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Da Dante all'Eden

di Benedetta Colasanti
  Paradiso
Data di pubblicazione su web 13/11/2021  

Nell’ambito del festival La Democrazia del Corpo, va in scena a Cango - Cantieri Culturali Goldonetta Paradiso, il nuovo lavoro di Virgilio Sieni, già presentato a Napoli e a Ferrara, nato nell’ambito delle celebrazioni per il settecentenario dalla morte di Dante.

Dopo tante rivisitazioni dell’Inferno, il coreografo e danzatore fiorentino sceglie di rappresentare la terza cantica, collocandola in un Eden o in un’ideale foresta tropicale in cui gli uomini vivono in eterna armonia con la natura. Afferma Sieni: «Dante non è un flâneur, viaggiatore della notte alla ricerca di se stesso nelle pieghe infernali della città; né un wanderer, viandante immerso negli abissi della malinconia e letteralmente risucchiato dai paesaggi emozionali; né un passeggiatore scanzonato, come ci indicava divinamente Petrarca, cioè un camminatore che tiene lontani i pensieri invadenti e si sospende nell’“errabondare tra le valli”. È un cammino dall’umano al divino, dal tempo all’eterno».

Le piante – unici elementi scenografici – e i corpi – che si mimetizzano nel buio e nel verde – rimandano a una dimensione naturale e primordiale. In questo viaggio ai confini delle logiche quotidiane, il coreografo toscano in parte si distacca da un certo immaginario del Paradiso, tipico della cultura occidentale e cattolica, e in parte ne riprende la tradizione. Si pensi all'immagine della "pietà", proposta da alcune pose dei danzatori, e al ruolo della musica vocale, l’unica capace di innalzarsi al “Cielo”: nella composizione originale di Paolo Damiani si passa (un po’ come nel quarto movimento della sinfonia n. 9 in re minore di Beethoven) da tonalità basse, quasi percepibili come “rumori”, a suoni strumentali, fino alla voce.

Ma è evidente anche lo sforzo di proporre una visione inedita. Fondamentale l’uso della luce: i giochi chiaroscurali e l’uso della macchina del fumo accompagnano lo spettatore in un mondo “altro”, misterioso e solo in parte percepibile. Un’esperienza sensoriale che sembra riecheggiare i versi che Dante affida a Beatrice: «dietro ai sensi vedi che la ragione ha corte l’ali» (Canto II).

Un momento dello spettacolo
Un momento dello spettacolo

La parola poetica è sapientemente affidata all’azione coreografica. Sebbene lo stile di Sieni sia sempre ben riconoscibile, la sua ricerca sul gesto è in costante divenire. I corpi androgini, ora statuari, ora in preda a movimenti convulsi che richiamano lo scorrere di un fluido, sono responsabili di un continuo mutamento di scenografia. Spostare oggetti, dialogare con la natura, sono elementi costanti nel linguaggio corporeo del coreografo. La danza, affidata a cinque danzatori – Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo e Giulio Petrucci –, minuziosamente costruita «per endecasillabi», restituisce il «senso della lentezza e dello scorrimento», del «peso» e del «volume» (così Sieni). Notevoli i passaggi corali più vorticosi i cui il movimento del singolo performer è origine del gesto dell’altro; i corpi dialogano senza toccarsi mai.

In un panorama della danza contemporanea forse troppo statico e ripetitivo, bisogna riconoscere a Virgilio Sieni, dopo una carriera trentennale, la capacità di rinnovarsi e di generare dall’energia e dalla fatica corporea sempre nuova arte.



Paradiso
cast cast & credits
 

Compagnia Virgilio Sieni


Spettacolo visto l'11 novembre 
2021 a Cango - Cantieri Culturali Goldonetta di Firenze

 
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