«Un paradosso:
il timore causato dalla pandemia sembra in relazione inversa alla sua letalità.
Ma si sa che un rischio più è piccolo, più può far paura perché pare ingiusto a
chi ne è colpito mentre quasi tutti gli altri ne escono indenni. È un motivo
del principio di precauzione» (H. Le
Bras, La crainte engendrée par le virus semble inversement
proportionnelle à sa létalité, in «Le Monde», 10 febbraio 2021, on line). «In
filosofia, la collera è in genere intesa come emozione dolorosa che si
manifesta quando riteniamo sia stato fatto torto grave a qualcuno o qualcosa
che ci è caro». «La collera non conduce di necessità alla voglia di rivincita.
Un genitore può arrabbiarsi con un bimbo, ma non si vendica. Si chiama “collera
temporanea”, volta al futuro perché non si ripeta ciò che ci rende indegni.
Anche Martin Luther King faceva questa distinzione. Rifiutava la collera
e cercava retribuzione». «Il 6 gennaio, la collera esplosa a Washington è
rimasta allo stato bruto, la folla voleva vendicarsi e distruggere». «Nel
nostro paese, la collera è sempre stata per gli uomini un modo di provare la
loro virilità» (M.C. Nussbaum, Aux
Etats-Unis, la colère a toujours été pour les hommes un moyen de prouver leur
virilité, in «Le Monde», 17-18 gennaio 2021, on line).«Sai
che solo Donald Trump si frappone fra te e un mondo dannato e devastato.
Vedi lepidemia e le pestilenze che investono il pianeta e capisci che fanno
parte del piano. Sai che uno scontro tra il bene e il male non può essere
evitato e desideri ardentemente il Grande Risveglio che sta arrivando». «Tu sai
tutto questo perché credi in Q» (F.
Cardinali, Il gioco di Q, in «MIND», aprile 2021, p. 40). «Trama di
base semplice e tutto sommato credibile: quella dei poteri forti (che
indubbiamente esistono) impegnati a condizionare malignamente la nostra vita
per i loro sordidi interessi (questo rappresenta il punto aperto della
narrazione, dove si può infilare di tutto, dal pedosatanismo allo adrenocromo,
fino ai vaccini anti Covid-19 con allinterno le microtecnologie che
interagiscono con le frequenze del 5G). Il tutto, elemento non secondario,
accompagnato dalla promessa di una soluzione finale che vedrà la vittoria del
bene contro il male» (ivi, p. 45). Ma, «oltre tutto, cè la realtà degli Stati
Uniti». «Ricordare di tenere sempre, come sotto traccia dei fatti, il contesto
specifico nel quale si svolgono» (ivi, p. 47). «Non potrebbe essere che Trump,
al momento bloccato su molti social, voglia (o debba per sperare in una nuova
elezione) poter continuare a contare – forse ancor più di prima – sul sostegno
di QAnon?» (ivi, p. 49).
Nel
mondo reale, basta soltanto una priorità: «la difesa della vita e della salute,
il riconoscimento della dignità di ogni persona, prima di qualsiasi altra
legittima preoccupazione politica, sociale ed economica» (F. Ricciardi, Basta soltanto una
priorità, in «Avvenire», 10 marzo 2021, p. 2).
Senza
questa sola fondamentale priorità, siamo tutti vicini di casa pericolosi.
I carnefici
della porta accanto
è ledizione italiana (Milano, Mondadori, 2002) di Neighbors di Jan
T. Gross sul massacro degli ebrei polacchi di Jedwabne nel 1942 (in epigrafe,
nel 1862 Abraham Lincoln ci ricorda che la storia la facciamo noi:
«concittadini, non possiamo sottrarci alla storia»). «Il nazismo, ripetiamolo
con il tedesco Eric Voegelin, filosofo della politica, è un regime che
fa leva sugli istinti malvagi degli esseri umani, non solo perché insedia “gentaglia”
in posizioni di potere, ma anche perché “luomo comune è un uomo ragionevole
finché la società nel suo complesso si mantiene in ordine, ma quando da qualche
parte si propaga il disordine e la società comincia a cedere, diventa un
selvaggio che non sa più quello che fa”» (ivi, p. 134). Michał Głowiński,
allora un ragazzino, fu lasciato dalla zia in un caffè per quindici minuti e assediato
da alcune donne presenti: «Oggi, a distanza di anni, ho maturato la convinzione
che quelle donne non fossero mosse dallodio o dal livore. Erano solo
spaventate dal problema che si erano trovate tra le mani ed erano pronte a fare
di tutto, con tutti i mezzi e a qualunque costo, pur di cavarsi dimpaccio al
più presto possibile». «Donne normali, a modo loro persino intraprendenti e
rispettabili, gente che lavorava e senza dubbio faticava non poco per
sostentare la propria famiglia nelle difficili circostanze delloccupazione» (ivi,
p. 174, nota 2).
