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Lo Schiaccianoci di Rudolf Nureyev tra bifrontismo e bifrontalità

di Gabriella Gori
  Lo Schiaccianoci
Data di pubblicazione su web 22/01/2023  

Lo Schiaccianoci di Rudolf Nureyev, andato in scena al Teatro della Scala di Milano, è un “balletto d’occasione” che inaugura la stagione coreutica del Piermarini e celebra importanti ricorrenze. Fra queste il trentennale della scomparsa di Nureyev, avvenuta il 6 gennaio 1993, e il ritorno alla Scala di questa versione “nureyeviana” a sedici anni dall’ultima apparizione nel 2006 e dopo quelle di Nacho Duato nel 2014 e di Balanchine nel 2018. 

Una ripresa storica a cui non è estranea la volontà del Direttore del ballo, Manuel Legris, di rendere omaggio al suo maestro (che nel 1986 lo nominò étoile del Balletto dell’Opéra di Parigi) e di continuare a tributargli onori con la messinscena di suoi balletti. Lo stesso Legris, insieme a Aleth Francillon, ha infatti rimontato questo Schiaccianoci, che ha registrato il sold out in tutte le rappresentazioni, e a settembre riproporrà Il Lago dei cigni, che Nureyev creò nel 1964.

Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala 

Degne di nota sono anche le coincidenze che legano questo titolo all’attesissimo protagonista Jacopo Tissi, che lo ha interpretato assieme alla Prima ballerina Martina Arduino il 31 dicembre e il 4 e 7 gennaio. Tissi a undici anni era tra i ragazzini dello Schiaccianoci di Nureyev nell’edizione del 2006 e ora a ventotto debutta in questo capolavoro nella “sua” Scala. Quella Scala in cui lui torna come étoile ospite e a un anno di distanza dalla prestigiosa nomina a Primo ballerino del Bolshoi, avvenuta il 31 dicembre 2021 con lo Schiaccianoci di Grigorovich. Un titolo e un ruolo che non ha esitato a lasciare per lo scoppio della guerra russo-ucraina. 

Lo Schiaccianoci di Nureyev, che “il Tartaro volante” creò nel 1968 sull’archetipo di Petipa e Ivanov del 1892, musicato da Čajkovskij, può definirsi un Bildungsballet psicologico, ovvero un balletto di formazione in cui la piccola Clara si scopre adolescente attraverso l’amore per il bel principe Schiaccianoci, ma non è peregrino ravvisarvi l’influenza di Freud. Del resto all’epoca in cui Hoffman scrisse il racconto Der Nussknacker und der Mäusekonig nel 1816, da cui è tratto il balletto, irresistibile era l’impulso all’introspezione che portava alla scoperta dell’inconscio e ad anticipare nella figura del doppio quelli che sarebbero stati i tratti fondamentali della psicanalisi.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala 

Il bifrontismo contraddistingue questa rilettura che, apparentemente per bambini, diventa una favola per adulti, ricordando Pinocchio di Collodi. La metamorfosi della fanciulla nella notte di Natale ha nel padrino Drosselmeyer il deus ex machina: è lui che farà dono alla ragazzina dello schiaccianoci e sempre lui la affascinerà e prenderà le sembianze, nell’inconsapevole transfert onirico di Clara, del bel principe Schiaccianoci.

Nureyev sposta il focus sull’inconscio di Clara e sul difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza, prodromo dell’età adulta. La focalizzazione è interna, in quanto il punto di vista è quello di lei, e ridotte sono le parti favolistiche e pantomimiche del modello “petipatiano”, tanto da trasformare questo ballet d’action tardo ottocentesco in un ballet d’action novecentesco.

Nel primo atto l’elegante dimora del Sindaco, il dott. Stahlbaum padre di Clara, è austera, seriosa e non concede quasi nulla alla fuorviante ridondanza delle ricche e opulente case signorili dei primi dell’Ottocento. Gli stessi amici di Clara e del fratello Fritz, presenti alla festa della vigilia di Natale con i loro genitori, rappresentano la parte infantile di Clara, mentre Drosselmeyer, che porta giocattoli ai piccoli invitati, ha il compito di contribuire alla maturazione della sua protégée

