Ringrazio
lamico che mi ha regalato Da animali a dèi di Yuval Noah Harari e poi segnalato due conferenze stampa di Trump il 19 marzo 2020: «nessuno sapeva che ci sarebbe stata una
pandemia o epidemia di queste dimensioni»; e di Obama 5anni-3mesi-17giorni
prima: «cè la possibilità e la
probabilità che arrivi il momento in cui ci sarà una malattia trasmissibile per
via aerea e sia mortale e per poterla affrontare efficacemente dobbiamo predisporre
una infrastruttura. Non solo qui, a casa, ma a livello globale; che ci permetta
di notarla, isolarla immediatamente e rispondere rapidamente. In questo modo,
se e quando un nuovo ceppo dinfluenza (come la febbre spagnola) sorgerà tra
cinque o dieci anni, avremo fatto un investimento per poterlo combattere. È un
investimento intelligente che possiamo fare. Non è solo unassicurazione; è
sapere che in futuro avremo problemi come questi. Soprattutto in un mondo
globalizzato», che però sa fare solo profitti a breve.«Un
giorno camminavo verso Manchester in compagnia di uno di quei signori del ceto
medio. Gli parlavo dei bassifondi miseri e malsani e gli facevo notare le
condizioni disgustose di quella parte della città dove vivevano gli operai
delle fabbriche. Gli dissi che non avevo mai visto in vita mia una città così
mal costruita. Mi ascoltò pazientemente e allangolo della via dove ci separammo,
disse soltanto: “Eppure, qui si fa un mucchio di denaro. Buongiorno signore!”» (da F. Engels, 1845, cit. in E.J. Hobsbawm, Le rivoluzioni borghesi 1789-1848, Milano, Il Saggiatore, 1963, p. 255).
Nel
1948, dopo due guerre mondiali genocidarie, lAssemblea generale delle Nazioni
Unite approvò la Dichiarazione universale dei diritti delluomo. Inoltre
«Franklin Roosevelt seppe far capire a parte dei padroni americani che
rivolte operaie e caos sociale rischiavano di spazzare via il loro adorato
capitalismo. Bisognava venire a patti» (S. Halimi, Tous des enfants,
in “Le
monde diplomatique”, maggio 2020, p. 1). Politiche
keynesiane e stato sociale produssero uno storico sviluppo insabbiato nelle
crisi petrolifere del 1973-1979 quando la Scuola di Chicago veicolò col
dittatore cileno Pinochet il credo neoliberista di élite elette solo per
garantire la libertà di mercato e lordine pubblico. Crollata lURSS,
dallanglosfera di Reagan e Thatcher il neoliberismo ha imposto agli
stati il giudizio delle borse e di poche agenzie di rating: il giudizio di un mucchio di denaro divenuto fine a sé
stesso.
Ma
i sogni muoiono allalba anche nellanarchia globale neoliberista. Siglata dal
presidente Clinton, labrogazione nel 1999 del Glass-Seagall Act (varato
dopo la crisi del 1929 per disciplinare le attività finanziarie) portò puntualmente
alla ben più grave crisi del 2008 e ai mali attuali, inclusa la deriva della sanità
pubblica, leva pandemica di Covid-19, allinsaputa di Trump. E di Wall Street.
«Comè
possibile che alle soglie della più profonda recessione dal dopoguerra durante
una pandemia che rappresenta un nemico sconosciuto ai viventi, con epidemiologi
e scienziati di tutto il mondo che coltivano giornalmente il dubbio, lindice
sia giù solo di pochi punti percentuali?». «Il gioco è truccato». «Attratti
dalle grida del croupier (il governatore della Fed Powell), che si è presentato
con scatoloni traboccanti di fiches, e ancor più dalla presenza del
proprietario del Casinò (Trump), che ha lasciato intendere che di questi
scatoloni ce ne sarebbero stati molti di più alla bisogna, i clienti sono
tornati in massa. La fede che li accomuna è quella nella lettera V, che non sta
per vittoria ma che indica graficamente limmediata risalita attesa dopo qualunque
discesa». «In Borsa le formule vincenti durano poco. Sono tali, infatti, perché
sono inizialmente seguite da pochi investitori. Quando diventano popolari non
generano più i rendimenti sperati, perché, per definizione, in un gioco a somma
zero, non possiamo pensare di guadagnare sul mercato se il mercato si muove
tutto nella stessa direzione» (P. Basilico, Investire o speculare? I misteri
dei mercati e quellillusione del guadagno facile, in «Corriere della sera»,
30 aprile 2020, p. 15).
