Il Canto di Natale del 2020, distribuito sulla piattaforma streaming Disney+, è sicuramente Soul, co-prodotto da Pixar Animation Studios e Walt Disney Pictures, collaborazione che risale ai tempi di Toy Story (1995) di John Lasseter. A eseguire questo “brano”, vincitore dell'Oscar per il miglior film d'animazione e per la miglior colonna sonora, è Pete Docter – già regista dei capolavori Monsters, Inc. (2001), Up (2009) e Inside Out (2015) – coadiuvato alla regia da Kemp Powers. Rimanendo sulla linea produttiva dei film per tutti, Soul si contraddistingue per la sua capacità di prestarsi a una doppia lettura, un po come il celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry: un genitore e un figlio, durante lo scorrimento dei titoli di coda, avranno visto due pellicole differenti, su due livelli distinti. Con leggerezza e allo stesso tempo veemenza, il film indaga il rapporto delluomo con la morte, con sé stesso e con gli altri, sottolineando limportanza degli assoli ma anche del gruppo. Ancora una volta Docter ribadisce che il cinema danimazione può essere distante anni luce dalletichetta di “genere per bambini”.
Il quarantenne
newyorkese Joe Gardner – doppiato nelloriginale da Jamie Foxx, premio
Oscar guarda caso per la sua interpretazione di Ray Charles in Ray (2004)
– è un professore di musica in una scuola media, intento ad affrontare
quotidianamente una stoica battaglia contro svogliati e distratti studenti,
tentando in tutti i modi di instillare in loro una scintilla di passione verso
uno strumento musicale e invitandoli a “perdersi nellassolo”, a lasciarsi
andare. Con il sogno di diventare un pianista affermato e sfuggire quindi alla
frustrazione dellinsegnamento, si ritrova suo malgrado vittima di un incidente
in strada. Mentre il corpo giace in un letto dospedale, lanima di Joe finisce
in una dimensione post mortem chiamata The Great Beyond (in originale), appellativo già di per sé poetico
se tradotto letteralmente.
Questo
spazio “altro” che sapientemente sfugge a ogni implicazione religiosa è
rappresentato come una sorta di nastro trasportatore – simile a una tastiera ma
anche a una pellicola cinematografica – diretto verso una inenarrabile luce, in
una sequenza molto simile a quella (di struggente bellezza) dellinceneritore
in Toy Story 3 (2010). Sfuggito a una seconda fine, Joe arriva nel The Great Before, dove le anime si
preparano ad andare sulla Terra dopo aver ricevuto una personalità. Il
protagonista viene nominato mentore di una irruente e scatenata neo-anima di
nome 22: il suo scopo sarà quello, così come a scuola, di farle scoprire una
passione per qualcosa. Ma il destino ha in serbo per loro altri piani “a
quattro zampe”.
Una scena del film Forte
di una pluralità di stili visivi e di intelligenti colpi di scena, sin dai
primi minuti Soul non nasconde una profonda ricerca visiva e
drammaturgica. Se sono presenti tematiche alte e universali come la vita,
laldilà e lanima, non può mancare la dimensione più ancorata alla sfera
terrena, quella umana. Un protagonista, tuttaltro che ragazzo, fa i conti con
il grigio e bergmaniano bilancio della propria vita che riporta alla mente
quello di Isak Borg ne Il posto delle fragole (1957): non sembra affatto
un caso che il mentore di cui Joe prende il posto (per via di un equivoco) si
chiami Bjorn Borgenson. La doppia dimensione in cui si muove luomo è valorizzata
da una scenografia digitale sopra le righe, sebbene lontana, in termini di
risultati, da quella ultraterrena raggiunta in Coco (2017), altro pilastro
Pixar. Tra i momenti di poesia visiva si segnala la landa desolata in cui un
vascello, capitanato dallanima di un artista di strada newyorkese, fende le
onde del deserto vagando alla ricerca di anime perdute distaccatesi dalla vita
reale sia per colpa della depressione sia per la troppa passione, colpevole
questultima di incrinare il rapporto col circostante. Joe
eleva sé stesso elevando a sua volta lenfant terrible 22: lui non vuole
morire e lei non vuole vivere. Nuotano in due direzioni contrapposte e tuttavia
riescono a incontrarsi. Il modo in cui i due si relazionano riassume il
suddetto target di Soul, il mondo complementare degli adulti e
dei bambini. Il fine ultimo del film è quello di compiere un ragionamento sul
senso di vita: la scintilla mancante non è il mero scopo definito
dellesistenza ma la voglia di vivere, di improvvisare, di fare jazz. In questa
scorrevole e incisiva opera riecheggia un armonioso inno alla vita come non se
ne vedevano da tempo.
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