«È
strano! è strano!» dice Violetta nella Traviata
quando capisce che si sta innamorando di Alfredo. La stessa stranezza ci
coglie nellassistere in modalità streaming
al The Royal Ballet Live: Within the
Golden Hour. Uno spettacolo bellissimo di cui riconosciamo, anche da uno
schermo digitale, lalto profilo e la volontà di reagire allasfittica
dimensione del Covid-19.
Sì,
davvero strano; eppure anche a distanza questi formidabili ballerini riescono a
toccare le corde più profonde dello spettatore che è ugualmente coinvolto in unesperienza
visiva e immersiva che lo cattura e lo soddisfa. E questo grazie alle
ravvicinate riprese televisive che “bruciano” la lontananza fisica dei
danzatori e li proiettano davanti ai nostri occhi quasi fossero lì, vicini e
toccabili.
The Royal Ballet Live: Within the Golden
Hour
è un evento che, oltre a vedere in azione dei fuoriclasse tra Primi Ballerini,
Primi Solisti e Solisti, mette in scena un fuoco di fila di pezzi dautore
della più alta letteratura ballettisca Otto-Novecentesca. Nel programma di
stampo classico e neoclassico svettano i maestri della coreografia storica inglese
e russa, a cui si affiancano giovani autori, in un palinsesto che si sviluppa
tra tradizione e modernità. Una sorta di riflessione coreutica che il Royal
Ballet e il suo direttore artistico, Kevin OHare, propongono per
saggiare “lo stato dellArte”. Arte che sta benissimo nonostante la pandemia
costringa a ripensare modi e tempi della fruizione dellaccadimento artistico.
Una sfida che il Royal Ballet vince a mani basse insieme allOrchestra della
Royal Opera House, diretta con maestria da Jonathan Lo.
In
questo Live la gloriosa scuola britannica
ha il posto donore con cinque coreografie: tre di Frederic Ashton e due
di Kenneth MacMillan. Il corpo di ballo omaggia questi due importanti
autori con lavori ancora oggi attuali per gli stilemi e la perfezione del
dettato coreografico.
Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019 Rhapsody pas de deux su musica di Sergey
Rachmaninoff è un duetto neoclassico di Ashton del 1980, interpretato dai
Primi Ballerini Akane Takada e Alexander Campbell con al piano Robert
Clark. Pezzo di grande lirismo, accentuato dai costumi color carne di William
Chappell, esalta la purezza delle
linee di Akane e Alexander in un pas de deux
che trascende il classico.
Gli fa
eco Monotones II, laltra creazione di Ashton su musica
di Erik Satie datata 1965. Si tratta di un trio composto dalla Prima
Solista Melissa Hamilton e dai Solisti Reece Clarke e Nicol Edmonds
che si presentano in aderenti tute bianche che coprono anche la testa,
disegnate da Ashton. In questo terzetto, considerato “lapice del classicismo ashtoniano”,
risplende la tecnica accademica attraverso quadri illuminati dal chiaro abbagliante
dei costumi e dallaltrettanto abbagliante perfezione dei passi in cui sparisce
la differenza di genere.
Un
solo maschile è invece Dance of the Blessed
Spirit, ideato da Ashton nel 1978 e tratto dallOrfeo ed
Euridice di Gluck. Il Primo Solista William Bracewell, accompagnato
dal flauto di Katherine Baker, è un estenuato Orfeo accarezzato dalla
melodia gluckiana, riflesso nellintensa gestualità barocca. Un brano di grande
raffinatezza per un ballerino sopraffino.
Due
passi a due, presentati uno dietro laltro, portano la firma di Kenneth
McMillan, altro nome della illustre tradizione coreografica britannica. Il
primo è tratto dal primo atto di Manon, il balletto ispirato allomonimo romanzo
dellabate Prevost e composto da McMillan nel 1974 su musica di Jules
Massenet e costumi settecenteschi di Nicolas Georgiadis. I Primi
Ballerini Laura Morera e Federico Bonelli trasformano questo
duetto tra Manon e De Grieux in un pezzo di teatro danzato per la veridicità della
schermaglia amorosa, il gioco di seduzione di lei e larrendevolezza di lui,
soggiogato dal fascino di questa giovane e volitiva donna.
Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019
Altra
perla è il Concerto pas de deux di
MacMillan del 1966, magistralmente ballato
dalla Prima Ballerina Yasmine Naghdi e dal Solista Nicol Edmonds. Fasciati
dai costumi giallo-oro di Jürgen Rose, che richiamano la palla di fuoco
sullo sfondo, i due eseguono un adamantino passo a due in cui poesia del gesto
danzato si sposa alla poesia della partitura musicale di Shostakovich, eseguita al piano da Kate Shipway.
