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L'Aurora tra prosa e poesia

di Gabriella Gori
  Bella addormentata
Data di pubblicazione su web 21/12/2017  

Sono tante le cose da dire su Bella addormentata di Diego Tortelli con il Balletto di Toscana Junior, diretto da Cristina Bozzolini, in scena a Firenze dopo la prima assoluta al Comunale di Ferrara. Tante perché questo spettacolo “a serata” riveste più significati e da diversi punti di vista.

Primo perché sancisce il ritorno della “danza autoctona” al Teatro dell’Opera dopo la chiusura di MaggioDanza, il corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino. Secondo perché saluta la rentrée di Cristina Bozzolini, a suo tempo prima ballerina del sopracitato organico, in seno alla “famiglia” dell’ex Teatro Comunale. Un teatro “ricostruito” e ribattezzato che le apre le porte dopo i successi con il Balletto di Toscana, con l’Aterballetto e da adesso in esclusiva con lo Junior Balletto di Toscana, rinominato Balletto di Toscana Junior. Terzo perché segna il debutto nel tempio della lirica e della musica fiorentina di questa giovanissima ma affermata compagnia, operativa dal 2005 e già avvezza ad applausi e consensi nei teatri italiani. Infine perché conferma il fiuto di Bozzolini nell’individuare coreografi di talento cui commissionare produzioni in linea con le caratteristiche delle compagini da lei di volta in volta dirette.

Nel caso specifico Diego Tortelli, dancemaker appena trentenne ma con un curriculum professionale di tutto rispetto grazie agli studi classici presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma e il Teatro alla Scala e a quelli contemporanei con Susanna Beltrami, Nacho Duato, Jiří Kylián, Ohad Naharin e in particolare con il Balletto Nazionale di Marsiglia di Frédéric Flamand. Una carriera di ballerino e di coreografo che nel 2015 lo porta a proporsi come freelancer e a imporre la propria cifra autoriale, forte dell’esperienza con Flamand e con l’innovativo Richard Siegal al Balletto della Staatsoper di Monaco di Baviera. 



                                      Un momento dello spettacolo
                                           © Marco Caselli Nirmal

Tortelli non delude firmando una Bella addormentata moderna e originale, adatta ai giovanissimi danzatori dell’odierno BdT e distante dall’omonimo balletto ottocentesco di Petipa a cominciare dal titolo privo dell’articolo determinativo La, sempre presente fin dalla favola di Perrault. Il coreografo rivisita la fiaba a trecentosessanta gradi proiettandola nella contemporaneità per sottolineare la difficoltà a realizzare i propri sogni, rappresentando il conflitto tra ideale e reale che lacera l’animo del protagonista, diventato il Poeta. Non più quindi la storia di Aurora e del suo Principe azzurro, ma quella di un uomo diviso tra ispirazione onirica e prosaicità quotidiana, tra una fidanzata vera, vitale, che lui in fondo ama, e un’Aurora ideale, perfetta, proiezione del suo sogno a occhi aperti sulla bellezza e sull’amore. 

Un’allegoria coreografica dove la musica di Čajkovskij riadattata da Francesco Sacco, di cui restano brani famosi come la Variazione di Aurora, il Grand Pas delle Fate, il Pas d’action, l’Adagio, bene si presta ad assecondare il travaglio interiore dell’artista e la sua crescita umana. 

Lo spettacolo, strutturato in dodici quadri, si apre con un’Ouverture che presenta agli spettatori una metropoli in preda a un parossistico viavai. Un poliziotto, Alessandro Torresin, dirige il traffico “umano” con un megafono. Da lì in poi la coreografia procede per scene che passo dopo passo rispecchiano il non facile rapporto del Poeta con la Fidanzata; il contradditorio relazionarsi di lui con il suo alter-ego; la visione di Aurora simbolo della tanto ricercata bellezza ideale e di amore eterno; il “tormento e l’estasi” della creazione poetica; la routine del vivere quotidiano con la servitù che si scontra con le aspirazioni del Poeta; la momentanea separazione tra quest’ultimo e la Fidanzata per via delle chiacchiere; il suo tradimento spirituale con Aurora e la rottura con la Fidanzata; il rinsavimento del protagonista con lo svanire del sogno e il ritorno alla realtà tra le braccia dell’amata. Un ricongiungimento che “a cornice” richiama l’inizio e ribadisce che se “la perfezione” è di un altro mondo, in quello presente l’amore vero è l’unica ancora di salvezza. 

Balletto di formazione o bildungsballett, questa applaudita Bella addormenta colpisce per la sinteticità del dettato drammaturgico e coreografico, accentuati dall’essenzialità dell’impianto scenico, dal riverbero delle luci dal bianco al rosso di Carlo Cerri, dall’eleganza dei costumi chiari, scuri e cremisi di Santi Rinciari, dalla musica eseguita dall’Orchestra del Maggio Musicale diretta da Giuseppe La Malfa e dal pianoforte di Francesco Novelli. Tasselli di un mosaico in cui l’arte coreutica occupa il posto d’onore grazie a interpreti qualificati. Preparati nel rigore esecutivo di una danza contemporanea di qualità che mostra la sua versatilità nell’essere dinamica, fisica, introspettiva, lirica, sensuale, contorta, scattosa, poetica e impoetica.



Un momento dello spettacolo
© Marco Caselli Nirmal

Poetica è la danza di Aurora, Matilde Di Ciolo in body rosso fuoco circondata da pallide ombre nel sogno del Poeta. Qui l’armonioso fluire di passi punta alla perfezione del gesto e alla bellezza delle linee che liricamente ritornano nel duetto, intriso di nostalgia e voluttà, tra lei e il protagonista. 

Prosaica, invece, la danza della fidanzata, Veronica Galdo, la cui esecuzione, contorta e viscerale, non concede niente al lirismo fino a quando ritrova il suo uomo e la realtà ha il sopravvento. All’improvviso cadono le quinte e i fondali. I due personaggi, in bianco come due sposi, danzano su un lungo telone candido mezzo sospeso, accompagnati dalla Valse del pianoforte di Novelli e uniti, come nel finale de La Bella Addormenta di Petipa, dalla ritrovata felicità. 

Fisico e introspettivo è il danzare del Poeta, Roberto Doveri, e del suo alter-ego, Martino Biagi nel ruolo di una pseudo Carabosse con tanto di maschera bianca, che assalta e sconvolge l’equilibro precario del protagonista. Un equilibrio invano ricercato nell’intenso assolo in rosso in cui quest’ultimo è alla ricerca dei suoi versi. 

Scattosa la danza delle tre cameriere, Cristina Acri, Ilaria Centola, Serena Sentinelli, e del maggiordomo Jody Bet. Dinamica quella delle sequenze corali in cui BdT mette in luce una caratura davvero sorprendente vista la giovane età dei suoi sedici componenti, tutti “under 21”.

Una Bella addormentata nuova, diversa, riuscita, che arricchisce il repertorio “a serata” dello Junior dopo Coppelia di Fabrizio Monteverde, Giselle di Eugenio Scigliano e Romeo e Giulietta di Davide Bombana, e consolida le basi di un progetto ambizioso e vincente che risponde al nome di Cristina Bozzolini. 




Bella addormentata
cast cast & credits
 



Un momento dello spettacolo visto al Teatro dell'Opera di Firenze il 7 dicembre scorso
© Marco Caselli Nirmal

 
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