«“Se Brexit va male, che
sarà dei sudditi britannici in difficoltà?” – “La nave che affonda si
abbandona”», rispose Stuart Wheeler, fondatore di Investor Gold
Index (scommesse) e finanziatore di conservatori, Brexit, UKIP (Hard Talk, BBC, 11
ottobre 2019). Tutto è azzardo nel Casino Capitalism (S.
Strange, Casino Capitalism, Oxford, Basil Blackwell, 1986) e tutti
ci ritroviamo in una selva oscura.
«La pandemia di Covid-19
è un tornante rispetto alle precedenti pandemie, anche se vi sono paralleli con
il passato». «È unica anzitutto per labbondanza di dati sul morbo». «A questo
sapere scientifico si aggiunge ora linformazione – o disinformazione – che
circola con inedita portata nelle reti sociali e nei media». «Altra
singolarità: questa pandemia si sviluppa nel contesto di una globalizzazione
senza precedenti degli scambi, che offre al virus spazio e velocità di
circolazione unici. Eco a questa diffusione superveloce, con tempestività senza
precedenti si sono trovati rimedi specie vaccinali, pur ignorandone tutto nel
dicembre 2019». «Covid-19 ha mostrato le divergenze scientifiche che possono
esplodere in tempo di pandemia. Può aver sorpreso, ma sono costanti anche in
tempi “normali”. Un motivo è che il mondo scientifico è abitato da specialisti
di discipline diverse. Sotto lo stesso cappello di “scienze mediche” un
epidemiologo, un infettivologo, un virologo… non hanno lo stesso modo di
gestire prove, cercare e agire». «Perché le epidemie non si riducono mai a
cause biologiche. Sono sempre presenti fattori ambientali, sociali o politici».
«Per il Covid-19 la medicina dei paesi ricchi si è giovata di una serie di
dispositivi e medicamenti essenziali per tenere i pazienti in rianimazione, in
coma artificiale, prodigare assistenza respiratoria, curare linfiammazione
(specie coi corticosteroidi). Senza questa profusione di rimedi, i decessi
sarebbero stati ben di più. E il ruolo essenziale del personale di cura per
inventare unassistenza adeguata».
«I microbi patogeni per
la nostra specie sono uninfima minoranza. Possiamo e dobbiamo dunque pensare
altrimenti le nostre relazioni coi micro-organismi. Da qui un ribaltamento di
responsabilità: i microbi non sono per nulla intrusi che ci portano malattie e
distruggono i nostri modi di vita. Proprio il contrario: è perché abbiamo
degradato gli ecosistemi e le relazioni tra le specie che certi patogeni hanno
finito per arrivare a noi e provocare nuove pandemie». «Sono uno storico, non
un profeta!». «Quale ne sia lorigine, questa pandemia si iscrive in una serie
di malattie provocate dai nostri stili di vita a spese degli equilibri del
mondo vivente». «Da qui domande in forma di speranza: questa presa di coscienza
brutale innescherà unondata di mobilitazioni per mutamenti più di sistema?
Smetteremo di accettare una serie di rischi connessi alle nostre società
tecnologiche?». «Non sono i vaccini per ogni nuovo virus che eviteranno il
ripetersi di queste epidemie. A questo fine si dovrà agire sulle disparità
sostanziali dei sistemi sanitari nel mondo e sugli effetti devastanti dei
nostri stili di vita per gli ecosistemi» (F. Rosier, Les épidémies ne
se réduisent jamais à des causes biologiques», intervista allo storico
della medicina Frédéric Vigneron, in «Le Monde», 25 gennaio 2022,
on line).
Proprio quello che gli
stati non hanno fatto dopo lepidemia SARS del 2002-2003, nonostante lallarme
mondiale lanciato per la prima volta nella sua storia dallOrganizzazione
Mondiale della Sanità.
Nata nella Costituzione
USA (ispirata anche a Gaetano Filangieri), rimbalzata in UK e universale
in Liberté Egalité Fraternité, letà dei diritti procede da ovest a
est in un mondo genocida, ecocida e in guerra ibrida sedicente innovativa anche
se «propaganda, menzogna sono da sempre consustanziali allarte della
guerra». «La Russia di Vladimir Putin e la Cina
di Xi Jinping per prime hanno teorizzato e utilizzato queste
pratiche in cui i militari non hanno più il monopolio della
guerra. “Ispirandosi alla annessione della Crimea, oltre alla massa
militare numerosi Stati sviluppano azioni ibride, spesso imprevedibili,
privilegiando intimidazione e manipolazione. La capacità di creare tra gli
avversari incertezza e sorpresa con astuzia e azioni innovative è ora
essenziale”, sottolinea nella “Revue Défense nationale” il
generale Thierry Burkhard, capo di stato maggiore delle armate
francesi. Vuole preparare le truppe, ma anche la società, “a vincere la guerra
prima di farla”. Lo scopo è il controllo più degli spiriti che dei corpi» (M.
