Levento, motivo di grande attrazione culturale per la località
turistica francese, è animato dalla passione di unassociazione (U svegliu
calvese) che ha creato un momento annuale di condivisione artistica legato alla
tradizione popolare e al tempo stesso colta di tante parti del mondo. Nel
distico «Si tù laltru me / Sò è laltru tù» (in còrso “Sei tu laltro io /
Sono io laltro te”, tratto dalla poesia nel programma di sala recitata prima
dellinaugurazione), cè lo spirito dei Rencontres
il cui motto è “à liniziu cera a voce”.
Il festival non ha una caratteristica esclusivamente vocale,
ma il canto a cappella è presente in maniera massiccia nel programma. Non
potrebbe essere altrimenti visto che il motore artistico della rassegna è A
Filetta, da quarantanni sulle scene. Oltre a questo gruppo spicca in
cartellone lensemble Tavagna, cui è stato affidato il prologo del 10
settembre.
Un momento dello spettacolo
© Silvio Siciliano
Questanno è stata raddoppiata lofferta dei concerti in
Cattedrale (tardo pomeriggio e sera) con laggiunta degli appuntamenti della
mattina. Ad aprire ufficialmente la rassegna è stato il cantante polacco Adam Strug con la proposta di brani
sacri e profani del suo paese, giunti sino a noi grazie a un plurisecolare
processo di trasmissione. Un repertorio antico in cui religiosità e secolarità
hanno unatmosfera molto simile. Strug, che in pochi brani è stato accompagnato
da Hipolit Woźniak alla ghironda, ha una vocalità adatta a questo tipo di
programma (ricorda la prassi del gregoriano, affrontata però da un unico cantante)
con molta sicurezza nellintonazione.
Un incipit efficace
in vista dellappuntamento successivo, che ha visto protagonista Giovanna Marini affiancata da Francesca Breschi con lintroduzione de
A Filetta. I padroni di casa hanno proposto tre brani in còrso e latino
dimostrando il loro livello di eccellenza, mantenuto anche con i cambi di
formazione. Attendiamo con curiosità il prossimo disco che riprende la
collaborazione con Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura la cui uscita in
Italia è prevista a novembre.
Un momento dello spettacolo
© Silvio Siciliano
È poi toccato a Jean-Claude
Acquaviva, ultimo componente del gruppo originale, introdurre Marini. La
cantante e compositrice come sempre non si è limitata allesecuzione, ma ha
introdotto i suoi brani intrecciando la descrizione musicale con quella della
situazione politico-sociale che li ha originati. Lo stile dei pezzi del suo LItalia in lungo e in largo (titolo anche
del cd inciso con Francesca Breschi) si ispira alla tradizione popolare e allopera
ed è alla base di un repertorio molto ampio e originale nel panorama italiano.
Non sono mancati i classici come il Lamento
per la morte di Pasolini e I treni
per Reggio Calabria oltre allo splendido Un paese vuol dire non essere soli di Mario Pogliotti su testi di Cesare
Pavese. La Breschi, pienamente calata nei brani grazie ai tanti anni di
collaborazione nel Quartetto Vocale, ha dimostrato le sue grandi qualità artistiche.
Da parte del pubblico, con tanti abbonati presenti,
unattenzione quasi religiosa per un evento dal successo finale pieno e
convinto.