Intrecciando tra loro diverse
linee temporali, il regista affronta il difficile rapporto di Jim con la figlia
Veronica, dalla morte della moglie, avvenuta quando lei era ancora poco più che
bambina, fino alla propria. Una relazione tanto necessaria quanto fallace: necessaria
per lesperienza segnante che li lega indissolubilmente; fallace per la loro incapacità
di comprendere le scelte e i sentimenti dellaltro. Su questo gioco di
attrazione e repulsione si snoda la struttura drammatica del film.
Per Jim la scomparsa della moglie rappresenta la perdita del suo grande amore e la rinuncia alle sue ambizioni: per prendersi meglio cura della figlia vende il proprio ristorante e diventa ispettore alimentare, figura invisibile che si aggira come unombra tra i locali. Ma ancora più traumatica è quella mancanza per Veronica, la quale inizialmente crede di vedere il padre tradire la madre con la propria insegnante di musica. Il rancore scaturito da quella falsa rivelazione incidono irrimediabilmente sullanimo della bambina e ne influenzano le azioni: prima con la decisione di non salvare la maestra dallincendio che lavrebbe uccisa; poi inducendo il figlio della stessa maestra (e suo fidanzato) al suicidio una volta confessata la sua omissione; infine accettando di scontare una pena per un reato che non ha commesso e che ne ha bruciato la reputazione e la carriera.
Giocoforza, la buona riuscita del
film passa attraverso questi due personaggi, mediante la rappresentazione dei
loro desideri, dei loro rimpianti. Nel ruolo di Jim, David Thewlis porta abilmente in scena un vedovo solitario e
triste, impeccabile in una professione che esercita senza remore, capace al
tempo stesso di grande sensibilità verso gli altri, sia sul lavoro sia nella
vita privata. Invece, purtroppo, il personaggio di Veronica (Laysla De Oliveira) non risulta
altrettanto efficace, oscillando continuamente tra lapparenza di diabolica,
cinica femme fatale e quella di
vittima insicura, incapace di superare un trauma giovanile che non cessa di
perseguitarla. Il risultato finale è unopera che non raccoglie appieno quanto
seminato, complice anche una sceneggiatura spesso traballante. Tanto che, più
che sul piano visivo e della storia, listanza drammaturgica trova maggiore compimento
nella colonna sonora, con le splendide musiche di Mychael Danna.
«Tutto inizia e finisce in te» dice
Veronica al padre tra laccusatorio e il compassionevole. Ecco, questo vale forse
anche per il film.
*Dottorando in Storia dello spettacolo presso lUniversità di Firenze. Impaginazione di Antonia Liberto, dottoranda in Storia dello spettacolo presso lUniversità di Firenze.