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In scena la radiosa e salvifica Bellezza

di Gabriella Gori
  Variazioni di Bellezza
Data di pubblicazione su web 20/10/2022  

È ravissante il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala al TAM, il Teatro Arcimboldi di Milano che lo ospita con Variazioni di Bellezza dopo la messinscena del Don Chisciotte dello scorso anno. Un gradito ritorno che impreziosisce il cartellone del Teatro meneghino e pone le basi per una auspicabile e duratura collaborazione tra la Scala e il TAM. 

Per questa attesa e applauditissima rentrée il direttore Manuel Legris assembla pezzi d’autore, già presenti nel repertorio della Compagnia di Balletto scaligera, e altri di acquisizione più recente in una serata che presenta cinque coreografie che spaziano dal classico al contemporaneo. Un’occasione – sottolinea Legris – «per mostrare il nostro universo» e – aggiungiamo noi – per esibire uno stato di grazia che ha ormai recuperato la dimensione reale dell’esibizione dal vivo senza però dimenticare quella virtuale in streaming. Un’esperienza che non è andata persa e ha consentito a Legris di trasfondere in questo invidiabile organico la sua visione e la sua pratica della danza, mai disgiunte da perfezione, eleganza e bellezza. E se è vero che – come afferma il principe Miškin ne L’idiota di Dostoevskij – «la bellezza salverà il mondo», e niente in questo momento storico sembra più appropriato di tale affermazione, di sicuro il Corpo di Ballo della Scala e il suo direttore possono rivendicare di aver fatto e fare la loro parte, presentando in nome di quella salvifica venustà le loro Variazioni di Bellezza.


Una scena di Movements to Stravinsky 
© Artemisia Moletta Accademia Teatro alla Scala

Lo spettacolo, accompagnato dalla musica registrata dell’Orchestra del Teatro alla Scala, si apre con Movements to Stravinsky di András Lukács, già solista dell’Hungarian National Ballet, del Ballet Frankfurt, del Lyon Opéra Ballet, del Wiener Staatsballett e dal 2020 direttore del National Ballet of Györ. La creazione, nata per la Wiener Staatsballet nel 2017 ed entrata nel 2021 nel repertorio scaligero, si ascrive a uno stile sincretico che fonde neoclassico e contemporaneo, mischiando ad arte le punte e le mezze punte, i passi e le prese, gli enchaȋnements e i legati. Lukács, autore anche delle scene, dei costumi e delle luci, prende ispirazione da Pulcinella Suite, Les Cinq Doigts, Apollon Musagète, Suite Italianne di Stravinsky e mette in scena sei coppie di danzatori in body e pantacollant scuri, con gorgiere al collo e tutù bianco a forma di corolla. 

Movements to Stravinsky è un lavoro astratto e garbato, incentrato – spiega Lukács – «sulla bellezza e l’armonia del movimento» in un felice connubio con la musica stravinskyana. La nudità della scena e le luci chiaroscurali illuminano di taglio i protagonisti e le loro mosse figure tra duetti e ensemble. La Prima Ballerina Virna Toppi e il solista Gabriele Corrado nel passo a due da Apollon Musagète sono perfetti, come pure la prima ballerina Antonella Albano, i solisti Vittoria Valerio e Navrin Turnbull, Agnese di Clemente e Christian Fagetti, Gaia Andreanò e il corpo di ballo ben rappresentato da Eugenio Lepera, Paola Giovenzana, Frank Aduca e Andrea Risso.

Segue Verdi Suite, un divertissement con cui Legris nel dicembre 2020 inaugurava la sua direzione artistica. Inserita nell’evento in streaming A riveder le stelle nella stagione 2020-2021, Verdi Suite è un inno alla più pura dans d’école che fa bella mostra di sé sulla musica di Giuseppe Verdi e con gli stupendi costumi di Luisa Spinatelli e le calde luci di Andrea Giretti. Questa Suite, ampliata da Legris da cinque a diciannove interpreti, è un lusus coreografico di stampo neoclassico che nella bellezza e nell’eleganza esecutiva trova la sua ragione di essere, avvalendosi di interpreti straordinari: i primi ballerini Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, i solisti Maria Celeste Losa, Caterina Bianchi e Federico Fresi, insieme a Gioacchino Starace del (e con) il Corpo di ballo.


