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Frammenti di famiglia

di Matteo Citrini*
  Revenir
Data di pubblicazione su web 01/09/2019  

Sotto l’apparenza di “storia sul ritorno del figliol prodigo”, Revenir cela una piccola ma affascinante indagine sull’elaborazione di un lutto e sulle complesse dinamiche che si instaurano tra coloro che lo condividono.


A partire dal protagonista Thomas (Niels Schneider), scappato in gioventù dal proprio paese natale, sperduto nella campagna francese cui ora ritorna richiamato dalla madre morente. In questi giorni di veglia scopre il vuoto familiare e relazionale che lo aveva spinto a fuggire. Così pure per il padre, incapace di accettarne la lontananza ad anni di distanza e che assiste inebetito alla morte dell’amata moglie. E lo si coglie, infine, anche nel personaggio di Mona (Adèle Exarchopoulos), vedova del fratello di Thomas e madre single dell’esuberante Alex, angosciata dalle responsabilità e timorosa per il futuro.


Una scena del film
© Biennale Cinema 2019

Ognuno di questi personaggi cerca il proprio modo di riempire quel vuoto che si crea dopo la scomparsa o l’abbandono di una persona cara. Ciascuno lo trova nei luoghi più insperati: nel fango e nella terra dove Thomas e Mona si uniscono con passione e disperazione o nel temuto bosco in cui il fratello di Thomas perse la vita, ma in cui adesso Thomas ha l’occasione per ricongiungersi con il padre. Parabole di allontanamento e riavvicinamento tra i personaggi che sembrano suggerire la necessità fisiologica di una famiglia, senza però mai eccedere in moralismi: la macchina da presa si muove sempre vicino ai personaggi con fredda distanza, senza mai assoggettarsi a essi né giudicarli. 



Una scena del film
© Biennale Cinema 2019

Da lodare è proprio la scelta da parte della regista Jessica Palud di evitare qualsiasi perbenismo e rifuggire da inutili psicologismi, dando così adito a scene ricche di silenzi sospesi densi di significato. In particolare, la prova recitativa del padre, Patrick d’Assumçao, conferisce spessore a un personaggio che sarebbe facilmente potuto apparire blando, piatto. Al contempo però lascia qualche perplessità un certo eccesso di simbolismo (il fango, il bosco, la sorgente) che stride con l’impostazione generalmente “realista” del film: a fronte di dialoghi schietti e scevri di banalità, i fatti si susseguono in un ordine quasi scontato e convergono in un finale forse eccessivamente pulito proprio in virtù della complessità dei sentimenti precedentemente mostrati.

Con Revenir la regista Palud si dimostra un’abile direttrice di attori e un’attenta osservatrice dell’animo umano, a dispetto però di una sceneggiatura a tratti forse troppo simmetrica, lineare.


* Dottorando in Storia dello spettacolo presso l’Università di Firenze.
Impaginazione di Antonia Liberto, dottoranda in Storia dello spettacolo presso l’Università di Firenze.



Revenir
cast cast & credits
 


La locandina del film



 
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