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Di jiu tian chang

(La redazione)
  Di jiu tian chang
Data di pubblicazione su web 13/02/2019  

Di jiu tian chang (So Long, My Son)

“Stiamo aspettando di invecchiare.” In queste amare parole è riassunta la vita di Yaoyun e di sua moglie Liyun. La loro felicità è venuta meno quando il figlio è affogato giocando vicino a una cisterna. Decisi a cambiare vita, i due si sono trasferiti in città, dove non conoscono nessuno né sono in grado di capire il dialetto locale. Il figlio adottivo Liu Xing non offre loro il conforto sperato: rifiutando i suoi genitori “stranieri”, di punto in bianco li abbandona. Nel finale, la coppia decide di ritornare sul luogo della tragedia, affrontando una volta per tutte i fantasmi del proprio passato.

Wang Xiaoshuai firma una saga familiare che mescola sapientemente “pubblico” e “privato”. Un po’ melodramma, un po’ pamphlet politico, il film ci porta dal clima turbolento della Cina degli anni Ottanta post Rivoluzione culturale alla prosperità ipercapitalistica dei giorni nostri. Raccontata per grandi affreschi, la storia fa emergere le cicatrici profonde che giacciono sotto quella che potrebbe sembrare una società in progresso e in continua trasformazione.

Proiezioni:

Giovedì 14 febbraio, ore 17:00, Berlinale Palast

Venerdì 15 febbraio, ore 10:30, Friedrichstadt-Palast

Venerdì 15 febbraio, ore 16:30, Friedrichstadt-Palast

Venerdì 15 febbraio, ore 19:00, Haus der Berliner Festspiele

Sabato 16 febbraio, ore 17:30, Haus der Berliner Festspiele

Una scena di Di jiu tian chang
© Li Tienan / Dongchun Films

Wang Xiaoshuai

Tra i pionieri del cinema indipendente cinese degli anni Novanta, è uno dei pochi filmmaker a essere rimasto fedele alla sua arte nonostante la dilagante commercializzazione della cinematografia del proprio paese. Il suo film d’esordio, Dongchun di rizi, è stato presentato nella sezione “Forum” della Berlinale 1994, per poi finire nella collezione del Museum of Modern Art di New York. È già stato due volte in concorso al festival tedesco: con Shi qi sui de dan che (2001), premiato dalla giuria, e con Zuo You (2008), Orso d’argento per la migliore sceneggiatura. Nel 2010 è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordre des Arts et des Lettres dall’allora Ministro della cultura francese. Tra le altre sue opere: Ji du han leng (1995); Bian dan gu niang (1997); Meng huan tian yuan (2000); Er di (2003); Qing hong (2005); Ri zhao chong qing (2010); Wo 11 (2011); Chuang ru zhe (2014); Wo de jing tou (documentario, 2018).



Berlinale 2019
(14/02)

cast cast & credits
 




























































Wang Xiaoshuai
© Xu Shengzhi

 
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