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Le voci del destino

di Marco Pistoia
  Resurrexit Cassandra
Data di pubblicazione su web 14/12/2021  

Nel quinto e ultimo movimento, intitolato Pioggia, Cassandra (Sonia Bergamasco) pronuncia le seguenti parole: «Non resterà vivo uno solo tra voi / se non lascerete che la pioggia delle mie parole vi lavi il cuore. / Non resterà un solo edificio / né una Pietà di Michelangelo né una cupola né un tempio dell’Ellade fanciulla / Non resterà una sola biblioteca / né un rigo soltanto di Virgilio. / Non ci sarà memoria / dei corpi imbalsamati dei Faraoni. / Di Stravinsky non ci sarà più nessuna nota. / Né si saprà cos’era un pianoforte. / Di Caravaggio non sopravviverà un centimetro di rosso. / Del sogno di Dante non ci sarà più traccia. / Ascoltatemi / Resurrexit Cassandra per tutti voi Resurge uomo / Resurge donna».


Un momento dello spettacolo 
© Hanna Auer

Parole esemplari di un testo – di Ruggero Cappuccio – esemplare. Parte di un tutto complesso, ricco, denso, di felice carattere aulico-antico, il brano citato ne rappresenta bene la drammaturgia e fa ben capire che tipo di personaggio sia questa rinnovata, risorta Cassandra. Resurrexit Cassandra entra di diritto fra le riscritture importanti del mito, tra le quali si può menzionare, sempre su questo personaggio, quella di Christa Wolf (1983). 

Cinque i movimenti della protagonista, con altrettanti costumi (di Nika Campisi per Farani). Come in un complesso gioco di scatole cinesi, gli abiti emergono via via uno dentro l’altro: nero il primo e, nell’ordine, rosso con lurex, blu, verde smeraldo, infine bianco. Il primo (legato al movimento La nebbia) è il più sontuoso, dalla foggia e dallo stile ottocenteschi, con un velo che cela il carattere della sacerdotessa. Cassandra entra in scena con un movimento che sembra "meccanico", come fosse su ruote, ma che poi scopriamo essere del tutto "umano". Il secondo è legato al vento; gli altri, rispettivamente, a fuoco e fumo, vapore, pioggia. 


Un momento dello spettacolo 
© Hanna Auer

Sulla scena la profetessa è attorniata da serpenti lignei di varie specie e dimensioni, forse a evocare il mito e dunque la presenza dei rettili attorno a lei bambina (e al gemello Eleno). Viene in mente il magistrale studio di Aby Warburg dedicato al rituale del serpente (Milano, Adelphi, 1998), tipico degli indiani Pueblo, che riverivano l’animale per la sua intelligenza, ma anche quale simbolo del fulmine portatore di pioggia (oltre alle molteplici valenze attribuite al serpente). Sullo sfondo della scena, appoggiata a uno schermo, un’ascia, pendant di quella che Cassandra brandisce nel video. Il film, girato dallo stesso regista Jan Fabre, accompagna, con effetti di nebbia, leggere ma percepibili varianti, tutto lo spettacolo. Così come l’accompagnano la musica (di Stef Kamil Carlens, con effetti sonori di Christian Monheim) e il canto che talora la protagonista intona, formando un paesaggio sonoro gravido di suggestioni. 

L’impressione è quella di un melologo, forma, fra le altre, elettiva di Sonia Bergamasco (un esempio? il Pierrot Lunaire di Schönberg). Del resto questo spettacolo, di forte intensità etica ed estetica, risolto in un’ora circa, è un assolo per lei. Dopo aver lavorato, recentemente, con Thomas Ostermeier, ecco una nuova e complessa prova con un altro regista di primo piano. La sua Cassandra – strettamente legata com’è al tema dominante del testo, l’odierna devastazione ambientale – ha i toni e i timbri spesso perentori, da poesia aulica qual è, che solo la magnificenza vocale ma anche la complessa gamma dei gesti e dei movimenti di un’interprete di vaglia possono esprimere appieno. Penso ai movimenti legati al sensuale abito rosso, ma anche a quello verde, dove ella è come una sorta di incantatrice (di serpenti ma anche di spettatori), con movenze alla Gilda (Rita Hayworth) di Charles Vidor (1946). Finché nell’ultimo movimento l’abito bianco, con foggia da sposa, esprime una figura muliebre accompagnata da brani che talora assumono il tono della preghiera. 


Un momento dello spettacolo 
© Hanna Auer

Teatro di parola (ma anche di regia e di messa in rilievo della performance attoriale), questo spettacolo rivela un principio di essenzialità della messa in scena (per usare un’espressione cara a Jean Renoir) – peraltro diversa dalla configurazione, più tendente al barocco, del Fabre artista – che lo rende rigoroso e pienamente convincente.



Resurrexit Cassandra
cast cast & credits
 


Spettacolo visto il
1° dicembre 2021
al teatro Franco Parenti di Milano

 
Firenze University Press
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