Semo, La guerre hybride, la guerre avant la guerre, in «Le Monde»,
12 gennaio 2022, on line).
«Laccordo di
associazione concluso con lUE dal presidente ucraino Petro Poroshenko [2014-2019],
al potere dopo #euromaidan, è importante per lo sviluppo dellUcraina,
trasferendo norme e pratiche, incrementando gli scambi, creando una zona di
libero scambio. La forza attrattiva dellUE in Ucraina ostacola il presidente
Putin, specie perché riguarda uno stato confinante. LUE può contribuire a
trasformarlo più di quanto possa mai fare la NATO, con sfera dazione più
limitata» (P. Ricard, La force dattraction de lUnion européenne en
Ukraine gêne Putin, intervista a Amélie Zima, in «Le Monde», 4
febbraio 22, on line). In Ucraina passa il gas russo allUE, che ne vuole di
più con il gasdotto marittimo Nord-Stream 2 avversato dallamministrazione USA,
volta a «contenere il peso geopolitico di Mosca, ma anche a imporre il suo
surplus di gas di scisto liquefatto» (F. Palmas, Larma a doppio taglio
del Nord Stream 2, in «Avvenire», 8 febbraio 2022, on line). Il caro-gas ci
pone tra il martello russo e lincudine USA, sfida che solo un governo
democratico UE può affrontare, non un consiglio semestrale di stati in cui «i
governi polacco e ungherese si rifiutano sistematicamente di rispettare i
principi dello stato di diritto che pure i loro Paesi avevano liberamente
sottoscritto quando scelsero di entrare nellUe». «A Lussemburgo, i giudici
della Cgue hanno ribadito che lUe non è unassociazione internazionale, ma
ununione basata sulla condivisione dei valori liberali dello stato di diritto.
Putin va fermato, sì, ma con una politica europea della sicurezza» (S.
Fabbrini, Europa sul filo tra protezione e democrazia, «Il Sole 24
ore», 20 febbraio 2022, p. 9). Sicurezza dei diritti umani.
«Ma essere protagonista
richiede risorse e determinazione», carenti nell«Europa continente free-rider»
(Europe is the free-rider continent, «The Economist», 26 febbraio 2022,
on line) di governi-impresa. Degli imperi crollati nella prima guerra mondiale,
la Germania ora è democratica, la Turchia a modo suo implode, la Russia è
specchio deformato (non troppo, con Trump) degli USA oligarchici
globali e in UE nazioni orientali ex-Asburgo e Polonia si educano alla
democrazia e alle responsabilità della libertà, dopo i genocidi perpetrati
dalla vecchia Europa con le nuove tecnologie dellinformazione. «Comera potuto
accadere lolocausto? Come avevano fatto i nazisti a selezionare le vittime?
Come avevano fatto a ottenere i nomi? Avevano sempre i nomi a disposizione.
Quale procedura di organizzazione, magica allapparenza, aveva permesso che
milioni di vittime del nazismo salissero su un treno in Germania o in uno degli
altri diciannove paesi occupati dai nazisti, viaggiassero due o tre giorni e
poi scendessero sulla banchina di Auschwitz o di Treblinka, per ritrovarsi in
capo a unora davanti a una camera a gas?». Così la quarta di copertina della
traduzione italiana (Milano, Rizzoli, 2011) del libro di Edwin Black,
che nel titolo ha la risposta: LIBM e lOlocausto. I rapporti fra il
Terzo Reich e una grande azienda americana.
Inoltre, «lomicidio di
massa dei disabili precedette quello degli ebrei e degli zingari; la soluzione
finale venne dopo leutanasia. Nelleutanasia gli artefici dello sterminio
riconobbero i loro limiti e, per evitare il biasimo popolare, trasferirono le
stragi dal Reich verso est. Tuttavia non vi fu alcuna differenza sostanziale
tra le operazioni di sterminio dei disabili, degli ebrei e degli zingari». «Gli
assassini che avevano appreso il loro lavoro nei centri di uccisione di
Brandeburgo, Grafeneck, Hartheim, Sonnenstein, Bernburg e Hadamar andarono a
costituire il personale anche dei centri di Belsen, Sobibor e Treblinka. Gli
istigatori avevano appreso che individui scelti a caso avrebbero realizzato
crimini terribili “senza scrupoli”» (H. Friedlander, Le origini del
genocidio nazista, Roma, Editori Riuniti, 1997, p. 33).