Una scena di Birds Walking of Water
 © Artemisia Moletta Accademia Teatro alla Scala

Ma non basta. The Labyrinth of Solitude di Patrick De Bana, un assolo creato nel 2011 per il bolshoniano Ivan Vasiliev e interpretato al TAM dal formidabile solista Mattia Semperboni, lascia senza fiato. De Bana, principal al Béjart Ballet e alla Compańia Nacional de Danza Nacho Duato, autografa un pezzo favoloso in cui la fa da padrona una solitudine labirintica che trascina il protagonista in un vortice in cui non esiste nulla se non l’io solo di fronte a sé stesso. Ecco allora che il solipsismo da esistenziale si trasforma in coreografico e la danza classicamente contemporanea – come non ricordare i manèges – emoziona gli spettatori. Passano così dieci minuti di grande impatto visivo ed emotivo in cui la bellezza performativa è resa ancora più struggente dalla musica barocca di Tommaso Antonio Vitali con la sua Ciaccona in sol min, e dal concept di De Bana fatto di minimalismo scenico, luci soffuse, fascianti pantaloni neri in lycra indossati da Semperboni. 

La quarta proposta è Birds Walking of Water di Natalia Horecna, già danzatrice con l’Hamburg Ballet, il Nederlands Dans Theatre e lo Scapino Ballet, che ha realizzato la coreografia per il Corpo di Ballo milanese su musiche di Arvo Pärt, Jean Sibeliu e Vladimir Martynov, nonché curato le scene, i variopinti costumi e le luci. Tre sono le coppie principali, cinque sono di appoggio e un uomo vestito di bianco, il primo ballerino Mick Zeni che ha da poco dato l’addio alle scene ma è tornato “capitano” al TAM, è alla testa del gruppo. In Birds Walking of Water la danza contemporanea diventa bellamente lirica e tutto scorre anche grazie alla carismatica presenza di Zeni che, simile a un novello Gesù, cammina sull’acqua e guida la prima ballerina Antonella Albano, i solisti Massimo Garron e Domenico Di Cristo e una nutrita schiera del ballo, nel viaggio nel mare della nostra esistenza.


Una scena di Paquita
 © Alice Colombo Accademia Teatro alla Scala

Il gran finale spetta allo spumeggiante divertissemnt tratto da Paquita e alle sontuose scenografie, a cui rispondono i ricchi costumi di Roberta Guidi Di Bagno e le preziose luci di Marco Filibeck. Vero e proprio fuoco di fila di virtuosismi accademici, questo divertissement è tratto del secondo atto del celebre balletto ottocentesco di Petipa su musica di Minkus e travolge il pubblico con le variazioni e il Gran Pas eseguiti con maestria dai ballerini, letteralmente sommersi dagli applausi. La prima ballerina Alice Mariani e il primo ballerino Timofej Andrijashenko sono eccezionali nel Grand Pas, e lo stesso dicasi per l’esibizione della prima ballerina Martina Arduino e della solista Maria Celeste Losa, come pure di Marta Gerani e Camilla Cerulli e degli altri colleghi del Ballo. 

L’ovazione degli spettatori ha decretato lo strepitoso successo di Variazioni di Bellezza e di una compagine tersicorea che, dal primo all’ultimo dei suoi coreuti, è degna delle più grandi compagnie di balletto del mondo per bravura, bellezza, eleganza e perfezione.




Variazioni di Bellezza


Movements to Stravinsky
cast cast & credits
 


Verdi Suite
cast cast & credits
 


The Labyrinth of Solitude
cast cast & credits
 


Birds Walking of Water
cast cast & credits
 


Paquita, divertissement
cast cast & credits
 



© Artemisia Moletta Accademia Teatro alla Scala

Spettacolo visto al Teatro Arcimboldi di Milano il 9 ottobre 2022

                                                 

 
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