«Nelledificio in costruzione,
sullarida terra di Arizona, Morris Chang, novantuno anni, vede uniti il
suo passato e avvenire. Fondatore dellimpresa di chip elettronici TSMC, non
può mascherare lamarezza: “La globalizzazione è morta, il libero-scambio è
morto, penso che non lo rivedremo tanto presto”. Peraltro era lì per celebrare
un lieto evento. Con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e i
capi di Apple, AMD o Nvidia, tra i suoi principali clienti, assisteva alla
cerimonia dapertura di una fabbrica elettronica gigantesca, la prima da molto
tempo su suolo americano. I due attori del dramma erano sul podio. Il creatore
Chang che negli anni Ottanta teorizzò e lanciò la grande ondata di
globalizzazione dellindustria elettronica, e il becchino Biden. Ampliando la
guerra commerciale alla Cina lanciata da Donald Trump, lattuale
inquilino della Casa Bianca ha dato il colpo di grazia vietando lexport di
tecnologia verso la Cina e riversando fiumi di sovvenzioni per attrarre nuovi
stabilimenti sul suo territorio». «In questo contesto, non stupisce che il 53°
Forum economico di Davos, lunedì 16-venerdì 20 gennaio, abbia scelto come tema
principale “Cooperare in un mondo frammentato”» (P. Escande, A Davos,
lombre de la démondialisation, in «Le
Monde», 18 gennaio 2023, on line).
Nel 1936 John
Maynard Keynes in «General Theory of employment,
interest and money gettò le basi della teoria macroeconomica moderna. Negando la visione, tipica delleconomia classica, secondo
la quale lofferta di beni crea sempre la propria domanda, K. mise in
discussione la spontanea tendenza del sistema concorrenziale alla piena
occupazione e mostrò come il sistema economico possa attestarsi in una
condizione caratterizzata da equilibrio fra domanda e offerta di beni,
accompagnato però da sottoccupazione di capitale e lavoro. La teoria di K.
poggia su tre concetti fondamentali. Il primo è dato dalla funzione del
consumo, secondo la quale il consumo cresce meno che proporzionalmente al
reddito. Il secondo riguarda lefficienza marginale del capitale, secondo la
quale gli investimenti variano sulla base di aspettative incerte e mutevoli in
merito al loro saggio di rendimento atteso. Il terzo concetto è dato dalla
funzione della preferenza per la liquidità, secondo la quale il saggio
dinteresse è un fenomeno puramente monetario, anchesso determinato dallincertezza.
Questa analisi spiega la tendenza degli investimenti a rimanere a un livello
troppo basso per ottenere la piena occupazione e la necessità dellintervento
dello Stato, attraverso investimenti pubblici e politiche monetarie espansive,
per riportare e mantenere il reddito nazionale a livello compatibile con tale
obiettivo» (Enciclopedia Treccani, on
line).
Lo confermarono i “Gloriosi
Settanta”, anni di storico sviluppo non solo economico. Col necessario lievito
politico anche «la globalizzazione sarà ridisegnata. La guerra in Ucraina ha
fatto emergere con particolare violenza le tensioni restate finora sotterranee
tra “libertà di scambio” e “libertà di scelta” che caratterizzano molte
interazioni tra Paesi con culture economiche, politiche e sociali spesso molto
diverse e apparentemente difficili da conciliare». «Lesito più probabile di
questa riconfigurazione strategica a livello mondiale non sembra poter essere
tanto la deglobalizzazione temuta o auspicata da molti commentatori, quanto una
riglobalizzazione selettiva, una ridefinizione cioè delleconomia globale per
gruppi integrati di paesi affini, coalizioni in competizione tra loro per
legemonia economica, politica e
culturale, sullo sfondo di un riequilibrio di forze tra Paesi industrializzati
occidentali e Paesi emergenti, soprattutto asiatici» (G. Ottaviano, Riglobalizzazione. Dallinterdipendenza tra
Paesi a nuove coalizioni economiche, EGEA, recensito da P. Bricco, La
globalizzazione va capita bene e reinterpretata, in «Il Sole 24 ore», “Domenica”, 9
ottobre 2022, p. II).
