in larga parte precostituito. Sono chiari i riferimenti, i maestri. Sono evidenti le tecniche: si pensi a Martha Graham e al suo contraction and release, si pensi soprattutto a Doris Humphrey e al suo fall and rise again. Il danzatore si abbandona alla gravità e la vince; cede e reagisce alla caduta. Ma a differenza delle “madri” della danza moderna, che concepivano il corpo come un tempio da tutelare e rispettare nella sua libertà, i danzatori contemporanei tendono ad andare oltre, utilizzandolo come un terreno da esplorare e da conoscere nelle sue infinite possibilità, nel bene e nel male.



Goldberg Variations
cast cast & credits
 



© Hans Schubert

© Hans Schubert

Spettacolo visto a CANGO (Firenze) il 4 marzo 2023


 
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