Nell’iniziale sogno di Clara i topi, che tentano di acchiappare lo Schiaccianoci, e le bambole che lei lancia contro di loro per difenderlo, incarnano le paure ma anche il suo coraggio; lo Schiaccianoci che all’improvviso prende vita e con i suoi soldati si getta contro il Re dei topi in una battaglia senza esclusione di colpi, altro non è che l’allegoria dello scontro tra gli angeli e i demoni che affollano la nostra mente. Anche l’eroico gesto di Clara, che scaglia contro il Re la sua scarpetta, e la trasformazione dello Schiaccianoci in principe riflettono il bifrontismo psicologico.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala 

La compresenza di sentimenti ed emozioni contrastanti ritorna anche nel secondo atto, quando più ingombrante si fa la bifrontalità nell’immaginario di Clara: i pipistrelli che la terrorizzano nella grotta sono la trasfigurazione dei suoi peggiori incubi e lei, grazie allo Schiaccianoci, riuscirà a scacciarli scoprendo che in realtà sono i suoi genitori, parenti e amici. Alla fine Clara, svegliata dai genitori, torna alla realtà: il ricevimento è finito come il suo sogno. L’ultima scena la vede uscire di casa con il suo pupazzo schiaccianoci mentre Drosselmeyer se ne va lasciandola adolescente, pronta per affrontare la vita che verrà. 

Un balletto geniale, forse lo Schiaccianoci più intrigante della letteratura coreutica, che resta un capolavoro anche nella partitura coreografica che si sposa alla perfezione con la straordinaria e inarrivabile musica di Čajkovskij, eseguita al Piermarini dall’Orchestra del Teatro alla Scala, magistralmente diretta da Valery Ovsyanikov.

Il recupero filologico di questo Schiaccianoci scaligero si ritrova anche nell’allestimento originale, sobrio e raffinato, e nei sontuosi costumi di Nicholas Georgiadis, scenografo e costumista all’epoca collaboratore di Nureyev. Il corteggio delle scene corali predomina nel primo atto e vede in azione il gruppo dei bambini che animano la festa, le danze dei parenti, l’arrivo dei topi e dei soldatini fino al niveo e suggestivo valzer dei fiocchi di neve che, in un hortus conclusus, introduce il superbo pas de deux di Clara e il Principe.


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala 

La coralità riempie anche il secondo atto inframmezzata però dai divertissements della danza spagnola, della danza araba, della danza cinese, della danza russa e della danza pastorale. Alla scena lugubre dei neri pipistrelli risponde l’arioso valzer dei fiori ma in questo caso a volteggiare in una maestosa sala da ballo è un nugolo di coppie che anticipa l’entrata del grand pas de deux in cui Clara scopre l’amore fra le braccia del suo Schiaccianoci.

Marina Arduino, al suo debutto nel ruolo, è un’interprete-danzatrice brava e precisa che coglie di Clara il duplice aspetto infantile e adolescenziale. Puntuali sono i virtuosismi nei passi a due in cui tiene equilibri, sciorina difficili pirouettes e fouettes en dedans. Jacopo Tissi è un vero danseur noble e il suo carisma si vede e si sente, anche se dà il meglio di sé non come Drosselmeyer, un personaggio più paterno che virile e poco “alla Nureyev”, bensì brilla nelle batterie, nei salti, nel manège, nei tour, nella difficile presa in arabesque in chiusura del primo atto, confermandosi un vero fuoriclasse. 

Tra gli interpreti Camilla Cerulli e Domenico Di Cristo sono seducenti nella danza spagnola, conturbante è la coppia formata da Antonella Albano e Marco Agostino nella danza araba, pieno di brio è il trio Mattia Semperboni, Christian Fagetti e Andrea Lochmann nella danza cinese, vitale è il duo Francesca Podini e Gabriele Corrado nella danza russa, e deliziosi sono i settecenteschi Alessandro Paoloni, Linda Giubelli e Alessia Auriemma nella danza pastorale.  


Un momento dello spettacolo
© Brescia e Amisano Teatro alla Scala 

Il Corpo di ballo, degno delle più blasonate compagini internazionali, dà grande prova di sé nelle danze d’insieme e bravi sono gli allievi della Scuola diretta da Frédéric Olivieri, come pure il Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Marco De Gaspari

Uno spettacolo memorabile sommerso dagli applausi di un teatro gremito all’inverosimile e in cui Rudolf Nureyev torna a risplendere col suo enigmatico sguardo e il suo fascinoso sorriso.



Lo Schiaccianoci
cast cast & credits
 


© Brescia e Amisano 
Teatro alla Scala

Spettacolo visto al Teatro alla Scala di Milano il 31 dicembre 2022





















































































Un momento dello spettacolo
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Teatro alla Scala


































































































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Teatro alla Scala
 
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