Ma protagonista lEuropa
è stata anche con il Pacte générale de renonciation à la
guerre sottoscritto a Parigi il 27 agosto 1928, che vieta agli Stati il
ricorso alla guerra, come oggi fa ancora la Russia di Putin per risolvere i
contenziosi. Quel Patto sancì la fine dellordinamento giuridico statale
europeo del XVII secolo aprendo la via, dopo il processo di Norimberga, ai
criminali nazisti eredi del vecchio ordine, alla nascita a San Francisco il 24
ottobre 1945 dellOrganizzazione delle Nazioni Unite, la cui Assemblea Generale
a Parigi approvò e proclamò, il 10 dicembre 1948, la Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, innati e indisponibili. Il secolo dei
campi (J. Kotek-P. Rigoulot, Il secolo dei campi. Detenzione,
concentramento e sterminio: 1900-2000, Milano, Mondadori, 2001) ha
prodotto Il Parlamento delluomo (P. Kennedy, Il
Parlamento delluomo: le Nazioni Unite e la ricerca di un governo mondiale,
Milano, Garzanti, 2007) per il governo democratico del mondo, oggi globale solo
nella crisi climatica e pandemica. LUE ne è pietra angolare della pace globale
con la Corte Europea dei Diritti dellUomo a Strasburgo, la Corte
Internazionale di Giustizia fondata a San Francisco nel 1945 e sede centrale a
LAja, dove opera anche la Corte Penale Internazionale, fondata a Roma nel 1998
e attiva dal 2002.
Cittadini europei, siamo
i protagonisti di questa rivoluzione inavvertita.
La rivoluzione
inavvertita. «“Ciò che gli oratori di Roma e Atene
erano in mezzo a una folla radunata – disse Malesherbes in
un discorso del 1775 – gli uomini di lettere lo sono in mezzo a una
folla dispersa”. La sua osservazione indica in che misura la
trasformazione delle comunicazioni può aver mutato il senso della
partecipazione agli affari pubblici. Lampia diffusione di pezzi identici di
informazione fornì un legame impersonale tra individui sconosciuti gli uni agli
altri» (E.L. Eisenstein, La rivoluzione inavvertita. La
stampa come fattore di mutamento, Bologna, il Mulino, 1986, p. 143). «Non è
un caso che nazionalismo e alfabetizzazione si siano sviluppati insieme. I due
processi si sono intrecciati da quando gli europei cessarono di parlare la
stessa lingua citando le Scritture o dicendo le preghiere» (ivi, p. 409).
«Uno dei motivi per cui le prime tendenze moderne appaiono tanto confuse allo
storico della scienza è che molti ciarlatani e pseudoscienziati erano accaniti
cacciatori di pubblicità, e molti valenti professionisti si attenevano alle
usanze nate tra gli amanuensi. Ci volle tempo prima di poter distinguere il
mago dallo scienziato, in base al suo rifiuto di rivelare tutto ciò che si
conosceva della sua arte, allo stile “fumoso” e alla riluttanza a elaborare le
sue teorie in una forma tale da poter essere apertamente verificate e accettate
o respinte» (ivi, p. 637). «A mio parere, godremmo di molti vantaggi se seguissimo
il più importante dei consigli di Bacone: capire cioè che molti dei
fatti della vita attualmente tenuti separati in realtà sono una sola cosa»
(ivi, p. 809). È sotto i nostri occhi.
«Al cuore della crisi
ucraina sta una questione fondamentale sulla natura della storia e
dellumanità: è possibile il cambiamento? Gli esseri umani possono cambiare il
modo di comportarsi, o la storia si ripete allinfinito?». «Nelle ultime
generazioni però per la prima volta nella storia hanno dominato élite che considerano
la guerra male evitabile. Di solito salgono al potere con visioni di riforme
interne piuttosto che di conquiste esterne». «Negli ultimi decenni i governi di
tutto il mondo si sono sentiti abbastanza al sicuro da spendere in media solo
il 6,5% dei loro budget per le forze armate, spendendo molto di più per
listruzione, lassistenza sanitaria e il welfare. Tendiamo a darlo per
scontato, ma è una novità stupefacente nella storia umana». «Purtroppo, il
fatto che sia una scelta umana significa anche che è reversibile». «Non so che
accadrà in Ucraina. Ma come storico credo nella possibilità del
cambiamento. Non credo sia
ingenuità, è realismo» (Yuval Noah Harari argues that whats at stake in
Ukraine is the direction of human history, «The Economist», “Today”, 9
febbraio 2022, on line).
«Secondo te, che cosè
più paziente, unidea o una speranza?» (M. Porter, Lanny, Palermo,
Sellerio, 2021, p. 51). A Lanny, bimbo suburbano londinese post-Brexit, noi
cittadini europei rispondiamo di condividere, perenni e inscindibili, unidea e
una speranza di uguaglianza «poiché il rispetto dei diritti è parte del nostro
interesse: non si può godere della libertà in un mondo nel quale domina
larbitrio» (N. Urbinati, Devono pagare quelli che hanno molto da
perdere, in «Domani», 1° marzo 22, p. 1).
Non è ingenuità, è
realismo.
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