Premio del pubblico BNL alla Festa del Cinema di Roma 2020, Estate 85 è il libero adattamento del romanzo Dance on My Grave (1982) dello scrittore inglese Aidan Chambers. Il parigino François Ozon, classe 1967, rievoca una stagione della propria adolescenza, in un decennio segnato da film cult come Blow Out (1981) di Brian De Palma e Blade Runner (1982) di Ridley Scott (locandine entrambe presenti nella stanza del protagonista), oppure singoli come In Between Days dei Cure e Sailing di Rod Stewart. La
storia ha luogo a Le Tréport, cittadina a nord della Normandia. Linizio in medias res mostra la tragica confessione
dello studente Alexis
(Félix Lefebvre): qualcuno è morto e probabilmente si tratta di
omicidio. Attraverso un lungo flashback, assistiamo allo svolgersi degli eventi
a partire dallincontro del protagonista con il magnetico e seducente David (Benjamin
Voisin). Questi, da poco orfano di padre, vive con la madre (Valeria
Bruni Tedeschi) con la quale gestisce un negozio di articoli sportivi.
Inizialmente riluttante alle avances di
David, Alexis decide in seguito di concedersi a una travolgente passione estiva
che sfocerà in qualcosa di molto più importante. È risaputo, però, che la
fiamma che arde di più spesso è destinata a estinguersi prima. Il punto di
rottura inesorabile coincide con lentrata in scena di Kate (Philippine
Velge), studentessa inglese che, inconsapevolmente, innescherà una serie di
reazioni a catena dallesito funesto.
Una scena del film
Lescamotage
iniziale pensato per catturare lattenzione dello spettatore risulta sì efficace
ma allo stesso tempo già visto e rivisto, a suo modo come l“utilizzo” della
tematica amorosa tra adolescenti dello stesso sesso. Si aggiunga che in questa
pellicola – che predilige di gran lunga la forma al contenuto – non avviene un
vero e proprio approfondimento dellinteriorità dei personaggi, come ad esempio
accade ne La vie dAdèle: Chapitres 1 & 2 (2013) di Abdellatif
Kechiche o nel più recente Call Me by Your Name (2017) di Luca
Guadagnino. Va detto che il processo di disvelamento – dal presunto
omicidio alla scoperta della verità verso il finale – è sorretto da un
montaggio che alterna passato e presente in maniera elegante e intelligente. Altro
encomio spetta alla scenografia (si segnala il brillante il lavoro negli
interni), al trucco, ai costumi e alluso della pellicola Super 16,
tutti fattori capaci di riproporre una versione sincera, realistica e non
edulcorata degli anni Ottanta. Prova tutto sommato sufficiente dei due giovani attori,
già con diverse esperienze cinematografiche e televisive alle spalle.
Una scena del film
Il
regista e sceneggiatore parigino è uno specialista nel rievocare amori e
passioni complicate tra giovani, da Swimming Pool (2003) a Jeune et
Jolie (2013) fino al meraviglioso Frantz (2016). Rispetto al passato,
tuttavia, questa coming-of-age story difetta di una credibilità e di una
sincerità tali da giovare alle vicende dei protagonisti, ingabbiati in una contrapposizione
di caratteri furbescamente rappresentata dallesplicito omaggio a La Boum
(1980) di Claude Pinoteau. Questa antinomia si manifesta nella loro
dinamica relazionale: se il protagonista si trova “incastrato” in un amore
idealizzato, il secondo non fa che vivere unavventura come tante; se David
tende continuamente e con veemenza alla vita, Alexis fa altrettanto con la
morte. Insomma
la prima metà del film coinvolge e convince ma proprio quando sembra che stia
per decollare, si va incontro a una vera e propria discesa per inerzia verso il
grottesco e verso il sicuramente evitabile. Nonostante il coraggio di mischiare
e ridefinire generi come il teen movie,
il melodramma e il thriller, si deve questa volta – per evocare unimmagine attinente
al periodo di riferimento del film – rimandare a settembre Ozon.
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