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Tra sogno e realtà

di Gabriella Gori
  The Royal Ballet Live: Within the Golden Hour
Data di pubblicazione su web 09/12/2020  

«È strano! è strano!» dice Violetta nella Traviata quando capisce che si sta innamorando di Alfredo. La stessa stranezza ci coglie nell’assistere in modalità streaming al The Royal Ballet Live: Within the Golden Hour. Uno spettacolo bellissimo di cui riconosciamo, anche da uno schermo digitale, l’alto profilo e la volontà di reagire all’asfittica dimensione del Covid-19.

Sì, davvero strano; eppure anche a distanza questi formidabili ballerini riescono a toccare le corde più profonde dello spettatore che è ugualmente coinvolto in un’esperienza visiva e immersiva che lo cattura e lo soddisfa. E questo grazie alle ravvicinate riprese televisive che “bruciano” la lontananza fisica dei danzatori e li proiettano davanti ai nostri occhi quasi fossero lì, vicini e toccabili.

The Royal Ballet Live: Within the Golden Hour è un evento che, oltre a vedere in azione dei fuoriclasse tra Primi Ballerini, Primi Solisti e Solisti, mette in scena un fuoco di fila di pezzi d’autore della più alta letteratura ballettisca Otto-Novecentesca. Nel programma di stampo classico e neoclassico svettano i maestri della coreografia storica inglese e russa, a cui si affiancano giovani autori, in un palinsesto che si sviluppa tra tradizione e modernità. Una sorta di riflessione coreutica che il Royal Ballet e il suo direttore artistico, Kevin O’Hare, propongono per saggiare “lo stato dell’Arte”. Arte che sta benissimo nonostante la pandemia costringa a ripensare modi e tempi della fruizione dell’accadimento artistico. Una sfida che il Royal Ballet vince a mani basse insieme all’Orchestra della Royal Opera House, diretta con maestria da Jonathan Lo.

In questo Live la gloriosa scuola britannica ha il posto d’onore con cinque coreografie: tre di Frederic Ashton e due di Kenneth MacMillan. Il corpo di ballo omaggia questi due importanti autori con lavori ancora oggi attuali per gli stilemi e la perfezione del dettato coreografico.

 Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet © Tristram Kenton 2019
Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019

Rhapsody pas de deux su musica di Sergey Rachmaninoff è un duetto neoclassico di Ashton del 1980, interpretato dai Primi Ballerini Akane Takada e Alexander Campbell con al piano Robert Clark. Pezzo di grande lirismo, accentuato dai costumi color carne di William Chappell, esalta la purezza delle linee di Akane e Alexander in un pas de deux che trascende il classico.

Gli fa eco Monotones II, l’altra creazione di Ashton su musica di Erik Satie datata 1965. Si tratta di un trio composto dalla Prima Solista Melissa Hamilton e dai Solisti Reece Clarke e Nicol Edmonds che si presentano in aderenti tute bianche che coprono anche la testa, disegnate da Ashton. In questo terzetto, considerato “l’apice del classicismo ashtoniano”, risplende la tecnica accademica attraverso quadri illuminati dal chiaro abbagliante dei costumi e dall’altrettanto abbagliante perfezione dei passi in cui sparisce la differenza di genere.   

Un solo maschile è invece Dance of the Blessed Spirit, ideato da Ashton nel 1978 e tratto dall’Orfeo ed Euridice di Gluck. Il Primo Solista William Bracewell, accompagnato dal flauto di Katherine Baker, è un estenuato Orfeo accarezzato dalla melodia gluckiana, riflesso nell’intensa gestualità barocca. Un brano di grande raffinatezza per un ballerino sopraffino.  

Due passi a due, presentati uno dietro l’altro, portano la firma di Kenneth McMillan, altro nome della illustre tradizione coreografica britannica. Il primo è tratto dal primo atto di Manon, il balletto ispirato all’omonimo romanzo dell’abate Prevost e composto da McMillan nel 1974 su musica di Jules Massenet e costumi settecenteschi di Nicolas Georgiadis. I Primi Ballerini Laura Morera e Federico Bonelli trasformano questo duetto tra Manon e De Grieux in un pezzo di teatro danzato per la veridicità della schermaglia amorosa, il gioco di seduzione di lei e l’arrendevolezza di lui, soggiogato dal fascino di questa giovane e volitiva donna.   

 Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet © Tristram Kenton 2019
Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019

Altra perla è il Concerto pas de deux di MacMillan del 1966, magistralmente ballato dalla Prima Ballerina Yasmine Naghdi e dal Solista Nicol Edmonds. Fasciati dai costumi giallo-oro di Jürgen Rose, che richiamano la palla di fuoco sullo sfondo, i due eseguono un adamantino passo a due in cui poesia del gesto danzato si sposa alla poesia della partitura musicale di Shostakovich, eseguita al piano da Kate Shipway.

