drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

La nascita del Purgatorio

di Giuseppe Gario
  .
Data di pubblicazione su web 10/01/2022  


«“Mi permetto di disturbare la censura con quanto segue”. Suonano così le parole, scritte il 22 settembre 1922, in apertura alla lettera indirizzata alla sezione politica per distoglierla dal proposito di censurare alcune parti di un testo di geometria. Sono trascorsi cinque anni dalla rivoluzione bolscevica e uno dalla proclamazione della nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche quando Pavel Florenskij si vede cassate alcune riflessioni sulle geometrie non euclidee contenute nel testo Gli immaginari in geometria [Milano-Udine, Mimesis, 2021]. […] Florenskij, che da molti è considerato il Leonardo da Vinci russo, […] matematico, filosofo, teologo consacratosi nel 1909 alla Chiesa ortodossa, ingegnere elettrotecnico, esperto di linguistica, estetica e simbolismo matura, dall’intreccio delle sue competenze, una visione organica e unitaria del mondo. Una coerenza dottrinaria che non si incrina all’incontro con la vita. Le scelte di padre Pavel lo portano infatti all’arresto del 1933 e alla fucilazione nel 1937 nei pressi di Leningrado dopo cinque anni trascorsi nel gulag delle isole Solovki». «Per il teologo russo la matematica non è un vezzo, ma una “abitudine di pensiero” che “aiuta a vedere rapporti geometrici in tutta la realtà” e “lega in un unico modo la visione del mondo”, scriverà dalla prigionia alla figlia Olga» (S. Paliaga, La geometria di Florenskij. Lettura teologica del mondo, «Avvenire», 28 ottobre 2021, p. 19). Visione oggi necessaria.

 

«Nella rete c’è tutta l’informazione del mondo. Ecco perché è necessario sapere come gestire questa conoscenza. Abbiamo data analytics che possono prendere il posto dell’intelligenza. Siamo in un rapporto intimissimo tra persona e macchina. Dobbiamo chiederci quale mondo può sostenere questa ibridazione» (A. Beltrami, Nell’era dell’algoritmo i media salvino l’umano, intervista a Derrick de Kerkhove, «Avvenire», 30 gennaio 2021, p. 23). Non è il «mondo virtuale reso famoso in queste settimane da Mark Zuckerberg», «Recode l’ha spiegato bene: “Così come il web è popolato da milioni di siti, diverse aziende stanno costruendo i propri regni virtuali in cui sperano che le persone abitino nella loro versione digitale per giocare, lavorare, divertirsi. L’insieme di questi regni virtuali formerà il metaverso”». «Chi comanda nel nuovo metaverso? chi emana le leggi che lo regolano e chi le fa rispettare? quanto sarà tutelata la privacy dei suoi abitanti? Peccato che a queste domande nessuno voglia rispondere. Ed è facile immaginare perché. Le aziende digitali si stanno spartendo un mondo che fingono sia di tutti ma che così non sarà» (G. Rancili, Una briciola di metaverso costa già milioni di dollari, «Avvenire», 3 dicembre 2021, p. 2). Paradiso per pochi, Inferno per gli altri.

 

Lo conferma World Inequality Lab coi numeri, «“abitudine di pensiero” che “aiuta a vedere rapporti geometrici in tutta la realtà” e “lega in un unico modo la visione del mondo”», come dice Florenskij. «Nel mondo il 50% più povero detiene nel 2020 solo il 2% della proprietà privata (attivi immobiliari, professionali e finanziari al netto dei debiti), il 10% dei più ricchi il 76%. La palma dell’ineguaglianza va ad America Latina e Medio Oriente, seguiti da Russia e Africa sub-sahariana dove il 50% più povero possiede solo l’1% di tutto il possedibile, a fronte del 10% più ricco vicino all’80%. Situazione un po’ meno estrema in Europa, ma non c’è davvero di che vantarsi: il 50% più povero detiene il 4% del totale, il 10% più ricco il 58». «Nel mondo alle donne va solo il 35% circa dei redditi da lavoro (oltre il 65% agli uomini). Nel 1990 31%, nel 2000 33%: i progressi dunque ci sono, ma estremamente lenti. In Europa era il 38% nel 2020, ben lungi dalla parità». «Il 50% dei più poveri è un po’ ovunque su livelli di emissione relativamente ragionevoli, ad esempio 5 tonnellate pro-capite in Europa. Ma la media di emissione è 29 tonnellate per il 10% più povero e 89 per l’1% più ricco». «Più che mai, per superare le sfide ambientali e sociali che lo minano il pianeta deve valutare le molteplici fratture di diseguaglianza che lo fendono» (T. Piketty, Les nouvelles inégalités mondiales, «Le Monde», 12-13 dicembre 2021, on line).

