Las herederas
Damsel
Black 47
Chela e Chiquita sono state una coppia per molto tempo. Nel corso degli anni, si sono adattate a una ripartizione fissa dei propri ruoli. L'estroversa Chiquita si è assunta la responsabilità di gestire la loro vita insieme, mentre Chela è riluttante a lasciare la casa, preferendo passare le sue giornate davanti al cavalletto da pittrice. Le difficoltà finanziarie le costringono a vendere alcuni mobili avuti in eredità, amati cimeli di ricordi passati. Quando Chiquita viene arrestata per debiti, Chela si ritrova improvvisamente sola in casa. Così, trasforma la sua vecchia Daimler in un taxi per benestanti anziane signore del quartiere. Durante una corsa, conosce una delle loro figlie, la giovane e affermata Angy. L'incontro attira la remissiva Chela fuori dalla sua zona protetta aiutandola a riscoprire i propri desideri.
Esplorando il mondo esterno con la stessa cautela e prudenza della sua eroine, Marcelo Martinessi racconta uno strato della società inspiegabilmente ai margini della realtà, nel quale si vive alla giornata senza pensare al domani. Tuttavia, quando Chela visita la sua compagna in prigione, il film ha una svolta, facendo emergere un quadro completamente diverso delle condizioni di vita del Paraguay.
Proiezioni:
Venerdì 16 febbraio, ore 15:30, Berlinale Palast
Sabato 17 febbraio, ore 9:30, Friedrichstadt-Palast
Sabato 17 febbraio, ore 13:00, Haus der Berliner Festspiele
Sabato 17 febbraio, ore 20:00, HAU Hebbel am Ufer (HAU1)
Domenica 25 febbraio, ore 19:00, Haus der Berliner Festspiele
Una scena di Las herederas
© lababosacine
Marcelo Martinessi
Regista e sceneggiatore, è nato nel 1937 a Asunción, in Paraguay, Ha studiato comunicazione nella sua città natale, quindi cinema alla London Film School. I suoi cortometraggi, che ruotano attorno a letteratura e memoria, sono stati proiettati in diversi festival quali la Berlinale e Clermont-Ferrand. È stato direttore esecutivo della prima rete televisiva nazionale del Paraguay dal 2010 al colpo di stato del 2012. Il suo tentativo di venire a patti con il caos politico che ne è seguito ha dato origine a La vox Perdida, che ha vinto il premio come miglior cortometraggio al Festiva del Cinema di Venezia del 2016. Nella sua produzione cinematografica ricordiamo inoltre i corti Karai norte (2009) e Calle última (2011).
Damsel
Samuel
Alabaster è un pioniere da strapazzo che si aggira per le vaste
distese della selvaggia natura americana. Sta cercando Penelope,
amore della sua vita, per sposarla. Lo accompagnano una chitarra, il
piccolo pony Butterscotch (suo regalo di nozze) e Parson Henry,
scanzonato beone che ha designato come maestro di cerimonie. Durante
il rocambolesco viaggio si scopre il vero obiettivo che anima Samuel:
liberare Penelope, anche con la forza, dalle grinfie del suo
rapitore, un marrano che la tiene prigioniera in una remota capanna
di legno. Ma i piani di salvataggio della potenziale sposa non
sembrano trovare il consenso dell'esuberante Penelope, tutt'altro
che incline a diventare la signora Alabaster.
Proprio
come Samuel col suo piccolo pony, i fratelli Zellner si
muovono audacemente nei meandri del western attraverso i toni della
satira, della farsa e della parodia. Non mancano però elementi più
riflessivi, specie grazie alla resiliente eroina, capace di
imbracciare il fucile e affermare la propria volontà.
