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Il fondo D’Amico e l’archivio Galli-Grazia: rarità e documenti di pregio in mostra a Lecce

di Elisa Cazzato
  Il fondo D’Amico e l’archivio Galli-Grazia: rarità e documenti di pregio in mostra a Lecce
Data di pubblicazione su web 17/01/2023  

Dal 30 settembre al 15 dicembre 2022, negli spazi del suggestivo Monastero degli Olivetani di Lecce, oggi Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Università del Salento, si è tenuta la mostra Le rarità della Biblioteca del Monastero degli Olivetani. I documenti esposti provengono dalla Biblioteca del Dipartimento che, oltre ad aggiornare il proprio patrimonio con pubblicazioni correnti a supporto dell’attività di studio e ricerca, conserva fondi di particolare pregio e volumi antichi di ambito storico, geografico e artistico, come il Fondo D’Amico e l’archivio dell’agenzia teatrale Galli-Grazia. 

La mostra, curata dalle bibliotecarie del Dipartimento, Angelica Masciullo e Maria Rosaria Tornese, è stata inaugurata durante la Notte dei ricercatori e delle ricercatrici (European Researchers’ Night), uno degli eventi divulgativi di maggior successo promossi e finanziati dalla Commissione Europea per sostenere e valorizzare la ricerca scientifica, in ogni ambito disciplinare. Tra i temi portanti delle iniziative in programma rientrava la narrazione del legame tra ricerca e territorio. 

La scelta è stata di prediligere i documenti di interesse teatrale e performativo dei fondi D’Amico e Galli-Grazia: fondi di grande prestigio conservati a Lecce e rappresentativi della (poco conosciuta) ricchezza custodita dalla biblioteca. Una decisione adottata con tenacia dalle curatrici per sottolineare una continuità indissolubile tra ricerca scientifica, conservazione e fruizione archivistica.

Documenti in mostra dall'archivio Galli-Grazia 

Nonostante la specificità dei fondi, i materiali sono stati esposti in modo chiaro e agevolmente fruibile da studiosi di tutte le discipline, bibliofili e curiosi. 

I materiali selezionati dal fondo D’Amico sono una piccola parte di questo tesoro nascosto a Lecce, che comprende oltre ai libri e alle riviste, anche le schede del catalogo e la preziosa fototeca (seppure quest’ultima sia momentaneamente non consultabile, con grande rammarico degli studiosi). Tra i libri più antichi esposti in mostra figurano il Dictionnaire portatif des théâtres, contenant l’origine des différentes théâtres de Paris stampato a Parigi nel 1754. Insieme a questo, altri testi del XIX secolo, almanacchi illustrati su spettacoli e tournées editi in tedesco o francese e documenti risalenti al periodo napoleonico in Italia, come il bollettino teatrale Feuilleton du journal de l’Empire, stampato a Napoli nel 1806 e allegato al Journal de l’Empire in formato 21x11cm. 

È una piccola parte di un fondo ricchissimo, messo insieme sotto la supervisione di Silvio D’Amico per realizzare l’Enciclopedia dello Spettacolo, uno dei più ambiziosi prodotti editoriali teatrali del dopoguerra, con voci che riguardano le tecniche teatrali, le persone e gli artisti, il varietà, le marionette, l’avanspettacolo, gli edifici teatrali, ecc.

Il Dictionnaire portatif des théâtres, Paris, chez Jombert, 1754

Pubblicata da Le Maschere di Roma tra il 1954 e il 1962, l’Enciclopedia dello Spettacolo è ancora oggi una pietra miliare negli studi di settore, ampiamente consultata dai ricercatori di teatro e arti performative. Per permetterne la redazione, la casa editrice acquistò numerosi volumi per i responsabili dei vari ambiti di redazione: testi drammatici, studi storico-critici, bibliografie. Per le sezioni relative al teatro francese e inglese furono acquistati, tra gli altri, volumi del Seicento, Settecento e Ottocento, in particolare storie di teatri e di compagnie, biografie di attori e repertori. L’impresa editoriale passò poi alla Fondazione Giorgio Cini (per cui si ricorda il prezioso contributo della studiosa Elena Povoledo) e infine alla SADEA, una collaborazione tra la Sansoni e la De Agostini. Alla prima edizione seguì una ristampa degli undici volumi che ebbe luogo tra il 1975 e il 1978. 

