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Dawson, Duato, Kratz, Kylián: uno spettacolo tetragono

di Gabriella gori
  Dawson / Duato / Kratz / Kylián
Data di pubblicazione su web 16/02/2023  

È un polittico di grande eleganza e raffinatezza Dawson, Duato, Kratz, Kylián, messo in scena al Teatro della Scala di Milano con Roberto Bolle e il Balletto scaligero per mostrare uno spaccato della danza contemporanea d’autore ed esaltare la versatilità di una compagine di eccelso valore. Una levatura di cui il direttore Manuel Legris può andare fiero per la perfezione tecnica raggiunta e la capacità di interpretare stili e linguaggi differenti che spaziano con nonchalance dal classico accademico, al neoclassico cangiante, al contemporaneo sperimentale. Insomma un Corpo di Ballo che continua a entusiasmare e a riempire la Scala di spettatori e di applausi scroscianti.

Il successo dunque non poteva non arridere anche a questo quadrittico che si configura come uno spettacolo tetragono per la salda e incrollabile solidità scenica degli interpreti e la disposizione dei pezzi ai quattro angoli di un immaginario quadrilatero.

Ad aprire il sipario è Anima Animus di David Dawson, uno degli esponenti più accreditati della contemporaneità coreutica che sonda le infinite possibilità del linguaggio accademico alla ricerca del senso del gesto e dell’accadimento danzati.

Creato nell’aprile del 2018 per il San Francisco Ballet sul Violin Concerto n. 1 di Ezio Bosso, Anima Animus debutta al Piermarini e traduce in danza il dualismo che caratterizza l’essere umano nella compresenza dell’elemento maschile nell’anima femminile e dell’elemento femminile nell’animo maschile. Una dualità chiastica approfondita dalla psicologia analitica di Jung e suggerita dai costumi bianchi e neri di Yumiko Takeshima e dalle luci di James F. Ingalls, che illuminano l’enorme rettangolo chiaro di John Otto.

Scena del balletto Anima Animus

In questo lavoro la danza diventa poesia e il fraseggio musicale di Bosso trova il suo corrispettivo nel fraseggio corografico di Dawson in un fluire di figurazioni neoclassiche di stampo blanchiniano e vibranti di dinamismo contemporaneo. Arabesques, lifts, torch lifts, pirouettes, ponchés, jetés, pas de trois, ensembles si susseguono senza posa inondati di una luce quasi divina che trascina lo spettatore in un coinvolgente viaggio animico.

Alice Mariani, Martina Arduino, Marco Agostino, Nicola Del Freo, Timofej Andrijashenko, Mattia Semperboni, Alessandra Vassallo, Gaia Andreanò, Maria Celeste Losa, Marta Gerani sono i perfetti protagonisti di un pezzo di alta fattura che entra a pieno titolo nel loro repertorio e lo arricchisce.

E se la felice collaborazione con l’inglese Dawson è agli inizi, consolidata è invece quella con Nacho Duato che nel 2014 e nel 2016 ha presentato al Piermarini la sua versione dello Schiaccianoci. Direttore della Compagnia Nazionale di Danza di Spagna, dello Staatsballet di Berlino e attualmente del Teatro Michailowskij, Duato si ripresenta con Remanso proposto per la prima volta alla Scala da Roberto Bolle, Nicola Del Freo e Mattia Semperboni.

Firmato nel 1997 per l’American Ballet Theater, Remanso è un divertissement contemporaneo pensato per tre uomini che appaiono e scompaiono alla vista dietro a un enorme parete rettangolare ideata da Duato, autore anche dei costumi. Ispirato a una poesia di Federico García Lorca sui Valse poéticos di Enrico Granados, eseguiti dal vivo al pianoforte da Takahiro Yoshikawa, è un inno alla fisicità e alla giocosità maschili in cui questo formidabile trio, a seconda dell’appoggio che la parete suggerisce, si muove tra aggrovigliati intrecci e agonistiche tenzoni, rischiarati dalle luci di Brad Fields.

