drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Fuggire per ritrovarsi

di Francesca Tesi
  Flee
Data di pubblicazione su web 25/03/2022  

Acclamato dalla critica internazionale, vincitore di numerosi riconoscimenti e candidato agli Oscar in ben tre categorie – Miglior film internazionale, Miglior film documentario e Miglior film d’animazione –, Flee porta alla ribalta internazionale il quarantenne Jonas Poher Rasmussen, autore di una serie di cortometraggi e di due documentari: Searching for Bill (2012) e What He Did (2015). Il regista danese decide di raccontare, alternando passato e presente, la travagliata storia del suo amico afgano Amin. La scelta di realizzare un lungometraggio animato rimanda immediatamente allo struggente documentario La strada dei Samouni (2018) di Stefano Savona, incentrato sul dramma di una famiglia sterminata fuori dalla città di Gaza e sul difficile percorso di riabilitazione dei superstiti: i due film sono accumunati dalla volontà di astrarre gli orrori della guerra e delle sue conseguenze attraverso l’utilizzo del disegno.

Una scena del film
Una scena del film

La narrazione del passato di Amin avviene nel suo farsi, con i ripensamenti, le auto-censure, i cambi di rotta e le conseguenze che si ripercuotono nel presente sulla relazione con il suo fidanzato. Nel 1989 fugge con la madre e i suoi fratelli da Kabul a Mosca, dopo il ritiro dell’URSS dall’Afghanistan e la conseguente presa del potere da parte dei guerriglieri islamici dei mujaheddin. Questa, tuttavia, non è la versione che Amin ha sempre raccontato: nel suo ultimo viaggio verso la Danimarca, il trafficante gli impone di mentire, facendo credere di essere l’unico superstite della sua famiglia, così da ottenere facilmente lo status di rifugiato. Ed è proprio questa la storia a cui, su ricatto e con pesanti ricadute sul rapporto con sé e con gli altri, è sempre stato fedele. La permanenza in Russia è ricordata come drammatica ed estenuante. La famiglia è costretta a dividersi per emigrare: l’eccessivo costo da versare ai trafficanti di esseri umani li costringe a partire separatamente, a distanza di mesi l’uno dall’altro. I viaggi sono terribili, potenzialmente letali e umilianti. Infine, Amin parte da solo pensando di raggiungere il fratello maggiore e le sorelle in Svezia ma viene portato, invece, in Danimarca, dove lo aspetta una nuova vita pagata al caro prezzo di una menzogna. 


Una scena del film
Una scena del film

Il film affronta con estremo tatto ed empatia il tema dell’omosessualità: essa non rappresenta un ulteriore peso per il protagonista, al contrario è come se ne tenesse coesa l’identità attraverso tutti i cambiamenti e le destabilizzazioni vissute. Immagini di repertorio si inseriscono ripetutamente all’interno dell’animazione, la quale assume differenti stili a seconda della nitidezza che Amin assume agli occhi dello spettatore e di sé stesso: se la versione della storia “falsa” – in cui l’intera famiglia viene uccisa – è rappresentata grezzamente, senza colori e dai contorni indefiniti, il finale in cui Amin si spoglia delle aspettative (proprie e altrui) e fa pace con l’uomo che è, nonché col suo passato, contiene fotogrammi dal vero, testimonianza che il racconto e la realtà finalmente coincidono.

Una scena del film
Una scena del film

La “necessità” di questo film, in un momento storico come quello attuale, è lampante: per gli stessi afgani in fuga dopo il ritiro degli Stati Uniti lo scorso agosto; per i profughi ucraini che costituiscono ormai il più ingente flusso migratorio in Europa dal secondo dopoguerra; per tutti gli altri migranti nel mondo le cui tragiche storie sono invisibili. L’opera ha il merito di approfondire, dunque, il significato del verbo flee: fuggire non solo dalla guerra ma anche dalle conseguenze che un profugo si porta dietro fino alla morte. Una volta concluso, per il fuggitivo il racconto risulta essere catartico, per lo spettatore una presa di coscienza.




Flee
cast cast & credits
 

La locandina del film
La locandina del film
 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013