Da
qualche giorno abbiamo perso un compagno didee, di intelligenza, di critica e
di buon umore: Claudio Carabba,
scrittore e giornalista che non dimenticheremo mai. Conosciuto e ammirato già
tanti anni fa, quando – lui più grande – frequentavamo le lezioni e i seminari
nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze, avendo intorno professori con
cui capitava spesso di discutere di storia, letteratura, giornalismo, ma anche
di vita, di cinema, di teatro e di sport.
Durante
quegli anni avevo cominciato a divorare sui giornali le sue recensioni di spettacoli,
di cinema, di libri e di vita culturale. Ma anche gli scritti in cui entrava a
gamba tesa nei confronti della stupidità contemporanea, raccogliendo qualche
volta reazioni rabbiose. Era sempre originale e impetuoso, mai conformista
eppure attento a tutto quello che lo spettacolo e la letteratura offrivano.
Durante gli anni vissuti da professionista nei giornali fiorentini e milanesi,
non ha mai interrotto le sue letture sconfinate di libri, giornali e riviste cinematografiche.
E questo non gli impediva di essere assiduo e competente lettore anche dei
fumetti su cui ha scritto – ancora prima che Umberto Eco desse la stura a questa moda – articoli e libri di
grande originalità, da «Topolino» a «Mandrake» a «Tex» al «Corriere dei Piccoli».
Sarebbe bello potere rileggere quegli scritti in un unico volume.
Ha
visitato, con recensioni tempestive, i più diversi festival, nazionali e
internazionali e, pur allinterno degli obblighi imposti dalle leggi della
carta stampata, non ha mai smesso di interessarsi delle novità editoriali di
margine. Conversare con Claudio Carabba non è mai stato noioso. Da lui abbiamo
imparato molto anche solo ascoltandolo o scherzando di questa o questaltra novità
così come di questo e di quellaltro scrittore, cineasta o artista. Aveva la
riservatezza di non esibire il suo sapere che però emergeva dimprovviso,
quando meno te laspettavi, sulla scia di qualche battuta secca e grintosa. Ma
era anche sorridente e generoso, capace di spendere i suoi soldi per gli amici
più simpatici. Amava tutti gli sport e più di tutto la squadra gigliata di
Firenze che ho avuto la fortuna di vedere più volte accanto a lui.
Lo
vedo ancora che sta fumando lennesima ultima sigaretta, rammentando un
episodio del calcio giocato, mentre si ferma e mi interrompe per lanciare una
battuta scherzosa e viperina verso un bellimbusto o un altro. Ma subito dopo
sorridendo perché la vita è ben altro. Saliamo in macchina, andiamo a mangiare
un buon piatto per continuare la chiacchera. Che non smetterà mai, fra me e te,
nella testa e nel cuore. Grazie Claudio.
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