Scena del balletto Remanso
Scena del balletto Remanso

In prima assoluta è Solitudes Sometimes del giovane Philippe Kratz. Un dancemaker di cui il Balletto scaligero ha già interpretato SENTieri nel 2021 e ora ritorna con questa creazione, commissionatagli da Legris. Danzatore carismatico di Aterballetto e coreografo talentuoso, Philippe ha negli anni maturato un linguaggio e uno stile personali in cui la danza e le fonti di ispirazione non hanno confini. Tratto dal Libro dell’Amduat, un documento funerario dell’antico Egitto incentrato sul percorso nell’aldilà di Ra, il dio Sole, e della sua rinascita, Solitudes Sometimes è accompagnato dalla musica di Thom Yorke e dei Radiohead, mentre le ariose scene sono a firma di Carlo Cerri e Kratz.

Nella coreografia la direzione del movimento va da sinistra a destra e la postura del corpo si mantiene prevalentemente eretta, come nell’iconografia egiziana, alternando frontalità e lateralità delle pose di testa, spalle, gambe e braccia, fino ad arrivare alle camminate scivolate en arrière “alla Michael Jackson”. La creazione procede compatta tra prese, lifts, off balance, che a loro volta generano soli, duetti, piccoli insiemi, ed è impreziosita dai costumi d’oro di Francesco Casarotto e incastonata nelle videoproiezioni di Cerri e di OOOPSTUDIO.

Scena del balletto Solitude Sometimes
Scena del balletto Solitude Sometimes

Solitudes Sometimes è un pezzo interessante che se da un lato ricorda la cifra stilistica di Aterballetto, dall’altro conferma l’evoluzione coreografica ed espressiva di Kratz che si affranca dal suo ingombrante modello. Nicoletta Manni, Camilla Cerulli, Alessandra Vassallo, Stefania Ballone, Linda Giubelli, Timofej Andrijashenko, Caludio Coviello, Domenico di Cristo, Christian Fagetti, Navrin Turnbull, Andrea Crescenzi, Andrea Risso, Gioacchino Starace, Rinaldo Venuti sono a loro agio e bene rendono lo sperimentalismo contemporaneo di Kratz.       

Bella Figura di Jiří Kylián torna al Piermarini dopo il debutto scaligero nel 2009 ed è un ennesimo trionfo. Realizzato da Kylián nel 1995 per il Nederlands Dans Theater, questo capolavoro mostra ancora inalterato il suo fascino e rinsalda i rapporti tra il maestro del lirismo contemporaneo e il Corpo di Ballo della Scala, che ha già all’attivo altre perle “kyliáne” come Petit Mort, Symphony of Psalms, Sechs Tänze.

Scena del balletto Bella figura
Scena del balletto Bella Figura

In Bella Figura si assiste al coinvolgente farsi di una danza lirica dalle linee perfette e aggraziate che si snoda tra duetti, terzetti e gruppi, e prende le mosse da un inizio “metadanzato”. Il sipario si apre mentre i ballerini eseguono il riscaldamento, rompendo l’illusione scenica e svelando al pubblico i segreti di un’arte effimera e afasica. Ma ecco che all’improvviso tutto torna nei ranghi e sulla musica contemporanea di Lukas Foss, ma soprattutto barocca di Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro Marcello, Antonio Vivaldi e Giuseppe Torelli, il frusciare di flessuosi corpi in moto perpetuo travolge e affascina lo spettatore. Le scene di Kylián accentuano l’atmosfera ovattata con le maestose tende, le candele accese in un braciere, che emanano una luce soffusa ai lati del palcoscenico, il sipario che sale e scende, delimitando lo spazio d’azione. Le rosse e setose gonne gonfie di Joke Visser assecondano il ballo di danzatori e danzatrici a torso nudo in un vorticoso volteggiare, accarezzato dalle calde luci del maestro.

Antonella Albano, Alice Mariani, Marta Gerani, Giulia Lunardi, Giulia Schembri, Marco Agostino, Claudio Coviello, Emanuele Cazzato, Marco Messina sono favolosi e, sommersi dagli applausi, decretano il successo di uno spettacolo di gran classe.




Dawson / Duato / Kratz / Kylián


Anima Animus
cast cast & credits
 


Remanso
cast cast & credits
 


Solitude Sometimes
cast cast & credits
 


Bella Figura
cast cast & credits
 



 
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