 

«L’iniquità distributiva poteva essere compensata dall’intervento riequilibratore dei governi tramite il sistema fiscale. Ma ahimè anche su questo piano da anni assistiamo a scelte che tendono a favorire i ricchi. Lo testimoniano la riduzione storica delle aliquote sugli alti redditi, l’abbattimento delle tasse di successione, la mancata introduzione di serie imposte sul patrimonio. Scelte che oltre ad accrescere le disuguaglianze, rendono gli Stati sempre più deboli e incapaci di garantire i servizi richiesti da una società moderna. Per di più costringono i governi a cercare di fare cassa vendendo il patrimonio pubblico, impoverendoli sempre di più. Nei primi anni ’80 i governi occidentali possedevano il 15-30% della ricchezza complessiva accumulata nei loro paesi, oggi siamo intorno allo 0%» (F. Gesualdi, I miliardari ancora più ricchi. Ma il tasso di povertà è sceso, «Avvenire», 8 dicembre 2021, p. 3).

 

Tra Paradiso e Inferno, via di salvezza è tuttora la nascita del Purgatorio.

 

 

La nascita del Purgatorio (di J. Le Goff, Torino, Einaudi, 1982) per «l’essenziale rientra forse nell’ordine della logica» (ivi, p. 10). «Struttura logica, matematica, il concetto di intermedio è collegato a mutazioni profonde delle realtà sociali e mentali del Medioevo. Non lasciare più soli a fronteggiarsi i potenti e i poveri, i chierici e i laici, ma ricercare una categoria mediana – classi medie o terzo ordine – rientra nel medesimo processo e si riferisce a una società mutata. Passare dagli schemi binari agli schemi ternari significa superare quello stadio nell’organizzazione dell’idea di società di cui Claude Lévi-Strauss ha sottolineato l’importanza» (ivi, pp. 10-11). «L’essenziale – la scelta tra l’Inferno e il Paradiso, poiché il Purgatorio era sicura anticamera del Paradiso – si poteva ancora giocare all’ultimo minuto. Gli istanti estremi erano quelli dell’ultima chance» (ivi, p. 407). «La nostra epoca, in particolare nelle società cosiddette avanzate, torna a concentrare i propri interrogativi, le proprie speranze e le proprie angosce ai due poli. Oltre che quaggiù, lo sguardo, se si fa eccezione per l’infinito numero dei veri “indifferenti”, si volge all’orizzonte della morte, dove i vecchi modelli vacillano da tutte le parti. Come morire? Per i cattolici, gli uomini di tutte le fedi e coloro che devono semplicemente pensare alla propria morte, la scelta sembra nuovamente restringersi a paradiso e inferno, proiezione dei sogni di quaggiù e di una paura che ha trovato una nuova realtà immaginaria. Oggi è l’apocalisse nucleare: un’apocalisse la cui terrificante esperienza si è già compiuta sulla terra. Spero tuttavia che nei sogni dell’uomo ci sarà sempre posto per la sfumatura, la giustizia/giustezza, la misura in tutti i sensi della parola, la ragione (o ragionevole Purgatorio!) e la speranza. Mi auguro che non si arrivi presto a dire che, veramente, il Purgatorio è durato una sola stagione» (ivi, p. 410).

 

L’apocalisse – “palesamento” – ora è pandemica e ambientale fra crescenti conflitti e guerre civili in un mondo in cui tuttora «le guerre nascono dal rapporto, in un determinato momento e a seconda dell’animo (e delle risorse) dell’autorità che le decide, fra avidità, timore e altruismo» (J.R. Hale, Guerra e società nell’Europa del Rinascimento, Roma, Laterza, 1987, p. 13). «È estremamente difficile capire la politica polacca di oggi, costatano gli osservatori esterni. Hanno ragione». «Una chiave di questo processo è in diretto rapporto con il termine “sovranità”». «Pochi anni dopo la Rivoluzione francese la Polonia nel 1795 fu cancellata dalla carta dopo ottocento anni d’esistenza. Fino al 1989 in due secoli il sogno di restaurare uno Stato indipendente ha mobilitato i tentativi delle élite polacche. Il breve periodo di sovranità tra le due guerre non ha fatto che rafforzare queste tendenze. Il successo dello Stato dopo il crollo comunista è stato dunque imbastito su terreno altamente traumatico». «I populisti d’Europa centrale ripetono continuamente che un giorno il loro atteggiamento verso l’UE sarà maggioritario. Ma non sembrano rendersi conto che questo segnerà la fine dell’UE quale la conosciamo oggi, un ambito e una fonte di stabilità e solidarietà per paesi come la Polonia, a dispetto del loro sovranismo a fior di pelle» (J. Kuisz-K. Wigura, Les traumatisme politiques de la Pologne doivent être pris au sérieux, «Le Monde», 8 dicembre 2021, on line). A fior di pelle, superficiale: già negli anni 1920, «il rimedio avrebbe potuto avviarlo teoricamente una cooperazione di stati europei giacché la civilizzazione, per prosperare, esige spazi sempre più vasti. Ma pensare a una tale cooperazione era una fantasticheria. La tendenza al frazionamento trionfante ancora di nuovo, era ormai il character indelebilis del sistema» di stati sovrani (L. Dehio, Equilibrio o egemonia. Considerazioni sopra un problema fondamentale della storia politica moderna, Bologna, il Mulino, 1988, p. 226). Ma dopo il 1945, sessanta-sessantotto milioni di morti e dodici di Volksdeutsche espulsi dall’Europa centro-orientale, gli europei si sono decisi a cooperare nel mercato comune e poi in UE, purgatorio tra inferno sovranista e paradiso neoliberista. «Che gran cosa il Purgatorio!» (Santa Caterina da Genova, cit. in epigrafe da Le Goff, La nascita del Purgatorio, cit.). «Il Purgatorio supera in poesia il cielo e l’inferno, in quanto rappresenta un avvenire del quale entrambi sono privi» (F.R. de Chateaubriand, ibid.).

