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La grande danza d’arte del Corpo di ballo della Scala

di Gabriella Gori
  Grandi momenti di danza
Data di pubblicazione su web 15/03/2021  

Sono momenti di pura danza d’arte, di grande danza adamantina quelli che il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano presenta in Grandi momenti di danza. La serata, trasmessa il 25 febbraio da Rai Cultura in prima visione TV sul canale Rai 5 e ora disponibile su RaiPlay, è un evento di alto profilo artistico e culturale ideato dal neodirettore Manuel Legris, che arriva a coinvolgere lo spettatore anche dal teleschermo e a trasformare magicamente la virtualità in una nuova realtà.

Alla serata, registrata a dicembre, avrebbe dovuto seguire il 28 febbraio in streaming un Omaggio a Nureyev ma, purtroppo, la scoperta di un focolaio di Covid-19 nell’organico tersicoreo ha costretto a rinviare, a data da destinarsi, la registrazione e la messa in onda di questo tributo. Il Coronavirus colpisce ancora facendo saltare i palinsesti e privandoci di appuntamenti attesi e seguiti anche da remoto e se non sappiamo quando questa pandemia finirà, certo Tersicore non si ferma, inventandosi e reinventandosi nuove modalità per continuare a esistere a distanza, ma in presenza, e a rimanifestarsi dal vivo appena i dati epidemiologici lo consentiranno.

© Marco Brescia & Rudy Amisano
© Marco Brescia & Rudy Amisano

A questo proposito il Corpo di Ballo milanese ha fatto in tempo a registrare e a mandare in onda anche Giselle, trasmessa in streaming su RaiPlay il 30 gennaio, con una madrina d’eccezione: Carla Fracci che ha tenuto due master class sul primo e sul secondo atto, visibili insieme al balletto sul sito del Teatro alla Scala. La Fracci ha guidato i ballerini scaligeri alla scoperta di significativi dettagli di un ruolo di cui lei ha dato una magistrale interpretazione tanto da diventare la Giselle per antonomasia del secondo Novecento coreutico. Una resa dalla quale ormai è impossibile prescindere proprio per quella sensibilità e per quel bagaglio accademico e culturale che deve avere chi vuole essere “danzartista”.

Ed è proprio su questa fondamentale dualità che punta la direzione di Legris, l’étoile che ha già influenzato i ballerini del Piermarini, rendendoli tutti partecipi di questa crescita “danzartistica”. Un valore aggiunto al loro essere professionisti della danza che si può cogliere anche da uno schermo nelle ariose riprese televisive e negli insistiti primi piani.

Grandi momenti di danza traccia un percorso coreografico tra Ottocento e Novecento, accostando alla più alta e consolidata tradizione accademica l’innovativa creatività contemporanea che non prescinde dal classicismo performativo della danse d’école. Anzi se ne appropria e lo riplasma in senso moderno e dinamico. Un excursus accompagnato dall’ottima Orchestra del Teatro alla Scala, diretta dall’altrettanto ottima bacchetta di David Coleman, che mette anche bene in luce la versatilità dei primi ballerini e dei solisti scaligeri, chiamati a presentare di persona la parte assegnata loro e lo stile richiesto per interpretarla al meglio.

© Marco Brescia & Rudy Amisano
© Marco Brescia & Rudy Amisano

Apre le danze La Sylphide, storico balletto romantico nella versione di Bournonville del 1836 su musica di Løvenskjold, da cui è estrapolato l’incontro tra James e la Silfide nella foresta incantata del secondo atto. I Solisti Nicola Del Freo e Vittoria Valerio lo introducono soffermandosi sulla preziosità virtuosistica dei passi, non disgiunta dalla necessità di caratterizzare l’immaterialità della Silfide rispetto alla fisicità di James. Lei, precisa e pulita, colpisce per la graziosa leggerezza; di lui non sfugge il controllo nei piccoli e grandi salti e nelle batterie.

Al virtuosismo di Bournonville fa eco quello altrettanto sfavillante del Corsaro sulla musica di Adam e la coreografia di Legris. Una produzione del 2016, sull’originale ottocentesco di Petipa, creata per lo Staatsballet di Vienna e ora ripresa per estratti. La Prima ballerina Virna Toppi e il Solista Marco Agostino, nei panni di Medora e Conrad, parlano del forte coinvolgimento emotivo del passo a due della camera da letto e lo eseguono con grande trasporto. Un intenso duetto accompagnato dalla danza delle Odalische, dalle danze di carattere e dei pirati con la brava Prima ballerina Antonella Albano e gli altrettanto preparati Mattia Semperboni, Agnese di Clemente, Gaia Andreanò, Linda Giubelli del Corpo di Ballo.