Gruppo integrato di paesi affini è
già oggi lUE in un mondo di stati arroccati su complessi militar-industriali
denunciati da Eisenhower nel 1961 a fine presidenza: «Solo una
cittadinanza attenta e ben informata può obbligare a unire adeguatamente
lenorme apparato di difesa industriale e militare con i nostri metodi e
obiettivi pacifici, in modo che la sicurezza e la libertà possano prosperare
insieme» (https://it.alphahistory.com/). Ma la globalizzazione ha moltiplicato
gli stati-tribù militar-industriali. «Essendo nato durante loccupazione
nazista e cresciuto dal lato sbagliato della Cortina di ferro, con una storia
familiare rappresentativa delle origini nazionali e linguistiche spesso
complesse degli europei, lEuropa odierna mi appare – con tutte le sue carenze
– un risultato straordinario, troppo bello per crederci. Sicuramente,
considerati i traguardi raggiunti, vale la pena raddoppiare i nostri sforzi
nella ricerca di compromessi capaci di riportare lunità tra le differenti
nazioni. Invece, decenni di pace e prosperità vengono dati per scontati, e gli
inciampi e le difficoltà (in alcuni casi inevitabili, in altri imperdonabili)
sono serviti a riaccendere vecchi pregiudizi e animosità. Il mio desiderio per
lEuropa: cercate di farcela. Un eventuale fallimento non va preso alla
leggera». Così Vaclav Smil, classe 1943, boemo naturalizzato canadese,
docente emerito di scienze ambientali allUniversità di Manitoba (I numeri non mentono. Brevi storie per
capire il mondo, Torino, Einaudi, 2021, pp. 67-68).
Madre delle rivoluzioni, lEuropa da
decenni costruisce nellUE una «economia globale per gruppi integrati di paesi
affini» ed è matura per un reale governo europeo, anche perché «i deputati
europei, abituati a operare in isolamento e a gestire internamente gli abusi,
sembrano più che mai esposti ai rischi di ingerenza» (Ingérences: les élus
européens à lère du supçon, in «Le
Monde», 24 gennaio 2023, on line).
Salto di qualità indispensabile in
unepoca di pessimismo culturale.
Pessimismo culturale, scrive Oliver Bennet, direttore del Centre for
Cultural Policy allUniversità di Warwick, è «la convinzione che la cultura di
una nazione, di una civiltà o dellumanità stessa sia alle prese con un irreversibile
processo di decadenza». «Secondo Oliver James ciò può essere
ricondotto allimpatto sociale del “nuovo capitalismo”, che sta producendo
unepidemia di “impotenza appresa”, “confronto sociale non adattativo” e “attaccamento
ansioso”». «Se James ha ragione – come io ritengo – ad ipotizzare che negli
ultimi decenni tali disturbi siano stati aggravati dalle condizioni del “nuovo”
capitalismo, si può dire che nel mondo postmoderno il pessimismo culturale sia
non solo un giudizio sulla nostra cultura, ma anche una struttura del
sentimento che costituisce sempre più un prodotto della nostra cultura» (Pessimismo culturale, Bologna, il
Mulino, 2003, pp. 7 e 249).
La “fine della storia” profetizzata
nel 1989 dopo il crollo dellURSS (e il precedente della Russia zarista) era un
errore, che Francis Fukuyama riconobbe nel 2017, ma ormai il progetto
del mercato globale era stato imposto. «Ovunque cè progetto, ci sono rifiuti.
Nessuna casa è davvero finita prima di aver ripulito il cantiere dai materiali
residui. Quando si progettano le forme della convivenza umana, i rifiuti sono
esseri umani. Gli esseri umani che non si adattano alla forma progettata né
possono esservi adattati» (Z. Bauman, Wasted
Lives. Modernity and its Outcats, Cambridge, Polity Press, 2004, p. 30).
«Forse lunica industria fiorente dei paesi ritardatari (subdolamente e
ingannevolmente soprannominati paesi in via di sviluppo) è la produzione di
massa di profughi» (ivi, p. 73). Già dopo lattentato alle Torri Gemelle a New
York l11 settembre 2001, su «The
Guardian» Garry Younge concludeva «che il 10 settembre il mondo
era “luogo senza legge” dove sia i ricchi sia i poveri sapevano che “il potere
è diritto”» (ivi, p. 74). Oggi lo conferma una cronaca sempre più cupa. «Il
mondo delle Compagnie militari private (Cmp), o “mercenari”, sta invadendo
lAfrica. Mentre la stampa internazionale continua a focalizzarsi sulla Wagner
russa, numerose società di sicurezza occidentali, mediorientali e asiatiche,
molto più potenti di Wagner, sono riuscite a firmare contratti con decine di
Stati africani» (M. Fraschini Koffi, Dagli eserciti privati in Africa il
rischio di una colonizzazione, in «Avvenire»,
13 gennaio 2023, p. 3). E in Italia, «la guerra alle organizzazioni non
governative, le Ong, che salvano persone in mare è una cifra identitaria del
nazional-populismo italiano e europeo» (M. Ambrosini, Laltra guerra senza
senso, in «Avvenire», 29
dicembre 2022, pp. 1-2).
