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Il non eterno, terreno, incanto

di Gabriella Gori
  Bolle & Friends
Data di pubblicazione su web 17/01/2019  

Non finisce di stupire Roberto Bolle, il nostro Roberto Bolle, luminosa étoile del Teatro alla Scala, acclamato principal dancer dell’American Ballet Theatre, corteggiato guest artist, ambasciatore per l’UNICEF, medaglia dell’Unesco, ufficiale Ordine al merito della Repubblica italiana e chi più ne ha più ne metta.

Insomma un grande artista che con il gala Roberto Bolle & Friends promuove e divulga la danza coinvolgendo inveterati “danzomani” e nuovi “ballettofili” in un evento attesissimo e seguitissimo. Ideato nel 2000 e poi dal 2008 diventato tour estivo con riprese invernali, il gala consente alla danza di fare il suo ingresso, oltre che nei teatri, in spazi non canonici come piazze, siti archeologici, palazzetti dello sport e arene. Un’operazione di alto profilo culturale e artistico che se riecheggia il Pavarotti & Friends (1992-2003), mutatis mutandis ricorda anche quello che negli anni Settanta fece Carla Fracci, pioniera del “decentramento” della danza in Italia. Insieme al marito regista Beppe Menegatti, la grande ballerina portò il balletto nei piccoli centri e nei piccoli teatri diffondendone la conoscenza e favorendone l’interesse.

Certo i tempi sono cambiati e le cose sono diverse ma Bolle e la Fracci, anche a distanza di anni, condividono l’identica voglia di fidelizzare e allargare i confini d’azione dell’arte coreutica spingendola a farsi paladina di sé stessa, superando barriere e pregiudizi. Non è un caso il successo della prima edizione di Ondance. Accendiamo la danza, tenutasi a Milano lo scorso giugno, di cui Bolle è stato direttore artistico e protagonista.

Non solo ma il “nostro”, definito “étoile dei due mondi”, è riuscito anche a fare suo un appuntamento su Rai Uno con la trasmissione in prima serata Danza con me, arrivata alla terza edizione, ottenendo un alto share e aggiudicandosi il Ros D’Or Awards a Berlino come miglior format televisivo europeo del 2018.

In un simile contesto, di fronte a obiettivi sempre più alti e risultati vincenti, forte è stato il richiamo del gala tenutosi in occasione delle festività natalizie al Teatro Regio di Torino, non nuovo a ospitare il famoso conterraneo. 


Un momento dello spettacolo
© Luca Vantusso

Tre serate sold out con un programma che accosta repertorio classico e contemporaneo, avvalendosi di straordinari “friends” provenienti dai più importanti teatri del mondo, e che investe la danza di un ruolo “politico” richiamando l’attualità, compresa quella tragica del ponte Morandi di Genova, per portare messaggi di speranza e condivisione.

Diviso in due atti, il gala punta su ben cinque pas de deux classici cui rispondono sei pezzi contemporanei in un palinsesto variegato e ben articolato di cui il quarantatreenne danzatore è interprete e direttore artistico, nonché “capitano” di una “squadra” di professionisti e amici. Una compagine di sodali che si riuniscono per divertirsi in nome di un’idea in cui la danza e la musica sembrano “quietare”, anche se per poco, ogni umano affanno e regalare la gioia di un “terreno” incanto.  

Davvero niente da dire, se non elogi, per la “sezione” classica a cominciare dal Pas de deux da Coppelia di Arthut Saint-Léon su musica di Delibes, ballato da due superbi principal dancers del Royal Ballet, Sarah Lamb e Federico Bonelli. Coppia che ritorna nel delicato duetto tratto da   Méditation from Thaïs di Frederick Ashton e musica di Massenet.

Felice “scoperta” è quella di Tatiana Melnik, prima ballerina dell’Hungarian State Opera, e di   Bakhtiyar Adamzhan, principal dancer dell’Astana Opera, nel frizzante passo a due da Il corsaro di Petipa su musica di Drigo. Alejandro Virelles, primo ballerino dello StaatsBallett di Berlino, è degno partner della Melnik nel regale Pas de deux dall’atto II de Il lago dei cigni di Petipa-Čajkovskij. Ha incantato anche la formidabile Polina Semionova, guest artist dei più blasonati corpi di ballo, imperiosa protagonista del Pas de deux dall’atto III del Don Chisciotte di Petipa su musica di Minkus.