Nel 1971, il fondo D’Amico fu acquisito da parte dell’allora Università degli Studi di Lecce, quando Alessandro D’Amico, figlio di Silvio e capo-redattore dell’Enciclopedia, era titolare dell’insegnamento di Storia del teatro (tra il 1969 e il 1974). 

Di spiccato interesse per gli studiosi di teatro è la documentazione proveniente dall’archivio dell’agenzia teatrale Galli-Grazia, una piccola ditta in nome collettivo che concentrava nelle sue mani diversi cinematografi e cinema-teatri fino agli anni Venti del XX secolo e che gestiva il Teatro Apollo di Bologna nei primi decenni del Novecento. 

L’archivio contiene documenti, locandine e soprattutto lettere che attori, artisti e compagnie teatrali trasmettevano all’agenzia teatrale bolognese per ottenere possibili ingaggi. Materiale variegato e quanto mai prezioso, che dà un notevole contributo alla ricostruzione della vita del teatro italiano di quegli anni, permette di comprendere le modalità di ingaggio degli artisti e le ragioni che ne escludevano altri, fornisce nomi di attori e di compagnie più o meno noti e dà informazioni sugli gli onorari richiesti per le esibizioni. Tra i materiali selezionati per la mostra è curioso e particolarmente espressivo del contenuto dell’archivio il caso di un’artista, nota con il nome d’arte di Petite Rose, che si promuove come “celebre artista internazionale” attraverso un manifesto-foto illustrato, indirizzato all’agenzia. Gli appunti dell’impresario Galli-Grazia, segnati a margine con inchiostro rosso, schedano l’artista, ridimensionandola come una semplice «vedette con poca voce, seppur aggraziata».


Il manifesto con i giochi dei piccioni ammaestrati 

Altri materiali si riferiscono a pratiche circensi, giochi acrobatici e con animali, come il manifesto che riporta un percorso eseguito da piccioni ammaestrati. Una pratica performativa che effettivamente fu un cavallo di battaglia dell’italiano Antonio Franconi, uno dei fautori del circo moderno, emigrato a Parigi a metà ’700 e la cui famiglia restò attiva in ambito circense sino alla fine del ’900.

I materiali esposti dall’archivio Galli-Grazia restituiscono uno spaccato delizioso e raro delle pratiche di distribuzione dello spettacolo, della rete teatrale, della circuitazione di artisti e generi della scena teatrale degli anni ’20. L’Agenzia Galli-Grazia gestiva infatti il Teatro Apollo di Bologna e questo potrebbe essere il valore aggiunto allo studio dei contenuti archiviati, non ancora inventariati né classificati, che potrebbero rivelare anche scambi con artisti di fama, come ad esempio il carteggio di Lydia Johnson, al secolo Lydia Abramovic, attrice russa fuggita in seguito alla Rivoluzione di Ottobre. 

A compendio della mostra, sono stati esposti anche altri esemplari del patrimonio antico e di pregio della Biblioteca, tra cui volumi del XVIII e XIX secolo di storia, geografia, arte. Sono stati scelti, ad esempio, una Bibbia ebraica dei primi anni del Novecento, la tavola Geografia primitiva de’ Greci secondo Omero, Esiodo, Erodoto contenuta in un dizionario dei termini relativi alla geografia del 1852, alcune stampe di particolari disegni del 1881 contenuti nella rivista «L’illustrazione italiana», frontispizi e copertine di notevole pregio. La mostra includeva alcuni volumi della collezione di archeologia navale dell’editore ANCRE di Nizza, acquisita di recente dalla Biblioteca per le attività del Laboratorio di fotosub e monitoraggio dei sistemi costieri, diretto dal professor Giuseppe Piccioli Resta. Le tavole contenute nei volumi consentono la riproduzione in scala delle imbarcazioni a vela del periodo classico (1650-1850). È stata eccezionalmente concessa per la mostra l’esposizione della fregata francese La Vénus, realizzata in scala 1:48 in tecnica di modellismo d’arsenale dal maestro Franco Fissore di Sanremo.

La sezione della mostra relativa alle imbarcazioni







La locandina



Il manifesto di "Petite Rose"

 
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