Ogni guerra genera inflazione e,
«quale che sia la causa, le società che lasciano entrare linflazione
dovrebbero aspettarsi qualcosa più della semplice caduta del loro tenore di
vita» (The great inflation of the 1500s is echoing eerily today, in «The Economist», 20-24 dicembre 2022, on
line). Addirittura «brutti tempi per i ricchi», inclusi Elon Musk,
Tim Cook, Mark Zuckerberg. «Lannata cattiva si spiega anzitutto
con la fine della politica di denaro gratis che nella pandemia Covid 19 aveva
dato le ali al capitalismo di borsa. Azzerati da marzo 2020, i tassi direttori
della Banca centrale Americana superano ora 4,24%. Wall Street è su
valorizzazioni pre-pandemiche, cura dimagrante per i più ricchi».
«Paradossalmente la situazione è più favorevole per i salariati in fondo alla
scala. In pandemia hanno avuto indennità di disoccupazione anche superiori ai
salari, la scarsità di manodopera consentiva di ottenere aumenti» e ora «il 50%
più povero di americani detiene il 3,3% invece dell1,9% di ricchezza
nazionale» (A. Leparmentier, Big Tech: la récession des riches aux
Etats-Unis, in «Le Monde»,
25 gennaio 2023, on line). Ma il casinò di borsa va e «gli ultimi risultati dei
fondi speculativi illustrano spettacolarmente questo asserto noto dal 1932»,
«quando il più famoso economista del XX secolo, John Maynard Keynes, lha capito» (P. Lescande, Le casino de la
Bourse tourne à plein, «Le Monde»,
25 gennaio 2023, on line).
Tuttavia, «IRA è lacronimo
dellanno, in tutte le conversazioni al Forum di Davos in Svizzera. Adottando
in agosto 2022 lInflation Reduction Act, Joe Biden ha fatto centro».
«Obiettivo non è tanto contenere linflazione, compito della Riserva federale,
quanto accelerare la decarbonizzazione delleconomia finanziando a colpi di
sovvenzioni il ritorno della produzione su suolo nazionale». «Il dibattito che
solleva questo nuovo dato va al di là della questione della competitività».
«Linvisibile dipendente di base è divenuto, causa la pandemia, loggetto di
ogni attenzione. “È la prima volta che vedo imprese capire il nesso tra il
sociale e leconomia” assicura Christophe Catoir, presidente di Adecco,
società di lavoro interinale. Nessun improvviso altruismo, ma il riconoscimento
di un nuovo rapporto di forza che spinge le imprese a togliere il piede dai
licenziamenti, come invece si fece nella crisi finanziaria del 2008». «“La
pandemia (di Covid-19) ha accelerato la riforma del contratto che lega il
dipendente al datore di lavoro”, conferma Martine Ferland,
amministratrice delegata della società di consulenza e assicurazione Mercer. E
questo è solo linizio» (P. Escande, Lemployé de base, star de Davos, «Le Monde», 19 gennaio 2023, on line).
Leva dei miracoli economici tedesco
e italiano, leconomia sociale di mercato – lo stato interviene dove il mercato
fallisce socialmente – è nel Trattato di Lisbona. È il nostro vantaggio
competitivo globale, individuato fin dal 1962 dallo storico delleconomia Carlo
M. Cipolla: «Non sappiamo che cosa sia la felicità umana, ma sappiamo che
cosa non è. Sappiamo che la felicità umana non può prosperare dove dominano
lintolleranza e la brutalità. Non cè nulla di più pericoloso del sapere
tecnico quando non è accompagnato dal rispetto per la vita e per i valori
umani. Lintroduzione di tecniche moderne in ambienti che sono ancora dominati
dallintolleranza e dallaggressività è uno sviluppo estremamente allarmante» (Uomini, tecniche, economie, Milano, Feltrinelli,
1990, p. 142). La guerra di Putin trascina anche i governi nazionali UE
a esaurire le proprie risorse in armi. «Come scrissi altrove: “Il fatto di
istruire un selvaggio nelluso di tecniche avanzate non lo trasforma in una
persona civilizzata, ne fa solo un selvaggio efficiente”. Il progresso etico
deve accompagnarsi allo sviluppo tecnico ed economico. Mentre insegniamo le
tecniche, dobbiamo anche insegnare il rispetto per la dignità e il valore e il
carattere sacro della personalità umana. Se non vogliamo che la fine sia
peggiore dellinizio è necessario intraprendere unazione urgente» (ibid.)
Specie nel laboratorio Italia, che
si reinventa lanarchia, il futuro è questo progetto politico affidato al
Governo Europeo e al Parlamento Europeo riformato in due Camere, Deputati e
Senatori, in luogo del Consiglio Europeo e del Consiglio dEuropa, gruppi
statali di pressione a loro volta esposti ai gruppi di interesse privati, tanto
tecnicamente preparati quanto politicamente irresponsabili.
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