Oggi
occupante è la pandemia, in tutto il mondo. Ringrazio lamico che scrive, a
proposito dei paesi poveri: «è facile capire che se non si spegne subito questo enorme focolaio, le
vaccinazioni degli Stati più ricchi sono inefficaci. Per superare la pandemia
di Covid-19, bisogna evitare il ripetersi della tragedia causata dallepidemia
di Hiv/Aids 20 anni fa, quando le terapie antiretrovirali sono arrivate nei
paesi a risorse limitate soltanto 10 anni più tardi, mentre nei paesi ricchi si
riduceva sensibilmente il numero dei decessi, ma restando viva linfettività
virale. Sono convinto e spero che il superamento dei monopoli su tutti i
prodotti farmaceutici necessari a fronteggiare la pandemia di Covid-19
consentirà una collaborazione globale utile ad incrementare la produzione, la
fornitura gratis dei vaccini e laccesso per tutti i paesi del mondo». Non
farlo è pura stupidità globale. «Ci sono tuttavia persone che, con le loro inverosimili
azioni, non solo causano danni ad altre persone, ma anche a se stesse. Queste
sono un genere di super-stupidi» (C.M.
Cipolla, Allegro ma non troppo, Bologna, il Mulino, 1988, p. 64).
Va impedito il suicidio di un mondo in cui «la parte che può scegliere in un
ventaglio più ampio di comportamenti introduce fattori di incertezza nella
situazione dellaltra, senza che questultima, condannata a opzioni ridotte
quasi al nulla, sia in grado di ricambiare». «Il vertice della nuova gerarchia
è in una condizione di extra-territorialità: i livelli inferiori sono in
diverso grado vincolati allo spazio» (Z.
Bauman, Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone,
Bari, Laterza, 1999, pp. 115-116).
Ma in UE, «l84%
pensa che la libertà di movimento dei cittadini porti complessivamente con sé
vantaggi per leconomia del proprio Paese, con il 48% che è ‘assolutamente daccordo»
(J. Giraudo, Rapporto 2020 di
Eurobarometro sulla cittadinanza dellUnione Europea, in «Apiceuropa.eu»,
12 settembre 2020, on line). Invece sui migranti «la UE, dal canto suo, ha
impresso unaccelerazione al suo impegno, come si usa dire, “securitario”» e se
«le spese per laccoglienza salvano vite e operano per linclusione sociale, le
spese per bloccare i migranti seminano morte e sofferenza» (M. Ambrosini, Respingere e basta
costa, in «Avvenire», 17 aprile 2021, p. 1). Abbandonati in Mediterraneo
per giorni, sono annegati in centotrenta il 22 aprile, nellinfame gioco di stati
che fanno dellUE scudo a rendite economiche e politiche «pronte a fare di
tutto, con tutti i mezzi e a qualunque costo, pur di cavarsi dimpaccio al più
presto possibile». Questa tattica costa anche la vita ai troppi europei vittime della
pandemia. «Boris Johnson ha smentito di aver pronunciato la frase
scandalo – meglio “i cadaveri accatastati” che un altro lockdown – che gli era
stata attribuita dal Daily Mail». «La frase è stata però confermata dalla BBC» (Frase
choc. Ma Johnson smentisce, in «Avvenire», 27 aprile 2021, p. 10).
La Super
Champions League dei padroni globali delle squadre-star del calcio europeo lascerebbe
le altre a terra, ma il blurring (tecnica di maquillage delle
imperfezioni cutanee) è già pratica gestionale che «accetta le piccole pause
nel lavoro per affari personali»: «ci fidiamo! Finisci dopo in auto, o a casa.
O poi… . Ecco il punto dolente: senza orario tutto è possibile». «Evidentemente
il telelavoro non aiuta: impossibile evitare la teleconferenza alle 19.00, ci sono
tutti… Bisognerà fissare dei limiti, rivendicare il “diritto a de-connettersi”,
a meno di far parte dei “workaholics”, malati del lavoro» (J. Thomas, Le “blurring” ou la
journées san fin, in «Le Monde», 15 aprile 2021, on line). In pandemia lasimmetria
globale di potere si sta impadronendo anche del nostro tempo.