L’atmosfera cambia con Trio da SENTieri di Philippe Kratz sulla Berceuse op.57 di Chopin. Una creazione nata per l’Aterballetto nel 2014 ed eseguita anche dal Balletto dell’Opera di Vienna nel 2016, all’epoca diretto da Legris. In nero i Solisti Alessandra Vassallo e Christian Fagetti e l’aggiunto Andrea Risso, orgogliosi di portare per la prima volta sul palcoscenico del Piermarini il lavoro di Kratz, danno vita a un momento di bella e pura danza in cui i legati nascono e si sviluppano motu proprio nel fluido fraseggio contemporaneo.

Ma ecco che ritorna la frenesia ottocentesca con il brillante passo a due dall’atto secondo dell’Excelsior di Ugo Dall’Ara, un “ballo grande” su musica di Marenco che proprio alla Scala debuttò nel 1881 per celebrare l’età del Positivismo. La Prima ballerina Martina Arduino e il Solista Federico Fresi nelle vesti della Civiltà e dello Schiavo sfoderano con piglio deciso virtuosismi maschili (manèges, tours en l’aire) e femminili (fouettés), in un pas de deux energico che – come ricorda Martina – «segna il suo debutto nel ruolo» ed esalta il carisma di Federico.

Altro banco di prova è per la Solista Maria Celeste Losa e l’aggiunto Gabriele Corrado il passo a due dall’atto secondo di Progetto Händel di Mauro Bigonzetti sulla Sarabanda dalla Suite n.4 in re minore per clavicembalo.

Ideato nel 2017 per il Balletto scaligero, Progetto Händel torna con questo magico duo di cui Maria Celeste e Gabriele non negano la difficoltà nella tenuta estremizzata delle linee, negli intrecciati grovigli in cui gambe, braccia, testa generano figure plastiche, disarticolate e distoniche. Un intricante barocchismo accentuato dall’infrazione alla norma del tutù di Losa.

© Marco Brescia & Rudy Amisano
© Marco Brescia & Rudy Amisano

In questi Grandi momenti di danza non poteva mancare l’omaggio di Legris a Nureyev nella scelta di rappresentare Lo spectre de la rose nella versione del Tartaro volante ispirata a quella originale di Fokine del 1911. La Solista Emanuela Montanari e il Primo ballerino Claudio Coviello sono due interpreti sopraffini; interessante è stata l’introduzione di Coviello che ha ricordato il leggendario Nijinskij per il quale il ruolo nacque e con il quale cambiò la percezione e l’importanza del danzatore, non più visto solo come porteur. Coviello, puro danseur noble, si conferma un vero “danzartista” nel dare vita allo Spirito della rosa in un quadro oleografico di rara bellezza.

E parlando di punte di diamante ecco che irrompe nel finale la coppia di Primi ballerini Nicoletta Manni e Timofej Adrijashenko nel Grand pas de deux dall’atto terzo del Don Chisciotte di Nureyev del 1966, affiancati da Gaia Andreanò e dal Corpo di Ballo. Un tripudio di energia, di virtuosismi all’ennesima potenza raccontati ed eseguiti da due fuoriclasse per bravura, precisione e controllo che trascinano anche a distanza con i manèges, i tours en l’air à la seconde, i grandi salti in diagonale di Timofej e la variazione del ventaglio di Nicoletta in cui sciorina pas de bourrée, echappés, retirés, e nel finale i prodigiosi trentadue fouettés.

Una serata speciale all’insegna della “danzartisticità” che lascia il segno e di cui Legris deve essere fiero anche e proprio in momento come questo in cui l’abnegazione e la resilienza devono guidarci come non mai e aiutarci a superare anche il dolore per chi ci ha lasciato. Doveroso infatti in questa sede ricordare la recente, prematura scomparsa del grande Patrick Dupond, étoile dell’Opéra di Parigi, deceduto venerdì 5 febbraio all’età di sessantuno anni. Ed è lo stesso Legris, che Dupont lo conosceva bene, a salutarlo per tutti noi con toccanti parole: «Che tristezza oggi apprendere della scomparsa di Patrick Dupond, uno dei più grandi ballerini francesi della sua generazione. Il suo carisma e la sua generosità sul placo hanno lasciato il segno nella mente di tutti noi. Ci sono e ci saranno sempre ricordi indimenticabili per me e per un’intera generazione di ballerini. Era ovviamente ammirato in Francia e nel mondo, ma era particolarmente amato dal pubblico italiano. Sei partito troppo presto ma non hai mai fatto niente come gli altri. Buon viaggio tra le stelle».



Grandi momenti di danza


La Sylphide, dall’atto III
cast cast & credits
 


Le Corsaire
cast cast & credits
 


SENTieri Trio
cast cast & credits
 


Excelsior: passa a due dall’atto II
cast cast & credits
 


Progetto Hendel: passo a due dall’atto I
cast cast & credits
 


Le Spectre de la rose
cast cast & credits
 


Don Chisciotte: Grand pas de deux dall’atto III
cast cast & credits
 

Serata trasmessa in prima visione TV sul canale Rai 5 il 25 febbraio e disponibile su RaiPlay
 
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