Proiezioni:
Venerdì 16 febbraio, ore 19:00, Berlinale Palast
Sabato 17 febbraio, ore 12:00, Friedrichstadt-Palast
Sabato 17 febbraio, ore 17:30, Friedrichstadt-Palast
Sabato 17 febbraio, ore 21:30, Haus der Berliner Festspiele
Domenica 25 febbraio, ore 15:30, Berlinale Palast
Una scena di Damsel
© Strophic Productions Limited
David e Nathan Zellner
Nati a Greeley, in
Colorado, i due fratelli (rispettivamente classe 1974 e 1975) scrivono,
dirigono, producono e interpretano pellicole cinematografiche da oltre un
decennio. Dopo Frontier (2001), tra i
lavori premiati vanno menzionati il loro primo lungometraggio Goliath, proiettato al
Sundance Film Festival del 2008, e Kid-Thing, presentato al Forum della Berlinale
2012. Con Kumiko, the Treasure
Hunter (2014) –
interpretato da Rinko Kikuchi, prima attrice
giapponese a ottenere una nomination agli Oscar per Babel di Iñárritu – gli Zellner
ottengono due Independent Spirit Awards. Damsel è il loro primo western.
Black 47
(fuori competizione)
Irlanda, 1847. Dopo aver combattuto per la corona d'Inghilterra nella guerra d'Afghanistan, Martin Feeney ritorna da disertore nella sua terra natia, trovandola in gravi difficoltà. Un batterio ha distrutto le piantagioni di patate, causando una carestia che ha mietuto più di un milione di vittime. La famiglia di Martin non è stata risparmiata: sua madre è perita, mentre suo fratello è stato condannato a morte dalle forze occupanti britanniche. Il piano di emigrare negli Stati Uniti con la cognata e i suoi figli fallisce, mentre anche gli ultimi parenti rimasti in vita si spengono lentamente. Disperato, ordisce una sanguinosa vendetta servendosi delle gerarchie sociali e politiche irlandesi. Per fermarlo, i britannici inviano l'ispettore Hobson, che in precedenza aveva combattuto al fianco di Martin in Afghanistan.
Irlanda, 1847. Dopo aver combattuto per la corona d'Inghilterra nella guerra d'Afghanistan, Martin Feeney ritorna da disertore nella sua terra natia, trovandola in gravi difficoltà. Un batterio ha distrutto le piantagioni di patate, causando una carestia che ha mietuto più di un milione di vittime. La famiglia di Martin non è stata risparmiata: sua madre è perita, mentre suo fratello è stato condannato a morte dalle forze occupanti britanniche. Il piano di emigrare negli Stati Uniti con la cognata e i suoi figli fallisce, mentre anche gli ultimi parenti rimasti in vita si spengono lentamente. Disperato, ordisce una sanguinosa vendetta servendosi delle gerarchie sociali e politiche irlandesi. Per fermarlo, i britannici inviano l'ispettore Hobson, che in precedenza aveva combattuto al fianco di Martin in Afghanistan.
Lance Daly attinge a motivi del genere western per mostrare per
la prima volta sul grande schermo un oscuro capitolo del colonialismo
britannico in terra irlandese. Col suo crudo realismo la fotografia
trasmette tutta la miseria di un popolo sofferente, cogliendo
individui alla deriva in paesaggi austeri e desolati.
Proiezioni:
Venerdì 16 febbraio, ore 22:30, Berlinale Palast
Sabato 17 febbraio, ore 15:00, Friedtichstadt-Palast
Sabato 17 febbraio, ore 18:30, Haus der Berliner Festspiele
Domenica 18 febbraio, ore 18:30, Neue Kammerspiele - Berlinale Goes Kiez
Domenica 25 febbraio, ore 14:30, Haus der Berliner Festspiele
Una scena di Black 47
Lance Daly
Nato a Dublino, studia inizialmente architettura e design, ottenendo un assegno di ricerca in Scienze forensi. Lavora come apprendista per l'archivista cinematografica Flora Agar, presso l'ex Centre for Cultural Preservation. Tra un film e l'altro, suona la batteria nel gruppo Twelve Spoon. Attualmente vive tra l'Irlanda e San Francisco. Nella sua produzione ricordiamo Last Days in Dublin (2001), The Halo Effect (2004), Kisses (2008), The Good Doctor (2013) e Life's a Breeze (Das Leben ist ein Kinderspiel, 2013).
