Una famiglia tra pene e colpe

di Matteo Citrini*

Data di pubblicazione su web 05/09/2019

Guest of honour

Con Guest of honour Atom Egoyan realizza un thriller psicologico che indaga sul concetto di colpa e sulla possibile rappresentazione-ricostruzione di un tragico passato, non esitando a servirsi anche dei mezzi offerti dall'attuale tecnologia (cellulari, videocamere amatoriali) per la ricomposizione di una memoria familiare.

Intrecciando tra loro diverse linee temporali, il regista affronta il difficile rapporto di Jim con la figlia Veronica, dalla morte della moglie, avvenuta quando lei era ancora poco più che bambina, fino alla propria. Una relazione tanto necessaria quanto fallace: necessaria per l'esperienza segnante che li lega indissolubilmente; fallace per la loro incapacità di comprendere le scelte e i sentimenti dell'altro. Su questo gioco di attrazione e repulsione si snoda la struttura drammatica del film.


Una scena del film
© Biennale Cinema 2019

Per Jim la scomparsa della moglie rappresenta la perdita del suo grande amore e la rinuncia alle sue ambizioni: per prendersi meglio cura della figlia vende il proprio ristorante e diventa ispettore alimentare, figura invisibile che si aggira come un'ombra tra i locali. Ma ancora più traumatica è quella mancanza per Veronica, la quale inizialmente crede di vedere il padre tradire la madre con la propria insegnante di musica. Il rancore scaturito da quella falsa rivelazione incidono irrimediabilmente sull'animo della bambina e ne influenzano le azioni: prima con la decisione di non salvare la maestra dall'incendio che l'avrebbe uccisa; poi inducendo il figlio della stessa maestra (e suo fidanzato) al suicidio una volta confessata la sua omissione; infine accettando di scontare una pena per un reato che non ha commesso e che ne ha bruciato la reputazione e la carriera.

Giocoforza, la buona riuscita del film passa attraverso questi due personaggi, mediante la rappresentazione dei loro desideri, dei loro rimpianti. Nel ruolo di Jim, David Thewlis porta abilmente in scena un vedovo solitario e triste, impeccabile in una professione che esercita senza remore, capace al tempo stesso di grande sensibilità verso gli altri, sia sul lavoro sia nella vita privata. Invece, purtroppo, il personaggio di Veronica (Laysla De Oliveira) non risulta altrettanto efficace, oscillando continuamente tra l'apparenza di diabolica, cinica femme fatale e quella di vittima insicura, incapace di superare un trauma giovanile che non cessa di perseguitarla. Il risultato finale è un'opera che non raccoglie appieno quanto seminato, complice anche una sceneggiatura spesso traballante. Tanto che, più che sul piano visivo e della storia, l'istanza drammaturgica trova maggiore compimento nella colonna sonora, con le splendide musiche di Mychael Danna.

«Tutto inizia e finisce in te» dice Veronica al padre tra l'accusatorio e il compassionevole. Ecco, questo vale forse anche per il film.


*Dottorando in Storia dello spettacolo presso l'Università di Firenze. Impaginazione di Antonia Liberto, dottoranda in Storia dello spettacolo presso l'Università di Firenze.


Guest of honour

Cast & Credits



Il regista Atom Egoyan

Cast & credits

Titolo 
Guest of honour
Origine 
Canada
Anno 
2019
Durata 
104 min.
Città rappresentazione 
Venezia
Luogo rappresentazione 
Sala Grande, PalaBiennale, Sala Darsena, Sala Perla
Prima rappresentazione 
3 settembre 2019
Evento 
76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2019
Colore 
Regia 
Atom Egoyan
Interpreti 
David Thewlis
Laysla De Oliveira
Luke Wilson
Rossif Sutherland
Produzione 
Ego Film Arts The Film Farm
Distribuzione 
Playtime
Scenografia 
Phillip Barker
Sceneggiatura 
Atom Egoyan
Montaggio 
Susan Shipton
Fotografia 
Paul Sarossy
Suono 
Steven Munro, Daniel Pellerin, Rob Fletcher
Musiche 
Mychael Danna
Lingue disponibili 
inglese, armeno