È felliniana e contemporanea la Cenerentola
di Jiří Bubeníček. Un balletto
in un atto su musica di Prokofev in
prima assoluta al Teatro dellOpera di Firenze con la Compagnia Nuovo BallettO Di
ToscanA e lOrchestra del Maggio Musicale, diretta da Giuseppe La Malfa.
Uno spettacolo che assomma in sé un duplice debutto e un significativo
ritorno. I debutti sono quello coreografico di Bubeníček per la giovanissima e
motivata compagine guidata da Cristina
Bozzolini e quello autoriale del Nuovo BallettO che si esibisce in proprio
sul palcoscenico del teatro cittadino dopo le azioni danzate nel Fernando Cortez di Spontini. Il significativo ritorno riguarda invece la stessa
Bozzolini che si ripresenta al Teatro del Maggio come direttrice artistica dopo
essere stata Prima Ballerina di MaggioDanza, lo storico, glorioso corpo di
ballo guidato da Evgheni Polyakov.
Insomma un pezzo di storia della danza italiana e fiorentina che trova
in questa Cenerentola un anello di
congiunzione tra passato, presente e futuro e vede in Bozzolini la “madre
spirituale” di un glorioso passato, in Bubeníček il creativo presente e nei
componenti del Nuovo BallettO il promettente futuro. Unalchimia che ha dato i
suoi frutti, tanto da riaprire le porte del Teatro dellOpera alla danza e al
balletto di “casa nostra” dopo la lenta ma inesorabile chiusura di MaggioDanza.
Un insanabile vulnus e ora una
inaspettata rinascita che fa ben sperare in un prosieguo di intenti e interessi
ballettistici da parte del teatro di piazzale Vittorio Gui.
Un momento dello spettacolo @ Michele Monasta
Scrivi qui la recNuovo allestimento del Maggio Musicale, in coproduzione con la compagnia di danza toscana, il balletto di Bubeníček è una ripresa della favola dei fratelli Grimm, che il coreografo praghese preferisce a quella di Perrault per la dimensione dolce e tenera, cara alla sentimentalità romantica e tedesca, che avvolge la storia della povera orfana. Non cè la fata ma ci sono gli uccellini, gli spiriti buoni che, per magia, aiuteranno la giovane a coronare il suo sogno damore e di felicità.
Bubeníček dà al suo balletto un taglio cinematografico, per meglio dire felliniano nel presentare Cenerentola con i capelli corti e spettinati come una novella Gelsomina, lingenua protagonista de La Strada e dellomonimo balletto di Mario Pistoni. La protagonista si trova sola a lottare con un mondo ostile, rappresentato dalla matrigna e dalle sorellastre, ma al tempo stesso buono per la presenza dellamorevole padre che le regala una piantina di nocciolo, e della carezzevole voce della madre morta che la invita con parole accorate a non abbattersi e a essere sempre gentile. Parole registrate e pronunciate da Laura Bandelloni con il sottofondo del Silence di Ryuichi Sakamoto e Carsten Nicolai. Limpostazione “alla Fellini” è possibile coglierla anche nel modo in cui Jiří usa la musica di Prokofev non rispettando la disposizione dei numeri della partitura e trasformandola nella colonna sonora di un corto coreografico.
Il plot è presto detto: Cenerentola ha perso ladorata madre e nel tentativo di sentirla vicina si lascia cullare da unenorme altalena. Il padre cerca di consolarla ma la nuova moglie e le sue due figlie schiavizzano la ragazza, costringendola ai lavori più umili e a pulire la casa dalla cenere. Per consolare la triste fanciulla il padre le dona la piantina di nocciolo, piantato da Cenerentola presso la tomba della madre, su cui nidificano gli uccellini che le saranno di aiuto nelle fatiche domestiche. Grazie a quegli animaletti, che raccolgono la cenere e le forniscono abito e scarpe, Cenerentola può andare al ballo del Principe, non riconosciuta dalla matrigna e dalle sorellastre. Il Principe si innamora subito mentre lei, turbata dal nascente sentimento, nel lasciare in fretta il palazzo a mezzanotte perde la scarpetta, questa volta diventata una scarpa da ginnastica dorata. Il giovane decide di ritrovare la ragazza nel fermo proposito di sposare colei che calzerà quella scarpa. Invano la madre e le sorellastre cercano di indossarla fino a che Cenerentola e il Principe si rincontrano e ricostituiscono il paio di scarpe. A quel punto sarà lei a prenderlo per mano e a guidarlo verso lalbero di nocciolo fiorito, simbolo di speranza, vita e amore.
Un momento dello spettacolo @ Michele Monasta
Bubeníček, stupendo ballerino dellHamburg Ballet di cui si ricorda la magistrale interpretazione di Nijinskij nellomonimo balletto di John Neumeier, ha scelto di dedicarsi alla coreografia e ha già allattivo diverse creazioni per organici internazionali. Danzatore classico di formazione e di pensiero, non ha mai disdegnato il linguaggio contemporaneo per la capacità che esso ha di innovare dal suo interno il purismo della danse décole. Naturale quindi è stato per lui creare per un organico come quello di Bozzolini, affermato nel panorama della danza contemporanea italiana, e affrontare per la prima volta un titolo del repertorio ottocentesco.
Lartista esalta linsita dinamicità della compagnia nelle scene corali e nei passi a due che segnano i momenti clou della storia. Ensembles e duetti sono le nervature portanti di una scrittura coreografica mossa e di un fraseggio morbido e curvilineo che coinvolge busto, gambe, braccia, testa in un movimento fatto di prese e rilasci, cadute e rialzate, scivolate e riprese. Modalità espressive che prendono linput da terra e/o dalla posizione eretta in un continuum che mette in luce la capacità di risposta dei danzatori alle richieste performative di Bubeníček. E la liquidità dei passi si riflette nella fluidità delle scene che scorrono, appunto, come in un film felliniano con accenti clownistici nellaltalena che appare allinizio, nei due uccellini in lustrini e paillettes, nelle tende che celano o rivelano i personaggi, nella antropomorfizzazione dellalbero di nocciolo, nella cenere e nei palloni che Cenerentola deve raccogliere, nella festa a palazzo che culmina in un parapiglia da circo. Figlio di circensi, Bubeníček conosce molto bene quel mondo dolceamaro: questo balletto risente proprio dellorigine genitoriale e della “fascinazione” che il coreografo dice di provare per il cinema. Unattrazione visibile, del resto, nei semplici eppure evocativi costumi di Nadina Cojocaru e nelle essenziali eppure mutevoli scenografie dello stesso Bubeníček che, oltre a firmare drammaturgia e regia, cura anche le luci chiaroscurali.
Un momento dello spettacolo @ Michele Monasta
Bravi sono tutti i protagonisti: la Cenerentola di Veronica Galdo, una ballerina “gelsominiana”; la madre di Lisa Cadeddu e le sorellastre di Matilde Di Ciolo e Aisha Narciso, un trio convincente e agitato; il padre di Paolo Rizzo e il Principe di Roberto Doveri, due figure dai tratti più umani rispetto allimmaterialità impressa agli uccellini da Aldo Nolli e Francesco Moro. Singole “prese di ruolo” a cui si aggiunge la partecipe coralità dei due piccoli gruppi di uomini e donne che animano la festa a palazzo e contribuiscono con la puntuale resa dellOrchestra del Maggio alla riuscita di uno spettacolo applaudito e già programmato nei teatri italiani.
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