Il
gioco è truccato, sempre più soldi pubblici in sempre meno mani private.
Un
mucchio di denaro
del 1845 nella Manchester dei bassifondi disgustosi, nel 2020 a Wall Street in
pandemia globale è una montagna di denaro. «Non avendo unidea chiara di che
cosè modernità, di recente abbiamo tentato una fuga in avanti parlando
di postmodernità». «A parte le etichette, la domanda vera rimane: perché
il malessere associato allesperienza della modernità è sentito così
estesamente, e dove sono le origini degli aspetti della modernità che rendono
questo malessere particolarmente doloroso?» (L. Kolakowski, Modernity on Endless Trial, Chicago,
The University of Chicago Press, 1990, p. 6). Il malessere particolarmente doloroso è originato dal
gioco truccato, oggi per «ridurre quel che ancora lo stato-nazione sempre più
debolmente conserva delliniziativa politica di un tempo, alle questioni della
legge e dellordine; fenomeno che in pratica si riduce inevitabilmente nel
garantire unesistenza ordinata – sicura – ad alcuni, e minacciare e
terrorizzare gli altri con la forza della legge» (Z.
Bauman, Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Roma-Bari,
Laterza, 1999, p. 113). «La “flessibilità” pretende di essere solo un “principio
universale” di sanità economica, un principio che sul mercato del lavoro si
applica in misura eguale sia al lato della domanda sia al lato dellofferta». «Per
la domanda, flessibilità vuol dire libertà di muoversi dovunque si intravedano
pascoli più verdi»; «soprattutto, vuol dire libertà di preoccuparsi solo di “quadrare
sul piano economico”». «La parte che può scegliere in un ventaglio più ampio di
comportamenti introduce fattori di incertezza nella situazione dellaltra,
senza che questultima, condannata a opzioni ridotte quasi al nulla, sia in
grado di ricambiare. Proprio la scala “globale” in cui operano le scelte degli
investitori, quando la si mette a confronto con i limiti rigidamente “locali”
imposti alle scelte della “offerta di lavoro”, determina lasimmetria – che a
sua volta mette in luce il dominio dei primi sulla seconda». «Il vertice della
nuova gerarchia è in una condizione di extraterritorialità; i livelli inferiori
sono in diverso grado vincolati allo spazio; al fondo, invece, troviamo, in
pratica, quelli che abbiamo già definito glebae adscripti» (ivi, pp.
115-116).
A
Roma antica glebae adscripti erano schiavi coltivatori di specifici
poderi, vendibili solo con essi. Oggi glebae adscripti sono gli schiavi salariali
di Orbàn, bussola dei nazionalisti-sovranisti europei, specie nostri. «La "legge della schiavitù" è in vigore in Ungheria,
firmata dal capo dello Stato, János Áder. Le proteste di migliaia di
persone che dal 12 dicembre sono scese in strada per protestare contro il
provvedimento, non sono dunque bastate a fermare il governo guidato dal premier
Orbán». «Il testo consente ai datori di lavoro di chiedere ai loro dipendenti
di svolgere fino a 400 ore di straordinario allanno e di ritardarne il
pagamento anche per tre anni. Lo stesso giorno, il 17 dicembre scorso, il
parlamento ha adottato una legge che crea un nuovo sistema di giustizia
amministrativa privo d'indipendenza sotto il controllo del ministero della
Giustizia» (in «www.repubblica.it», 20 dicembre 2018). «Il governo
sostiene che la flessibilità del lavoro è necessaria per soddisfare i bisogni
degli investitori, in primis le case automobilistiche tedesche» (Ungheria:
cortei contro legge sul lavoro,
in www.ansa.it, 8 dicembre 2018). Orbán sfrutta anche la
pandemia. «Con 137 voti favorevoli e 53 contrari, il Parlamento ungherese ha
affidato al presidente Viktor Orbán poteri straordinari. La decisione è stata
presa per combattere lemergenza Covid-19. La legge prevede la sospensione di
tutti i trattati europei e il controllo sulla circolazione delle informazioni.
