Albatros (Drift Away)
Dopo dieci anni di fidanzamento, Laurent chiede la
mano di Marie. A suggellare il loro amore cè anche la piccola Paulette. Se sul
fronte famigliare tutto procede a gonfie vele, il lavoro, che pure Laurent ama,
comincia a impensierirlo. A capo della polizia di una pittoresca cittadina in
Normandia, luomo passa dal confrontarsi con i piccoli problemi di ordine
pubblico della provincia (il regista stesso appare in un bel cammeo come un
ubriaco guastafeste portato via a forza dal protagonista) a crimini man mano
più gravi: dagli abusi su minori al terribile suicidio di un parigino buttatosi
giù dalla scogliera. Fin quando Laurent non perde definitivamente il
controllo. Con Albatros, Xavier Beauvois si
conferma magistrale osservatore di emozioni: della tensione tra responsabilità
e perdita di controllo, ma anche della profondissima presenza di un desiderio
di morte. Il tutto reso con un inconfondibile stile, grazie anche alla
strepitosa interpretazione di Jérémie Renier. Una scena di Albatros © Guy Ferrandis
Xavier Beauvois Regista, attore e sceneggiatore nato in Francia nel
1967, è stato assistente alla regia di André Téchiné e Manoel
de Oliveira. Da regista ha poi ricevuto numerosi riconoscimenti e premi per
film quali North, Dont Forget Youre Going to Die e The
Young Lieutenant. Con Of Gods and Men interpretato
da Lambert Wilson e Michael Lonsdale ha
inoltre ricevuto un buon successo di pubblico e critica, vincendo il Gran
Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes e il Premio César per il
miglior film. Babardeală
cu bucluc sau porno balamuc (Bad Luck Banging or Loony Porn) Un video, diventato virale, mostra un uomo e una donna
mentre fanno sesso indossando una maschera. La donna, identificata, è
uninsegnante, che agli occhi dei suoi studenti e della società dovrebbe
rappresentare un modello. Tutto ciò in uno stato post-socialista (ma forse
varrebbe ovunque) scatena un discorso pubblico sui social network e sul loro
corretto utilizzo, condito da tuttologi, pseudo-politici, falso sciovinismo e
teorie del complotto. Ognuno esprime unopinione e il dibattito su sesso
consensuale e pornografia finisce in tribunale. Abituato a esperimenti cinematografici innovativi, Radu Jude ha saputo tirar fuori dal suo personale universo un
film intelligente e ironico: con un utilizzo della camera leggero ma preciso,
nonché un umorismo frenetico nel mostrare la vita di tutti i giorni nelle
strade di Bucarest, la prima parte del film suggerisce un possibile incontro
tra cinema contemporaneo e fiction documentaria. La seconda parte è invece una
serie sincopata di immagini laconiche e statiche: una sorta di enciclopedia di
simboli del nostro tempo. Il finale, che pure rimane aperto, si concretizza in
una discussione tenuta a scuola nella quale si giudica il diritto della
protagonista di esistere.
Una scena di Babardeală cu bucluc sau porno balamuc © Silviu Ghetie / Micro Film 2021
Radu Jude Nato nel 1977 in Romania, Radu Jude si
laurea in Cinema presso Media University di Bucarest. Inizialmente assistente
alla regia, passa a dirigere lavori propri con il corto The Tube with
the Hat (2007). Il suo debutto The Happiest Girl in the World conquista
lattenzione internazionale. Nel 2015 vince lOrso dargento alla Berlinale con
Aferim!. Nel 2017 partecipa al Festival di Locarno con il documentario The
Dead Nation. I suoi lavori più recenti, Uppercase Print e The
Exit of the Trains, hanno entrambi partecipato al 2020 Forum del festival
berlinese. Fabian oder
Der Gang vor die Hunde (Fabian – Going to the Dogs) Berlino, 1931. In una società in fermento e
corruzione, tra subaffitti, criminalità, bordelli che sono studi dartista,
nazisti che urlano per le strade e Babelsberg che sogna di produrre un “cinema
psicologico”, Jakob Fabian, dottorando in studi germanici, di giorno scrive
annunci pubblicitari mentre di notte frequenta i locali più stravaganti della
città con lamico Stephan Labude. Questultimo, che più tardi confesserà daver
fallito nella vita e nella professione, si mostra subito intraprendente nei
confronti di comunismo e sesso, mentre Fabian rimane sobrio e distaccato in
attesa, anche senza crederci fino in fondo, della “vittoria della decenza”. Il
suo amore per Cornelia, raggio di speranza in unesistenza pericolante, è
lunica cosa che mette in dubbio lironico fatalismo che lo contraddistingue.
Al di là di tutti i possibili parallelismi con il
mondo doggi, portar fuori dallombra il tristissimo, autobiografico Fabian
di Erich Kästner – tra i più importanti romanzi della
Repubblica di Weimer – è stata a tutti gli effetti una vera e propria sfida. Lo
stile penetrante, attento, silenziosamente malinconico del regista Dominik
Graf dà vita a un film che gira lento come una “strobosfera”,
illuminando connessioni tra rapporti sessuali e frigo vuoti, o il disintegrarsi
di un sogno di felicità. Una scena di Fabian oder Der Gang vor die Hunde © Hanno Lentz / Lupa Film
Dominik Graf
Nato a Monaco di Baviera nel 1952, Dominik
Graf ha studiato Film e televisione presso lUniversità della città
dal 1974 al 1980. Nel corso della sua carriera come regista e scrittore ha
ricevuto numerosi premi tra cui numerosi Grimme Awards. I suoi lavori più noti
sono Die Katze, Die Sieger, Hotte im Paradies e Die
geliebten Schwestern, nonché le serie televisive Der Fahnder e Im
Angesicht des Verbrechens.
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Berlinale 2021 (1-5 marzo)
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Albatros
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Babardeala cu bucluc sau porno balamuc
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Fabian oder Der Gang vor die Hunde
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Xavier Beauvois
Radu Jude
© Silviu Ghetie
Dominik Graf
© Caroline Link
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