Un suono raggelante di sirene risuona in sala, mentre una voce rammenta che una nuova tragedia sta travolgendo il mondo e unaggressione bellica colpisce in modo tanto brutale, quanto assurdo, il territorio dellUcraina. La rappresentazione, che di lì a poco ha inizio, comincia con il rumore delle bombe e delle armi e affiora dalla memoria storica sullonda di un interrogativo pressante che riguarda la “banalità del male”; eppure quei fragori inquietano gli spettatori che assistono a Eichmann. Dove inizia la notte, il dramma efficace e incisivo di Stefano Massini, in cui simmagina un confronto serrato tra Hannah Arendt e Adolf Eichmann.
Un momento dello spettacolo
Il lavoro, che si basa sui testi della Arendt e sui verbali del processo al criminale nazista svoltosi a Gerusalemme dopo la sua cattura nel 1960 in Argentina, pone in primo piano il punto di vista della scrittrice, che saccosta allautodifesa di Eichmann con lintenzione dindagare le matrici originarie della malvagità umana. La messinscena, curata da Mauro Avogadro per conto dei Teatri Stabili di Bolzano e del Veneto, è ambientata nello spazio definito da Marco Rossi «un luogo grigio che contiene sedie, scranni processuali, scale e pedane che tendono verso lalto, uno schermo sul quale filtrano immagini di sintesi e foto delle comparse di uninsana guerra da non dimenticare».
La figura di Hannah risulta assorbita dai quesiti che pone anzitutto a se stessa, e poi ai presenti oltre la ribalta, al punto da apparire straniata, immersa nella profondità dei pensieri, quasi disarmata di fronte allincalzante delirio di potenza del suo distante interlocutore. Per Eichmann, invece, limpegno a descrivere le singole tappe verso la “soluzione finale” si rivela sempre più una corsa scatenata verso il vertice del potere.
Un momento dello spettacolo
Giustificando i suoi atti con la ferrea regola delle SS, secondo la quale «non eseguire gli ordini è tradire», il contabile delle persecuzioni e delle morti si dichiara consapevole di aver svolto con rigore limpegno a espellere gli ebrei da Vienna, da Praga e da Berlino; e racconta con lucida chiarezza come abbia progettato dapprima il confinamento nei ghetti e dopo la soppressione nelle camere a gas di milioni di deportati. E si compiace per la forza di volontà che ha caratterizzato le proprie azioni, quelle di un individuo mediocre impegnato a raggiungere le alte sfere del Terzo Reich, conquistando lattenzione di Himmler e lapprovazione di Hitler, comprovata magari da una foto da appendere sopra la sua scrivania, ingombra dinverosimili grafici.
Ottavia Piccolo dona al personaggio di Hannah Arendt una perfetta sobrietà, in linea con lintento dellautore di fare emergere la coerenza delle proprie riflessioni sullindifferenza delle persone e la denuncia delle meschinità nel comportamento umano. Linterpretazione dellattrice, che nella sua lunga carriera ha saputo ben calibrare i toni della denuncia e dellimpegno civile, rende palese lalternanza tra il ragionamento filosofico e lincalzante ricerca della verità, pressando spesso con parole incisive il suo insensibile interlocutore.
Un momento dello spettacolo
Paolo Pierobon è apprezzabile nel ritrarre un Adolf Eichmann sfrontato e opprimente; è davvero abile nel manifestare fisicamente lo slancio del protagonista nella scalata gerarchica e nel mascherare le contraddizioni di un comportamento criminale. La regia di Avogadro asseconda la dignità di Hannah e il distacco del suo sguardo di fronte alle grettezze di un oscuro opportunista.
Nel finale, mentre il nazista si spinge a profetizzare persino la resa dei “giusti” dinnanzi al fascino del potere a causa della paura («La paura del male. Proprio come adesso, in questa stanza: voi vi preparate a impiccarmi, affinché muoia – per sempre – il male»), Hannah ripensa in un sussurro alla risposta data dal padre alla sua domanda su dove ha inizio la notte: «Non esiste un punto preciso. Quando fa buio il cielo cambia colore tutto quanto, i tuoi occhi non possono fermarlo, non potranno mai».
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Eichmann. Dove inizia la notte
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Mauro Avogadro
Spettacolo visto il 17 marzo 2022 al Teatro Carlo Goldoni di Venezia |
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