Ma come sotto traccia di questi
fatti, dobbiamo tenere il contesto specifico in cui si svolgono. «Nel 1960
la popolazione nellUE-27 rappresentava circa il 12% della popolazione
mondiale. Tale valore è sceso oggi a circa il 6% e si prevede scenda al di
sotto del 4% entro il 2070. Laltro sviluppo degno di nota è laumento della
quota dellAfrica rispetto alla popolazione mondiale: si prevede un aumento dal
9% al 32% mentre la quota della popolazione in Asia diminuirebbe leggermente» (Commissione
Europea, Relazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al
Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sullimpatto
dei cambiamenti demografici, Bruxelles, 17 giugno 2020, p. 33). «Anche
la quota dellUE nel PIL mondiale è in calo. Nel 2004 lEuropa rappresentava il
18,3% del PIL mondiale, registrando una contrazione del 14,3% nel 2018». Perciò «la
nuova strategia globale per lAfrica è particolarmente importante in
considerazione delle sfide demografiche complementari che i nostri continenti
si troveranno a affrontare. Sarà ancora più importante difendere lordine
mondiale fondato su norme e le sue istituzioni» (ivi, p. 35). «Se vogliamo
riprendere a crescere, avremo bisogno dimmigrati. Se arriveranno, vorrà dire
che avremo ripreso a crescere» (M.
Ambrosini, Immigrazione uguale crescita, in «Avvenire», 10 aprile
2021, p. 1).
Il futuro è nel «criterio
della solidarietà come punto di progettazione ex ante, come fattore costitutivo della costruzione della
società e delleconomia» (ringrazio lamico che mi segnala D. Marini, Lessico del nuovo mondo, una lettura dei
mutamenti sociali ed economici, Venezia, Marsilio 2021, p. 56). Sovranismo
e Covid-19, in sequenza, sono pandemie sorelle: «populisti e sovranisti
trattano il popolo non come soggetto, ma come massa manipolabile in vari modi,
in contrasto con lidea di popolo che attraverso conflitti di ogni genere si è
affermata in Occidente e che si trova ad affrontare nuove sfide. Perché ci sia
un popolo ci vuole una storia condivisa, trasmessa in molti modi, e ci vuole la
volontà di vivere insieme» (P. Grassi, Contro
i nuovi totalitarismi ridefinire lidea di popolo, in «Avvenire», 17 aprile
2021, p. 3). «Sovranismo è una posizione di politica estera, il tentativo di
rifiuto o di riduzione della dimensione sovranazionale delle istituzioni. È lantieuropeismo,
nella convinzione o illusione o finzione che un rafforzamento della sovranità
nazionale e una riduzione dellinfluenza dellistituzione sovranazionale possa
comportare un vantaggio. Lemergenza sanitaria che viviamo ha dato
probabilmente un colpo durissimo al sovranismo. In ogni caso il sovranismo è un
problema contingente, non tocca il fondamento della dimensione politica. La
sovranità è un fondamento politico. Anche se è unombra». Vivere bene tutti insieme.
«La mediocrità presente
è destinata a essere superata in un futuro che non sarà necessariamente
migliore, perché non cè niente che fa intravedere una simile prospettiva a
breve. Il futuro però ha un grande vantaggio: che non ha limiti. La democrazia
è aperta allinfinito del possibile. Lunica effettiva ragione di superiorità
sulle altre forme di governo. E scusate se è poco» (G. Matarazzo, Alfieri: “La sovranità? È la maschera del potere”,
in «Avvenire», 23 marzo 2021, p. 22). «Ogni centro di potere è sottoposto al
controllo di altri organi o da questi bilanciato. Il popolo, inteso come
insieme di votanti, è solo uno degli organi che esercitano il potere politico.
Questa è la ricchezza della democrazia» (S. Cassese, Democrazia aperta e false soluzioni, in «24 Ore.
Domenica», 18 aprile 2021, p. II).
«La pandemia è piena di
lezioni. Attenta ai suoi valori, solidarietà inclusa, lUE ha messo in atto un
meccanismo di ordinativi e distribuzione di vaccini per i ventisette stati
membri. Assoluta novità. Non ha funzionato. LEuropa non era attrezzata per
farlo. Ma la missione era quella giusta. «E pur si muove!», esclamò litaliano Galileo, quasi
quattro secoli fa, di fronte ai suoi contestatori, convinti che la terra, al
centro delluniverso, fosse immobile. È questa la storia europea» (S. Kauffman, Non, lEurope nest
pas nulle!, in «Le Monde», 28 aprile 2021, on line). «Dopo i dieci anni di
Delors è emersa una UE radicalmente diversa. I fatti, più che la leadership,
sono sempre stati importanti nel gestire lUE. Delors si giovò della volontà
dei leader nazionali di cedere potere alla nascente centralità. E le
circostanze, piuttosto che labilità politica, hanno dato più potere anche alla
Commissione von der Leyen. I leader nazionali sono di nuovo felici di cedere
potere a Bruxelles, se significa prosperità e salute». «Accade di nuovo ora sotto
voce». «Meglio, sembra, dirlo apertamente» (Charlemagne. The European
Commission is becoming more powerful, quietly, in «The Economist», 1° maggio
2021, on line). Dirlo ad alta voce, come
Galileo, che lo stupido egoismo pandemico non è al centro del mondo.
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