Un “fuoco di fila” di virtuosismi di alta scuola che entusiasmano gli spettatori, incontenibili negli applausi, anche a scena aperta. Analogo entusiasmo ha suscitato la “sezione” contemporanea in cui spiccano coreografi di fama internazionale affiancati da colleghi più giovani promesse di un radioso futuro. 




Un momento dello spettacolo
© Luca Vantusso

Senza dubbio la parte da leone la fa Mauro Bigonzetti con ben tre lavori: Capriccio, Serenata e Caravaggio, che vedono giganteggiare Bolle da solo o affiancato da meravigliose colleghe.

Tratto dall’installazione della mostra Paganini Rockstar in allestimento al Palazzo Ducale di Genova (19 ottobre 2018-10marzo 2019), Capriccio è un sentito omaggio alla città ligure da parte di Bigonzetti che coinvolge Bolle in un intenso solo accompagnato dal vivo da Alessandro Quarta, sopraffino violinista.

Poi il danzatore accoglie tra le sue possenti braccia Polina in Serenata, tratta da Cantata del 2001, in cui è lo spirito partenopeo a trascinare i due in una danza viscerale sulle note di Amerigo Ciervo del gruppo iMusicalia. Ancora con garbo lo stesso Bolle manipola il flessuoso corpo di Melissa Hamilton, prima solista del Royal Ballet, nel conturbante e postclassico Pas de deux da Caravaggio, creato da Bigonzetti nel 2010 su partitura di Bruno Moretti da Monteverdi. E la Hamilton continua a essere “preda” del ballerino nell’acrobatico e seducente duetto Qualia di Wayne McGregor, una coreografia del 2003 commissionata dal Royal Ballet con accompagnamento sonoro di Scanner e lighting Design di Lucy Carter.

Tra le nuove leve della coreografia non passano inosservati Isyan Jiang, che firma il fisico assolo In awakening su musica di Senking interpretato da Bakhtiyar Adamzhan, e Massimiliano Volpini con Dorian Gray, una creazione ideata per Bolle scelta per chiudere il gala.

Su musica dal vivo di Quarta, che esegue una composizione tratta dalla Passacaglia di Heinrich Ignaz Franz von Biber, e le riprese video targate Valtellina-Videoval, Dorian Gray (luglio 2018) è un lavoro multimediale in cui “a specchio” Bolle-Dorian si misura con l’inebriante bellezza del suo volto perfetto e del suo corpo apollineo. Una tensione continua di immagini e passi che alla fine esplode nello sgretolarsi del volto e nella stasi del corpo. Un pezzo coinvolgente dal retrogusto amaro che sottolinea l’impossibilità di eternare ciò che non può essere eternato neppure – a differenza di Wilde – nella trasfigurazione artistica e su cui cala il sipario del Regio di Torino. Sipario che, a grande richiesta, si riaprirà agli Arcimboldi di Milano il 30 e 31 gennaio per la ripresa di Roberto Bolle & Friends.





Bolle & Friends


Capriccio, tratto dall'installazione Paganini Rockstar
cast cast & credits
 


Coppelia: Pas de deux
cast cast & credits
 


Qualia
cast cast & credits
 


Il lago dei cigni: Pas de deux
cast cast & credits
 


In awakening
cast cast & credits
 


Serenata, tratto dall'opera Cantata
cast cast & credits
 


Méditation from Thaïs: Pas de deux
cast cast & credits
 


Il corsaro: Pas de deux
cast cast & credits
 


Caravaggio: Pas de deux
cast cast & credits
 


Don Chisciotte: Pas de deux dall'Atto III
cast cast & credits
 


Dorian Gray
cast cast & credits
 



Un momento dello spettacolo
© Luca Vantusso
 
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