 

Come il Purgatorio, anche l’UE per «l’essenziale rientra forse nell’ordine della logica», non della competizione («dal lat. tardo competitio-onis, der. di competĕre, sul modello dell’ingl. competition. Il competere di persone o gruppi che cercano di superarsi, di conquistare un primato e sim., con la prep. con dei contendenti e la prep. per della posta contesa», Treccani). Siamo noi la posta contesa da Stati sovrani e imprese del Casino Capitalism speculativo, molto volatile e imprevedibile (S. Strange, Oxford, Basil Blackwell, 1986). Siamo noi umanità e il mondo che ci ospita, necessari “quanto basta”. Al contrario, «considera un valore ritenuto più alto ed elusivo di inquinamento o strade: la fiducia tra persone. Ha quantomeno un valore pratico molto importante. È estremamente efficiente e ci risparmia molti problemi avere un certo grado di affidamento sulla parola altrui. Purtroppo non è merce che si può comprare molto facilmente. Se devi comprarlo, non puoi fidarti. Fiducia e valori analoghi, lealtà o verità, sono esempi di ciò che l’economista direbbe “esternalità”». «Ne consegue che dal punto di vista sia dell’efficienza sia della giustizia distributiva, ci vuole qualcosa più del mercato. Altri sono i modi per amministrare l’allocazione delle risorse. Il più importante è il governo a tutti i livelli» (K. Arrow, The Limits of Organization, New York, Norton, 1974, p. 23). In particolare, il governo-purgatorio UE.

 

«Al centro della legittimità UE si celano stronzate. In altri sistemi politici, un governo esercita un mandato elettorale. A Bruxelles le leggi vengono dalla Commissione europea che, pur non eletta direttamente, deve agire nell’interesse europeo» (Charlemagne. Why bullshit rules in Brussels, «The Economist», 4-10 dicembre 2021, on line). Ormai è tempo di governo democratico in UE, fulcro dell’enorme bacino di sudditi sgovernati nel Regno (non più) Unito, nell’Europa orientale al sanguinario tramonto imperiale, nel Vicino Oriente e Africa dove da guerre e dittature fugge in UE l’immensa ricchezza di intelligenza e futuro di persone che respingiamo, a nostri vergogna e danno perché «quando circolano gli uomini, circolano le idee: è forse l’unico aspetto positivo delle emigrazioni forzate» (M. Montanari, La fame e l’abbondanza. Storia dell’alimentazione in Europa, Roma-Bari, Laterza, 1997, p. 145).

 

Nell’Inferno/Paradiso di stati e imprese sovrani, con l’UE il «supplemento di possibilità offerto alla nuova società dal Purgatorio si integra nel sistema globale» (Le Goff, La nascita del Purgatorio, cit., p. 17). «Via via che l’UE si solidifica in qualcosa di simile a uno stato normale, con guardie di frontiera, debiti, valuta e, sempre più, politica condivisa, sarà uno stato-civiltà piuttosto che uno stato-nazione. L’Europa ha sempre avuto bisogno di un “altro”, di un estraneo contro cui giudicarsi. Ora ha il resto del mondo. La maggior parte dei politici del continente si aggrappa al nazionalismo. Ma sono contenti dell’europeismo che l’ha sostituito» (Charlemagne. How Europe’s Politicians Started to Think of Themselves as European, «The Economist», 1-7 gennaio 2021, on line).

 

Purgatorio di cittadinanza globale tra Inferno reale di umanità negata nel mondo e Paradiso fittizio promesso nel metaverso, «l’UE dovrà evolvere dalle proibizioni alle proposte» (Charlemagne. The Return of Big Government Sparks Questions for Europe, «The Economist», 8-14 gennaio 2022, on line), a un governo democratico dell’Europa unita e in pace dopo secoli di guerre sovrane culminate in due guerre mondiali di sterminio in soli trent’anni.








 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013