I poteri di Orbán potranno essere rinnovati senza limiti. Governerà per decreto
e sarà lui a decidere quando lo stato demergenza potrà dirsi concluso. Le
opposizioni, ma anche il partito di estrema destra Jobbik, gridano ora al colpo
di stato» (Orban conquista pieni poteri per combattere il virus, in «Ansa - CorriereTv online», 30
marzo 2020).
Davvero
lEuropa Centrale può «essere critica per il destino dEuropa» (Kolakowski, Modernity
on Endless Trial, cit., p.
255).
La
sovranità dellUngheria di Orbán sta tutta nel farsi podere di glebae
adscripti. «Il pericolo vero non viene dal virus ma dai demoni interiori
del genere umano, come lodio e la cupidigia. Lodio è frutto di una falsa
soluzione: il pericolo sono gli altri. La cupidigia arricchisce pochi,
danneggia molti e favorisce il virus. Oggi viviamo un doppio pericolo: che si
instauri un regime di controllo giustificato dalla emergenza che resterà in
funzione dopo lemergenza, creando nuovi stati totalitari [lUngheria di Orbán,
ndr]; e che aziende globali digitali
accumulino un potere enorme di cui non devono rispondere a nessuno. Sia chiaro,
senza il digitale si sarebbero chiuse le università, niente telelavoro,
famiglie in frantumi. Ma cè un tema politico: come regolamentare chi possiede
le infrastrutture tecnologiche che stanno mandando avanti il mondo e invadono
le nostre vite? Oggi Zuckerberg è potenzialmente più potente di Trump» (Y.N.
Harari, Odio e cupidigia, il virus eccita i nostri demoni interiori, in
«Corriere della sera», 1° maggio 2020, p. 66). Lo è già e si vede.
Sempre
e ovunque cè una certa percentuale di stupidi, ironizza Carlo M. Cipolla,
e «in un paese in declino, la percentuale di individui stupidi è sempre uguale;
tuttavia nella restante popolazione si nota, specialmente tra gli individui al
potere, unallarmante proliferazione di banditi con unalta percentuale di
stupidità e, fra quelli non al potere, una ugualmente allarmante crescita del
numero degli sprovveduti. Tale cambiamento nella composizione della popolazione
dei non stupidi, rafforza inevitabilmente il potere distruttivo della frazione
degli stupidi e porta il paese alla rovina» (Allegro ma non troppo, Bologna,
il Mulino, 1988, p. 77). Gli stupidi banditi al potere hanno anche armi atomiche.
Oggi
solo lUE offre lalternativa della libertà nella giustizia ai glebae
adscripti, di ritorno doltre Reno in Ungheria e Visegrad (e Padania) in primis nella filiera auto, ormai eredità
del passato come già carbone e acciaio. E allormai necessaria scala UE il futuro
è educare, responsabilizzare, tutelare la componente più debole del sistema:
noi esseri umani (presentazione di V.E. Parsi, Vulnerabili: come la pandemia
cambierà il mondo, Casale Monferrato, Piemme, 2020, in Giovedì
libri a cura di Aseri-Università Cattolica, 14 maggio 2020). Dopo letà
agricola dellesperienza e industriale delle competenze, eccoci nelletà della
coscienza, scrive Alain Touraine (Lère où nous entrons doit être
dirigée les plus possibles par des femmes, in «Le Monde», 26 maggio 2020,
p. 29): Ursula von der Leyen, Angela Merkel, Christine Lagarde?