Splendido
tributo di questa serata è anche quello per leccelsa scuola russa con quattro
pezzi che vanno dalla fine Ottocento al secondo Novecento a cominciare dal pas de deux dal balletto Le corsaire di Marius Petipa su
musica di Drigo-Minkus del 1885. Un passo a due pieno di virtuosismi sciorinati
con straordinario piglio e controllo dalla Prima Ballerina Marianela Nuñez
(fouettés allitaliana, piqués) e dal Primo Ballerino Vadimi Muntagirov (manèges, tours en lair), che solo la modalità streaming impedisce di sommergere di
applausi (di sicuro, lovazione non sarà mancata davanti al teleschermo). Lentusiasmo
e il coinvolgimento continuano con il languido pas de deux di Ivanov dal II atto del Swan lake di Petipa del 1895 su musica di Tchaikovsky e costumi
di John Macfarlane. I Primi Ballerini Francesca Hayward (Odette)
e Cesar Corrales (Sigfrido) sono una coppia straordinaria che regala
momenti di pura magia.
The dying swan di Mikhail
Fokine del 1907 su musica di Camille Saint-Saëns, è portato in scena
dalla meravigliosa Prima Ballerina Natalia Osipova, accompagnata al
piano da Kate Shipway e al violoncello da Christopher Vanderspar.
Natalia nella sequenza dei bourrées e
nel fremente battito delle braccia “alate” propone una morte del cigno
viscerale, forte, intensa, che lascia senza fiato.
E
non poteva mancare il grande George Balanchine con Tchaikovsky Pas de deux del 1960. Anna Rose OSullivan,
Prima Solista, e Marcelino Sambé, Primo Ballerino, al loro debutto in
questo vero e proprio banco di prova, regalano un grand pas classique eseguito con tutti i crismi:
lei è raggiante nel costume color pesca di Antony Dowell, e stupisce per
il brio e la velocità con cui inanella echappés,
piquées, retirés, fouettés;
lui non è da meno nei grandi e
piccoli salti, nei tours en laire, nei manèges. I due si confermano interpreti
balanchiniani doc.
Artists of The Royal Ballet in Within the Golden Hour, The Royal Ballet
© Tristram Kenton 2019 La
nuova generazione è ben rappresentata da In
Our Wishes di Cathy Marston, da Scherzo
di Valentino Zucchetti, e Within
the golden hour di Christopher Wheeldom. In Our Wishes, su musica
di Rachmaninoff, i Solisti Romay
Pajdak e Calvin Richardson, in abiti scuri di Roksanda e seguiti
al piano da Kate Ahipway, mettono in scena la fine di un amore. Tra
abbracci e abbandoni rifulge il classicismo contemporaneo di Cathy Marston in
cui la fa da padrona leloquenza fisica di un addio. Scherzo, in prima
assoluta e in apertura di serata, è un piacevolissimo divertissement neoclassico su musica di Rachmaninoff firmato dal Primo
Solista del Royal Ballet, Zucchetti. Pensato per otto donne e otto uomini, poggia
su una coreografia mossa e variegata tra ensemble,
soli, duetti, terzetti, quartetti, quintetti, a canone e in contrappunto, resi
con garbo ed eleganza dai protagonisti.
In
chiusura di serata Within the Golden Hour
del socio artistico del Royal Ballet, Christopher Wheeldom, è una poesia danzata
per quattordici elementi tra ballerini e ballerine, sulla partitura originale
per archi del compositore Ezio Bosso – scomparso prematuramente nel
maggio scorso – che ingloba la musica di Vivaldi. Presentato per la
prima volta nel 2008 dal San Francisco Ballet, questo balletto è stato
interpretato dal Royal Ballet nel 2016 e successivamente ripreso più volte a
testimoniare il valore di questa creazione che allude nel titolo allultima ora
di luce del tramonto, prima che la notte prenda il sopravvento. Un momento
caratterizzato da una luminosità calda e dorata che si riflette nei costumi
tinteggiati doro di Jasper Conran e nel cromatico riverbero, sempre
dorato, dal lighting designer Peter Mumford.
La coreografia è
strutturata in sequenze a partire da tre duetti centrali, formati dai Primi
Ballerini Sarah Lamb e Ryoichi Hirano, dai Primi Solisti Fumi
Kaneko e Reece Clarke, Anna Rose OSullivan e James Hay, che richiamano
quartetti ed ensemble in un profluvio
di enchaȋnements neoclassici di rara
fattura. Inno alla danza e alla musica, Within
the Golden Hour è un balletto sublime, una pausa che ha il potere di
astrarci dalla realtà per condurci in unatmosfera di serena armonia dove non cè
posto per il Covid-19.
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