“Stiamo
aspettando di invecchiare.” In queste amare parole è riassunta la vita di Yaoyun
e di sua moglie Liyun. La loro felicità è venuta meno quando il figlio è
affogato giocando vicino a una cisterna. Decisi a cambiare vita, i due si sono trasferiti
in città, dove non conoscono nessuno né sono in grado di capire il dialetto locale. Il figlio
adottivo Liu Xing non offre loro il conforto sperato: rifiutando i suoi
genitori “stranieri”, di punto in bianco li abbandona. Nel finale, la
coppia decide di ritornare sul luogo della tragedia, affrontando una volta per
tutte i fantasmi del proprio passato.
Wang Xiaoshuai firma una saga familiare che mescola sapientemente
“pubblico” e “privato”. Un po melodramma, un po pamphlet politico, il film ci porta dal clima turbolento della Cina
degli anni Ottanta post Rivoluzione culturale alla prosperità ipercapitalistica
dei giorni nostri. Raccontata per grandi affreschi, la storia fa emergere le
cicatrici profonde che giacciono sotto quella che potrebbe sembrare una società
in progresso e in continua trasformazione.
Proiezioni:
Giovedì
14 febbraio, ore 17:00, Berlinale Palast
Venerdì
15 febbraio, ore 10:30, Friedrichstadt-Palast
Venerdì
15 febbraio, ore 16:30, Friedrichstadt-Palast
Venerdì 15 febbraio, ore 19:00, Haus der Berliner
Festspiele
Sabato 16 febbraio, ore 17:30, Haus der Berliner
Festspiele
Wang Xiaoshuai
Tra
i pionieri del cinema indipendente cinese degli anni Novanta, è uno dei pochi filmmaker a essere rimasto fedele alla
sua arte nonostante la dilagante commercializzazione della cinematografia
del proprio paese. Il suo film desordio, Dongchun di rizi, è stato presentato nella sezione “Forum” della
Berlinale 1994, per poi finire nella
collezione del Museum of Modern Art di New York. È già stato due volte in
concorso al festival tedesco: con Shi qi sui de dan che (2001), premiato dalla giuria, e con Zuo You (2008), Orso dargento per la migliore sceneggiatura. Nel
2010 è stato insignito del titolo di Cavaliere dellOrdre des Arts et des Lettres dallallora Ministro della cultura
francese. Tra le altre sue opere: Ji du han leng (1995); Bian dan gu niang
(1997);
Meng huan tian yuan (2000); Er
di (2003); Qing hong (2005); Ri zhao chong qing (2010); Wo
11 (2011); Chuang ru zhe (2014); Wo de jing tou (documentario, 2018).