Cast & credits - Las herederas
Titolo
Berlinale 2018 (16/02) |
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Sotto titolo
Las herederas |
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Origine
Paraguay / Uruguay / Germania / Brasile / Norvegia / Francia |
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Anno
2018 |
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Durata
95 min. |
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Data rappresentazione
16 febbraio 2018 |
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Città rappresentazione
Berlino |
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Luogo rappresentazione
Berlinale Palast |
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Prima rappresentazione
16 febbraio 2018 |
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Evento
Berlinale 2018 |
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Colore | |
Regia
Marcelo Martinessi Aiuto regia: Flavia Vilela |
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Interpreti
Ana Brun (Chela) Margarita Irún (Chiquita) Anna Ivanova (Angy) Nilda Gonzales (Pati) María Martins (Pituca) Alicia Guerra (Carmela) Yverá Zavas (Singer) |
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Produttori
Sebastián Peña Escobar, Marcelo Martinessi, Agustina Chiarino Coulminot, Fernando Epstein, Christoph Friedel, Claudia Steffen, Julia Murat, Hilde Berg, Marina Perales, Xavier Rocher |
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Produzione
La Babosa Cine, Murante Cine, Pandora Film Produktion, Esquina Filmes, Norsk Filmproduksjon, La Fábrica Nocturna |
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Distribuzione
Luxbox |
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Costumi
Tania Simbrón |
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Sceneggiatura
Marcelo Martinessi |
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Montaggio
Fernando Epstein |
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Fotografia
Luis Armando Arteaga |
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Suono
Fernando Henna |
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Musiche
Rafael Alvarez |
Cast & credits - Damsel
Titolo
Berlinale 2018 (16/02) |
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Sotto titolo
Damsel |
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Origine
USA |
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Anno
2017 |
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Durata
113 min. |
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Data rappresentazione
16 febbraio 2018 |
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Città rappresentazione
Berlino |
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Luogo rappresentazione
Berlinale Palast |
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Prima rappresentazione
23 gennaio 2018 |
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Evento
Berlinale 2018 |
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Colore | |
Regia
David e Nathan Zellner |
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Interpreti
Ana Brun (Chela) Margarita Irún (Chiquita) Anna Ivanova (Angy) Nilda Gonzales (Pati) María Martins (Pituca) Alicia Guerra (Carmela) Yverá Zavas (Singer) |
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Produttori
Nathan Zellner, Chris Ohlson, David Zellner, Jim Reeve, Robert Halmi Jr. |
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Produzione
Damsel Productions |
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Costumi
Terry Anderson |
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Sceneggiatura
David e Nathan Zellner |
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Montaggio
Melba Robichaux |
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Fotografia
Adam Stone |
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Musiche
The Octopus Project |
Cast & credits - Black 47
Titolo
Berlinale 2018 (16/02) |
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Sotto titolo
Black 47 |
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Origine
Irlanda, Lussemburgo |
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Anno
2018 |
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Durata
100 min. |
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Data rappresentazione
16 febbraio 2018 |
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Città rappresentazione
Berlino |
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Luogo rappresentazione
Berlinale Palast |
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Prima rappresentazione
16 febbraio 2018 |
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Evento
Berlinale 2018 |
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Colore | |
Regia
Lance Daly Aiuto-regia: Ray Kenny |
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Interpreti
Ana Brun (Chela) Margarita Irún (Chiquita) Anna Ivanova (Angy) Nilda Gonzales (Pati) María Martins (Pituca) Alicia Guerra (Carmela) Yverá Zavas (Singer) |
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Produttori
Macdara Kelleher, Tim O'Hair, Arcadiy Golubovich, Jonathan Loughran, Jani Thiltges, Martin Metz |
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Produzione
Fastnet Films, Samsa Films, UMedia |
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Distribuzione
Altitude Film Sales |
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Costumi
Magdalena Labuz |
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Sceneggiatura
PJ Dillon, Pierce Ryan, Eugene O’Brien, Lance Daly |
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Montaggio
John Walters, Julian Ulrichs |
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Fotografia
Declan Quinn |
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Suono
Robert Flanagan, Loïc Collignon, Ingo Dumlich, Mike Butcher, Fionan Higgins |
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Musiche
Brian Byrne |