«Il 13 maggio, la cancelliera tedesca annunciava calma che la sentenza [della Corte
costituzionale tedesca, il 5 maggio, sui limiti di azione della Banca centrale
europea, ndr] che ha dato fuoco alle
polveri inciterà di fatto la Germania a “operare di più per far avanzare
lintegrazione politica dellUnione monetaria”. Ciò che serve, aggiungeva, “è
un chiaro orientamento politico”» (S. Kauffmann, Merkel, lAllemagne et le
besoin dEurope, in «Le Monde», 21-22 maggio 2020, p. 29):
È
lorientamento a «capire perché lescludere qualcuno dalle libertà globali
produca come effetto la fortificazione delle località. Il rifiuto stesso genera
gli sforzi per circoscrivere le località, così come si faceva per i campi di
concentramento. E respingere chi ti respinge innesca il tentativo di
trasformare le località in fortezze. I due tentativi messi in atto rafforzano
reciprocamente luno gli effetti dellaltro, e nel loro intreccio assicurano
che la frammentazione e il disadattamento “al fondo” procedano di pari
passo con la globalizzazione “al vertice”» (Bauman, Dentro la
globalizzazione, cit., p.
140). È l«arma segreta del totalitarismo: avvelenare di odio lintero tessuto
mentale degli esseri umani e così privarli della dignità. Risultato della mia
rabbia distruttiva, distruggo me stesso; nel mio autocompiacimento, nella mia
ingenuità, la mia dignità è perduta; la mia coesione personale oltre che la
comunicazione e la coesione con gli altri sono perdute. Odiare non ha in sé
alcuna solidarietà; quelli che odiano non diventano amici perché condividono un
nemico odiato» (Kolakowski, Modernity on Endless Trial, cit., p. 259). «Educare alla
democrazia è educare alla dignità e presuppone due cose: la disponibilità a
combattere, senza odiare. La libertà dallodio acquisita solo fuggendo i
conflitti è una falsa virtù, come la castità per gli eunuchi». «Riconciliazione
e volontà di compromesso senza viltà, senza opportunismo e senza concessioni su
ciò che si considera il nocciolo della questione – arte che nessuno possiede di
natura. Ma il destino dellordinamento democratico mondiale dipende dalla
nostra capacità di padroneggiare questarte» (ivi, p. 260)
Oggi
è responsabilità di noi europei. «In un mondo pieno dodio, di sete di vendetta
e invidia che a noi – meno per povertà naturale che per pantagruelica avidità –
sembra sempre più stretto, lodio è uno dei demoni, si può dire, che non sarà
scacciato da alcuna azione istituzionale. Possiamo così dare per scontato senza
parere assurdi che ognuno di noi può contribuire a ridurre lodio nella nostra
società limitandolo in sé; ciascuno di noi può conseguire per sé
lanticipazione incerta e fragile di una vita più tollerabile sulla nostra Nave
dei Folli» (ivi, p. 261). Tra le rovine dEuropa, nel 1948 Ludwig Dehio già
traeva dalla storia moderna la necessità di «cambiamento interno
dellindividuo, che solo promette linstaurazione di unesistenza ragionevole» (Equilibrio o egemonia. Considerazioni su un problema fondamentale della storia politica moderna, Bologna, il Mulino, 1988, p. 249). Covid-19 «colpisce
progressivamente tutto il pianeta e il riscaldamento globale non riguarda solo i
paesi più inquinatori» (P. Descamps-T. Lebel, Un avant-goût du choc climatique, in «Le monde diplomatique”,
maggio 2020, cit., p. 1). Una vita più tollerabile nasce dal ragionare e
cercare il compromesso senza cedere sul nocciolo della questione: il tessuto
intrecciato insieme delle nostre vite.
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