Come
reagiresti se un passato doloroso e indelebile ti si presentasse davanti trenta
anni dopo nei panni di uno sconosciuto? E se questo passato non fosse solo il
tuo, ma quello di un intero paese?
Luomo più felice
del mondo
(titolo originale NajsreЌniot čovek na
svetot) è lultimo lungometraggio della regista macedone Teona Strugar Mitevska, candidato nella
sezione Orizzonti. Il film prende le mosse dal tempo presente, in una Sarajevo
che apparentemente sembra aver superato il dramma della guerra terminata nel
1995; tuttavia tensioni che sembrano oramai frutto di un passato remoto sono
solo assopite, covano sotto la superficie, pronte ad esplodere.
Lo
sa bene Asja, che a quarantanni ancora porta i segni del conflitto, con cui
ancora non riesce a fare i conti. E così, in una città ancora divisa, sia sul
piano sociale che su quello emotivo, si ritrova a partecipare a un gruppo di
incontro per persone sole. Qui incontra Zoran, che si rivela avere avuto un
ruolo cruciale e terribile nel suo passato, assieme carnefice e vittima,
segnato a vita da rimorso e dolore. A breve la sua presenza porterà a galla
tensioni che esploderanno in tutto il gruppo. Dove non cè stato spazio per il
perdono, dove il conflitto è solo stato nascosto sotto il tappeto, la
situazione di trentanni prima è pronta a ripetersi. Ma la speranza non sembra
del tutto perduta. Una scena del film
Il
film assume infatti le forme di una parabola positiva, che si articola in rivelazione,
catarsi e riconciliazione. E così, mentre lo Zoran di Adnan Omerović si fa mattatore della prima parte della pellicola,
con un personaggio che appare potente ed estremamente fragile al tempo stesso,
nella seconda parte assistiamo alla meravigliosa liberazione della
protagonista, interpretata da Jelena
Kordić, che si riappropria di tutto ciò che le è stato tolto. Infine,
nellultimo atto, i due arrivano ad un equilibrio, scendendo a patti con
laltro e con il loro passato.
Un film certamente non
maestoso, che lavora su dialoghi spogli e sul non detto, ma che nella sua
semplicità ha tanto da insegnare e da ricordare, capace di tenere viva la
memoria collettiva di ciò che è stato e di mostrare ciò che può essere. Prima
di andare avanti, è necessario guarire.
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