Tra cinema e letteratura
Forse è troppo fragile il film di Maggie Gyllenhaal per riaprire il dibattito sul rapporto tra opera letteraria e opera cinematografica ma certo non è inopportuno ricordare che, al di là di problemi di fedeltà, vale sempre il criterio che l'opera filmica deve avere una sua intrinseca plausibilità. Cioè deve funzionare anche se non si conosce l'opera da cui è tratta. The Lost Daughter funziona anche se non si è letto La figlia oscura di Elena Ferrante? Diremmo di sì, più o meno funziona.
Leda, professoressa statunitense di mezza età, giunge da sola in un'isola greca per trascorrere un tranquillo periodo di riposo. Tutto procede per bene tra bagni di sole e conversazioni con gli abitanti del villaggio, in particolare il guardiano factotum della casa presa in affitto. La solitudine elettiva la induce a guardarsi attorno, a osservare le vite degli altri, fino all'irruzione sulla spiaggia di una chiassosa e numerosa famiglia, volgare e prepotente. Giorno dopo giorno viene sempre più intrigata dal rapporto tra la giovane madre Nina e la figlia bambina: un rapporto apparentemente senza ombre. La naturalezza del legame la fa piombare in una sempre più angosciosa revisione del suo passato, che anche noi riviviamo con gli inevitabili (e non sempre chiarissimi) flashbacks. Dove comunque trattasi delle scelte di vita di Leda che ha abbandonato marito e figlie per seguire un'intensa passione scientifica e poi ha maldestramente cercato di recuperare guadagnandosi l'affetto di una delle figlie e la perenne ostilità dell'altra. Il forse sognato recupero di una maternità tardiva nel rapporto con la giovane Nina si infrange contro le fragilità e i rancori di quest'ultima quando la vicenda volge al noir con il furto della bambola della sua bambina, perpetrato e a lungo nascosto proprio da Leda.
È evidente che una trama banalotta regge solo se la sensibilità della regista e delle interpreti la soccorre con convinzione e partecipazione emotiva. Maggie Gyllenhaal, qui alla sua prima prova registica, è autrice anche di una sceneggiatura premiata forse con qualche generosità ma certamente sensibile e sfumata. Senza errori poi le decisive prove delle protagoniste: l'infallibile Olivia Colman e la vibratile Dakota Johnson.
La figlia oscura
La locandina del film
Cast & credits
Titolo
La figlia oscura |
|
Origine
Grecia, Usa, Regno Unito, Israele |
|
Anno
2021 |
|
Durata
121 min. |
|
Città rappresentazione
Venezia |
|
Luogo rappresentazione
78 Mostra del cinema di Venezia |
|
Prima rappresentazione
3 settembre 2021 |
|
Colore | |
Regia
Maggie Gyllenhaal |
|
Interpreti
Olivia Coleman Jessie Buckley Dakota Johnson Ed Harris Peter Sarsgaard Paul Mescal Dagmara Dominczyk Alba Rohrwacher |
|
Produttori
Maggie Gyllenhaal |
|
Produzione
Endeavor Content, Samuel Marshall Films, Pie Films |
|
Scenografia
Inbal Weinberg |
|
Costumi
Edward K. Gibbon |
|
Sceneggiatura
Maggie Gyllenhaal |
|
Montaggio
Affonso Gonçalves |
|
Fotografia
Hélène Louvart |
|
Suono
Leslie Shatz |
|
Musiche
Dickon Hinchliffe |
|
Lingue disponibili
Inglese |