Splendido tributo di questa serata è anche quello per l’eccelsa scuola russa con quattro pezzi che vanno dalla fine Ottocento al secondo Novecento a cominciare dal pas de deux dal balletto Le corsaire di Marius Petipa su musica di Drigo-Minkus del 1885. Un passo a due pieno di virtuosismi sciorinati con straordinario piglio e controllo dalla Prima Ballerina Marianela Nuñez (fouettés all’italiana, piqués) e dal Primo Ballerino Vadimi Muntagirov (manèges, tours en l’air), che solo la modalità streaming impedisce di sommergere di applausi (di sicuro, l’ovazione non sarà mancata davanti al teleschermo). L’entusiasmo e il coinvolgimento continuano con il languido pas de deux di Ivanov dal II atto del Swan lake di Petipa del 1895 su musica di Tchaikovsky e costumi di John Macfarlane. I Primi Ballerini Francesca Hayward (Odette) e Cesar Corrales (Sigfrido) sono una coppia straordinaria che regala momenti di pura magia.

The dying swan di Mikhail Fokine del 1907 su musica di Camille Saint-Saëns, è portato in scena dalla meravigliosa Prima Ballerina Natalia Osipova, accompagnata al piano da Kate Shipway e al violoncello da Christopher Vanderspar. Natalia nella sequenza dei bourrées e nel fremente battito delle braccia “alate” propone una morte del cigno viscerale, forte, intensa, che lascia senza fiato.  

E non poteva mancare il grande George Balanchine con Tchaikovsky Pas de deux del 1960. Anna Rose O’Sullivan, Prima Solista, e Marcelino Sambé, Primo Ballerino, al loro debutto in questo vero e proprio banco di prova, regalano un grand pas classique eseguito con tutti i crismi: lei è raggiante nel costume color pesca di Antony Dowell, e stupisce per il brio e la velocità con cui inanella echappés, piquées, retirés, fouettés; lui non è da meno nei grandi e piccoli salti, nei tours en l’aire, nei manèges. I due si confermano interpreti balanchiniani doc.

Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019

La nuova generazione è ben rappresentata da In Our Wishes di Cathy Marston, da Scherzo di Valentino Zucchetti, e Within the golden hour di Christopher Wheeldom. In Our Wishes, su musica di Rachmaninoff, i Solisti Romay Pajdak e Calvin Richardson, in abiti scuri di Roksanda e seguiti al piano da Kate Ahipway, mettono in scena la fine di un amore. Tra abbracci e abbandoni rifulge il classicismo contemporaneo di Cathy Marston in cui la fa da padrona l’eloquenza fisica di un addio. Scherzo, in prima assoluta e in apertura di serata, è un piacevolissimo divertissement neoclassico su musica di Rachmaninoff firmato dal Primo Solista del Royal Ballet, Zucchetti. Pensato per otto donne e otto uomini, poggia su una coreografia mossa e variegata tra ensemble, soli, duetti, terzetti, quartetti, quintetti, a canone e in contrappunto, resi con garbo ed eleganza dai protagonisti.    

In chiusura di serata Within the Golden Hour del socio artistico del Royal Ballet, Christopher Wheeldom, è una poesia danzata per quattordici elementi tra ballerini e ballerine, sulla partitura originale per archi del compositore Ezio Bosso – scomparso prematuramente nel maggio scorso – che ingloba la musica di Vivaldi. Presentato per la prima volta nel 2008 dal San Francisco Ballet, questo balletto è stato interpretato dal Royal Ballet nel 2016 e successivamente ripreso più volte a testimoniare il valore di questa creazione che allude nel titolo all’ultima ora di luce del tramonto, prima che la notte prenda il sopravvento. Un momento caratterizzato da una luminosità calda e dorata che si riflette nei costumi tinteggiati d’oro di Jasper Conran e nel cromatico riverbero, sempre dorato, dal lighting designer Peter Mumford.

La coreografia è strutturata in sequenze a partire da tre duetti centrali, formati dai Primi Ballerini Sarah Lamb e Ryoichi Hirano, dai Primi Solisti Fumi Kaneko e Reece Clarke, Anna Rose O’Sullivan e James Hay, che richiamano quartetti ed ensemble in un profluvio di enchaȋnements neoclassici di rara fattura. Inno alla danza e alla musica, Within the Golden Hour è un balletto sublime, una pausa che ha il potere di astrarci dalla realtà per condurci in un’atmosfera di serena armonia dove non c’è posto per il Covid-19.



The Royal Ballet Live: Within the Golden Hour


Scherzo
cast cast & credits
 


Rhapsody pas de deux
cast cast & credits
 


Monotones II
cast cast & credits
 


Tchaikovsky Pas de deux
cast cast & credits
 


In Our Wishes
cast cast & credits
 


Swan lake, act II pas de deux
cast cast & credits
 


Manon, act I pas de deux
cast cast & credits
 


Concerto pas de deux
cast cast & credits
 


Dance of the blessed spirit
cast cast & credits
 


The dying swan
cast cast & credits
 


Le corsaire pas de deux
cast cast & credits
 


Within the golden hour
cast cast & credits
 

Disponibile in modalità streaming
13 novembre-13 dicembre 2020
Royal Opera House, Londra



Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019



 
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