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L'afasica eloquenza di una Sarabande

di Gabriella Gori
  Bach Project di Aterballetto
Data di pubblicazione su web 17/10/2018  

Le eredità quando sono grandi lasciano il segno e fruttano ancor di più se chi ne usufruisce sa gestire al meglio il patrimonio ricevuto. Fuor di metafora: Aterballetto è il prezioso lascito predisposto a inizio 2017 da Cristina Bozzolini – proiettata verso altre imprese gestionali –, oggi diventato più che mai cospicuo nelle mani del direttore generale Gigi Cristoforetti e della coordinatrice artistica Sveva Berti.   
 
Una compagnia straordinaria, compatta, coesa che ha fatto tesoro della lezione “bozzoliniana” per affrontare una nuova crescita professionale di altissimo profilo culturale e coreografico. Sì, perché l’applauditissimo Bach Project, in prima assoluta al Teatro Carignano di Torino per TorinoDanza festival, se da un lato continua a presentare Aterballetto come una “compagnia di autori”, ovvero un organico capace di riproporre lavori di accreditati maestri accanto a creazioni di giovani coreografi, dall’altro spinge la formazione di Reggio Emilia a esplorare il rapporto tra classicità musicale e contemporaneità coreutica, nonché a proporre almeno un pezzo con musica dal vivo. E proprio nell’ottica di questa progettualità si colloca il dittico Bach Project formato da Sarabande del grande Jiří Kylián su Partita n. 2 in Re Minore Sarabande di Johann Sebastian Bach e da Domus Aurea del talentuoso Diego Tortelli sulle Suites Francesi bachiane trascritte da Giorgio Colombo Taccani ed eseguite dall’Ensemble Sentieri Selvaggi.   



Un momento dello spettacolo
© Teatro Carignano di Torino
 
Kylián, maestro della coreografia contemporanea, si lascia, per così dire, interpretare da Aterballetto riconoscendogli le qualità giuste per misurarsi con Sarabande. Una creazione del 1990 appartenente al cosiddetto periodo “bianco e nero” di Jiří, creata per il Nederlands Dans Theater e tuttora capace di “parlare” alla danza di danza. Un “dialogo” in cui gli interlocutori da ideali si fanno reali e viceversa per reificare un concetto di danza cerebrale, assoluta eppure fisicamente ed emotivamente umana.   
 
Sulla musica di Bach, Kylián si interroga sui grandi “perché” che fin dall’età della ragione tormentano la mente umana e, nel tentativo di dare risposte a tali interrogativi, li trasforma in input coreografici per un balletto a sei. Un sestetto maschile i cui componenti (Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Hektor Budlla, Philippe Kratz, Giulio Pighini, Roberto Tedesco) appaiono in scena quando enormi sagome addobbate con ricercatissimi costumi settecenteschi, firmati da Joke Visser, vengono tirate su e restano sospese in aria. Ominose presenze di una raffinata scenografia ideata dallo stesso Kylián ovattata dalle luci basse sempre di sua creazione.    
 
Sarabande dura in tutto diciannove minuti. Dopo una breve sequenza in cui i danzatori creano una partitura con il respiro e lo strisciare dei passi sul palcoscenico, l’attacco della Partita in Re Minore di Bach travolge e stravolge gli interpreti chiamati a eseguire a un ritmo serratissimo un turbinio di passi nel tentativo di dare risposte a ineludibili “perché”. Un pezzo d’autore che richiede un notevole talento interpretativo ed esecutivo, ampiamente dimostrato dai sei di Aterballetto.   



Un momento dello spettacolo
© Teatro Carignano di Torino

Con Domus Aurea l’atmosfera cambia. Diego Tortelli “scrive” la sua coreografia dentro e fuori a “fogli” squadrati che rappresentano le pareti di una casa. La Domus Aurea di neroniana memoria è richiamata dallo spazio scenico disegnato dall’artista visivo Massimo Uberti e dalle luci di Carlo Cerri. Luci geometriche che esaltano le performances dei sedici elementi maschili e femminili di Aterballetto, accompagnati dalle Suites Francesi di Bach eseguite da Mirco Ghirandini al clarinetto, Paola Fre al flauto, Piercarlo Sacco al violino, Aya Shimura al violoncello, Andrea Dulbecco al vibrafono e alle percussioni.   
 
Bach è dunque l’anima di questo progetto, vero trait d’union tra il primo e il secondo pezzo della serata. Se nel primo caso è l’indiscussa autorità di Kylián a tenere banco, nel secondo a sorprendere è la creatività di un artista appena trentunenne eppure già “rodato” da una carriera di ballerino e coreografo di tutto rispetto. Tortelli conosce il suo mestiere. Sa cosa significa danzare, coreografare e coinvolgere gli interpreti nella resa del suo dinamico pensiero coreutico. Questa Domus Aurea è lo specchio della nostra vita fatta di incontri, di addii, di storie, di amori, di dolori. Alla danza si lascia il compito di rappresentare la nostra esistenza, chiusa tra quattro pareti ma anche libera da esse. Il linguaggio da astratto diventa materico e i corpi compiono evoluzioni e involuzioni contemporanee fino a dare vita a tableaux vivants che animano le pareti di luce di questa casa dorata. Figure umane e proiezioni di un vissuto sempre incerto ma proprio per questo riconoscibile e leggibile nell’afasica eloquenza della bella danza di Tortelli e di Aterballetto.


Bach Project


Sarabande
cast cast & credits
 


Domus Aurea
cast cast & credits
 


Un momento dello spettacolo
© Teatro Carignano di Torino


 
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