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I tormenti dei personaggi nella Turandot di Carlo Gozzi

di Carmelo Alberti
  Turandot
Data di pubblicazione su web 18/10/2021  

La stagione 2021-2022 del Teatro Stabile del Veneto è stata inaugurata presso il Teatro “Carlo Goldoni” di Venezia con la messinscena della Turandot di Carlo Gozzi, curata con maestria da Pier Luigi Pizzi, a partire dall’adattamento del testo, ridotto dai cinque atti originali a un solo tempo, fino al progetto della regia, delle scene e dei costumi. A rappresentare la sfida a colpi di enigmi che il principe tartaro Calaf intesse con la crudele principessa cinese Turandot è una nutrita schiera di giovani interpreti, molti dei quali sono allievi della scuola dello Stabile.

Un momento dello spettacolo
© Serena Pea

Il prosciugamento della fiaba gozziana è voluto per evitare, anzitutto, le complessità dell’ambientazione e il nodo della versificazione per valorizzare una trama essenziale, per nulla secondaria, che rende i protagonisti immediatamente riconoscibili agli occhi degli spettatori, osservandoli meglio sul versante della mutazione morale e sentimentale. La base del racconto poggia sul dramma nascosto, causato dalla separazione tra ruoli civili e pulsioni interiori; i personaggi, insomma, appaiono tormentati nella difesa dell’immagine pubblica di sé stessi, nonostante nei loro animi affiori il desiderio di comprendere le sventure degli altri. In tal modo si va ben oltre la barriera di quella legge estrema che nella prova voluta da Turandot, avversa in modo incerto al sesso maschile, conduce alla tragedia di una morte che umilia i nobili pretendenti alle sue nozze. Quando Calaf riesce a superare la trappola iniziale, lo scambio dei reciproci indovinelli tra i due innamorati stabilisce una linea d’azione obbligata, che sembra rimanere senza soluzione, nonostante l’abbraccio sensuale che li travolgerà alla fine della recita.

Lo spettacolo mostra un ambiente orientaleggiante, essenziale e stilizzato con abilità, uno spazio che gioca sulla definizione delle luci e dei colori, abbinandoli alle sembianze di ciascun soggetto; le quattro maschere della Commedia dell’Arte, che fanno da tramite tra il potere e la realtà popolare, giocano sulla mimica e sulle sonorità degli strumenti a percussioni che recano con sé.

Un momento dello spettacolo
© Serena Pea

Sul piano interpretativo l’impegno dinamico degli attori non supera del tutto, in alcuni di loro, le incertezze dell’esordio. Interessante è la Turandot di Federica Fresco, ben disegnata nello scarto tra crudeltà e tenerezza; alterna è la recitazione di Leonardo Tosini nelle vesti di Calaf. Buona la coerenza espressiva di Andrea Bellacicco come Altoum; di Elisa Pastore nei panni di Adelma, la nobile decaduta costretta a servire la principessa; e di Maria Anolfo come Zelima, l’altra schiava di Turandot. Si ricordano, inoltre, il personaggio di Barach affidato a Riccardo Gamba, il Pantalone di Massimo Scola, il Tartaglia di Gaspare Del Vecchio, il Brighella di Marco Mattiazzo, l’agile Truffaldino di Pierdomenico Simone; e ancora il Timur di Daniele Tessaro e l’Ismaele di Cristiano Parolin.

Tutti sono stati applauditi con affetto alla fine della rappresentazione.



Turandot
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo
© Serena Pea

Lo spettacolo è stato visto il 14 ottobre 2021 al Teatro Goldoni 
di Venezia


 
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