Naufragar m’è dolce in questo mare
![Martin Eden](../recensioni/img/cat5/0819_martineden_big.jpg)
Martin Eden (Luca Marinelli) è un marinaio povero e analfabeta che vive in simbiosi col porto di Napoli, non-luogo romantico (nel senso più letterario possibile) che accoglie in grembo chi tira a fare qualche soldo per arrivare con tranquillità a fine giornata. Non ancora influenzato dagli eventi di un'Italia sull'orlo del tumulto, Martin si mescola con questa materia umana senza provare ad affacciarsi in un altrove. Un giorno, dopo aver salvato un ragazzo da una rissa, ne conosce l'aristocratica famiglia e soprattutto la sorella, Elena Orsini (Jessica Cressy), che irradia bellezza e cultura nella sicurezza dell'immensa reggia in cui vive. L'amore a prima vista spinge la curiosità del marinaio verso una delle occupazioni più nobili dell'essere umano, la letteratura: da che viaggiava per i mari, inizia a navigare dentro di sé e dentro i piaceri della pagina scritta, arrivando poi ad aprire gli occhi e il cuore verso la collettività e i suoi problemi. In seguito, grazie al sostegno della sua premurosa affittuaria e ai preziosi consigli di un burbero mentore, comincia a scrivere lui stesso, ispirandosi alle esperienze del suo recente e rinnegato passato. Ma più si avvicina a toccare il successo, più il sogno muta in disincanto, malattia, noncuranza e senso di colpa.
![Una scena del film](img/cat5/0819_martineden2.jpg)
![](img/cat5/0819_martineden.jpg)
Davanti agli occhi stanchi e incavati di Luca Marinelli si sussegue tutto il “secolo breve” (italiano, ma non solo), cornucopia di eventi tragici che paiono essere stati inevitabili nonostante i migliori ideali e le più belle parole. A differenza di Pulcinella, che in Bella e Perduta (2015) viaggiava spazialmente per le “rovine” del belpaese, Martin ingloba la storia d'Italia attraverso la mente e il corpo, fino a prosciugarsi da qualsiasi entusiasmo per la vita; lui che con la sua professione, esattamente come la maschera napoletana dell'Arte, si è ritrovato intermediario tra i vivi e i morti, tra i ricchi e i poveri, tra i padroni e i lavoratori. Ed è nella risoluzione di questo doloroso senso di inadeguatezza verso un compito così gravoso (ma nobile) che Martin Eden gioca la sua riuscita.
Come un elegante prestigiatore di fine Ottocento, Marcello fa apparire sullo schermo i frammenti fantasmagorici di un cinema perduto, metafora di un incanto da riscoprire quando si rischia di farcelo scivolare dalle mani. In linea teorico-estetica con i misteri del (nuovo) realismo magico di Alice Rohrwacher (Le Meraviglie, 2014; Lazzaro Felice, 2018), il regista fa del cinema uno strumento per addolcire i tumulti della narrazione e, consequenzialmente, per ricordarci la nostra innata capacità di creare sogni e bellezza anche laddove non sembra più possibile. Così, indipendentemente da quello che è stato e che potrà essere, Martin Eden non perde mai di vista le radici del suo personaggio-autore e riprende la via per l'infinità del mare con un semplice, romantico (sempre nel senso più letterario possibile) messaggio di speranza: il sapere non deve allontanarci dagli altri e da noi stessi, bensì è l'arma migliore che abbiamo per combattere le derive peggiori dell'animo umano. Perché, in fondo, dovremmo sempre tenere a mente quella magnifica folgorazione con cui London chiude il “suo” Martin Eden: «nell'istante in cui seppe, cessò di sapere».
E sarà inevitabilmente così… per ciascuno di noi.Cast & credits
Titolo
Martin Eden |
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Origine
Italia, Francia |
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Anno
2019 |
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Durata
129 min. |
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Città rappresentazione
Venezia |
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Luogo rappresentazione
Sala Grande, PalaBiennale, Sala Darsena |
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Prima rappresentazione
2 settembre 2019 |
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Evento
76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2019 |
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Colore | |
Regia
Pietro Marcello |
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Interpreti
Luca Marinelli Carlo Cecchi Jessica Cressy Vincenzo Nemolato Marco Leonardi Denise Sardisco Carmen Pommella |
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Produzione
Avventurosa (Pietro Marcello), RaiCinema (Paolo Del Brocco, Paola Malanga), IBC (Giuseppe Caschetto), Shellac Sud (Thomas Ordonneau), Match Factory Productions (Michael Weber, Viola Fügen) |
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Scenografia
Roberto de Angelis, Luca Servino |
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Costumi
Andrea Cavalletto |
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Sceneggiatura
Maurizio Braucci, Pietro Marcello |
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Montaggio
Aline Hervé, Fabrizio Federico |
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Fotografia
Francesco Di Giacomo, Alessandro Abate |
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Effetti speciali
Luca Bellano |
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Suono
Stefano Grosso |
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Musiche
Marco Messina e Sacha Ricci per ERA, Paolo Marzocchi |
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Lingue disponibili
Italiano, francese |