Un momento dello spettacolo
Sempre a Legris si deve anche il palinsesto di questo inaugurale appuntamento ispirato a un vero e proprio repertorio fracciano con la partecipazione di ospiti internazionali del calibro di Marianela Nuñez, principal del Royal Ballet, dellétoile Alessandra Ferri e del primo ballerino dellHamburg Ballet, Carsten Jung, che insieme alle punte di diamante del Corpo di Ballo milanese, capitanate dal fuoriclasse Roberto Bolle, hanno regalato momenti indimenticabili accompagnati dallOrchestra del Teatro alla Scala diretta da Valery Ovsyanikov.
In questo Gala si annoverano ben tredici estratti, desunti da altrettanti titoli che hanno visto risplendere la grandezza della Fracci, e non mancano neppure coreografie poco viste, o balletti indissolubilmente legati al suo nome. Non solo, ma per sottolinearne ancora di più il significato rivestito, ciascuno dei pezzi in programma è stato preceduto da immagini dellomaggiata scelte appositamente per tracciarne un profilo artistico unico e irripetibile. Dunque, uno spettacolo memorabile per colei che è la quintessenza della danza del Novecento e che è riapparsa al Teatro alla Scala inondando di luce la scena, i danzatori, i musicisti e gli astanti.
Ad aprire le danze, illuminate dalle raffinate luci di Marco Filibeck, non poteva che essere la romantica Giselle nella storica coreografia di Coralli-Perrot, ripresa di Yvette Chauvirè, su musica di Adam. Per loccasione è stata riproposta la scena di Myrtha e le Willi dellatto secondo con le soliste Alice Mariani, Caterina Bianchi, Agnese di Clemente e il Corpo di Ballo. Una notevole presenza femminile sotto legida della Fracci, la Giselle per antonomasia dalla quale ormai non è più possibile prescindere.
Un momento dello spettacolo
Ma ecco che irrompe il virtuosistico e benaugurante passo a due dallatto secondo del ballo grande dellExcelsior di Ugo DellAra su musica di Marenco con la Civiltà, a suo tempo interpretata dalla Fracci e ora impersonata da Camilla Cerulli, che balla con lo Schiavo, il solista Mattia Semperboni. A seguire il malizioso duetto dal Quadro secondo di Chéri di Roland Petit su musica di Francis Poulec (su base registrata) con la solista Emanuela Montanari e il primo ballerino Nicola Del Freo. Entrambi fanno rivivere il tormentato amore tra Léa, non più giovane, e il volubile e ventenne Chérie in ricordo della Fracci e Massimo Murru.
Il pas de deux dallatto primo di Romeo e Giulietta di Nureyev su musica di Prokofev chiama in causa la solista Vittoria Valerio e il primo ballerino Marco Agostino, che si mostrano amanti appassionati, secondo le indicazioni della Fracci che di questa Giulietta “nureyeviana” amava sottolineare la forte passionalità. La vedova allegra di Ronald Hydn su musica di Franz Lehár ha due interpreti deccezione in Nuñez e Bolle che con eleganza duettano nel passo a due dellatto terzo, e si ripresentano nel Quadro secondo dellatto primo del balletto Onegin di Cranko su musica di Čajkovskij. Nuñez è leggera come una piuma e Bolle è impeccabile nel farla volteggiare in questo doppio tributo alla “danzattorialità” fracciana.
Fa eco a questa superba coppia quella formata da Alessandra Ferri e Carsten Jung nellestratto da Lheure exquise di Béjart su musica di Mahler. Un pezzo in cui coreuticità e teatralità si fondono e sono il portato dellinvidiabile esperienza di questi due leoni del palcoscenico, come a suo tempo fu quella della Fracci e di Micha van Hoecke. Il passo a due tratto dalla romantica, orientaleggiante La Péri di Coralli, per la ripresa coreografica di Loris Gai su musica di Friedrich Burgmüller, ha come protagonisti i bravi primi ballerini Martina Arduino e Marco Agostino, mentre la solista Caterina Bianchi stupisce in Cachucha. Un fulgido storico esempio di danse taquetée firmato da Coralli su musica di Friedrich Burgmüller. Due occasioni coreografiche per sottolineare limportanza del recupero filologico nella lunga e osannata carriera della Fracci.
Ne Ladagio della rosa dallatto primo de La bella addormentata di Nureyev su musica di Čajkovskij, la solista Agnese Di Clemente è unAurora emozionata che si cimenta negli equilibri on point di questo celebre quanto difficile adagio, sorretta dai solisti Gabriele Corrado, Christian Fagetti, Mattia Semperboni ed Edoardo Caporaletti del Corpo di Ballo. Davvero arduo rivaleggiare con la Fracci che nella resa di questo adagio fu definita «un incanto».
Un momento dello spettacolo
Lottimo Corpo di Ballo riempie il palcoscenico con il Valzer dei fiori dello Schiaccianoci di Nureyev su musica di Čajkovskij, mentre i formidabili primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko si esibiscono da par loro nel Gran pas de deux dallatto secondo che vide risplendere la Fracci e lo stesso Nureyev. Ancora lorganico scaligero, con in testa Gioacchino Starace, è guidato dalla solista Caterina Bianchi nellesemble tratto da La strada di Mario Pistoni su musica di Nino Rota. Un coinvolgente, animato corteggio cui risponde il malinconico e felliniano duetto tra la dolce fracciana Gelsomina, la prima ballerina Antonella Albano e il clownesco Matto, il solista Massimo Garon.
Ultima perla neoclassica di questo Gala è il quarto movimento e finale della Symphony in C di Balanchine su musica di Bizet, che riunisce i primi ballerini Manni, Andrijashenko, Agostino, Del Freo e i solisti Maria Celeste Losa, Mariani, Valerio, Fagetti, nonché il Corpo di Ballo. Una compagine tersicorea di altissimo livello da cui traspare la sapiente mano di Legris, capace di trasmettere raffinatezza ed eleganza tutte francesi nel pieno rispetto della vivacità e versatilità prettamente italiane. La Fracci ne sarebbe soddisfatta.
Alla fine la lunga, calorosa ovazione è stata “da brivido” e “celeste” è stata al Teatro alla Scala la “corrispondenza di amorosi sensi” tra la nostra Carla Fracci, i suoi ballerini e il suo pubblico. Lei, apparsa in unimponente gigantografia, ha spiritualmente abbracciato tutti a suggello di un legame, di una lezione e di una presenza che continueranno a essere onorati “finché il Sole risplenderà sulle sciagure umane”.