Primo perché sancisce il ritorno della “danza autoctona” al Teatro
dellOpera dopo la chiusura di MaggioDanza, il corpo di ballo del Maggio
Musicale Fiorentino. Secondo perché saluta la rentrée di Cristina Bozzolini, a suo tempo prima ballerina del
sopracitato organico, in seno alla “famiglia” dellex Teatro Comunale. Un teatro
“ricostruito” e ribattezzato che le apre le porte dopo i successi con il Balletto
di Toscana, con lAterballetto e da adesso in esclusiva con lo Junior Balletto
di Toscana, rinominato Balletto di Toscana Junior. Terzo perché segna il
debutto nel tempio della lirica e della musica fiorentina di questa giovanissima
ma affermata compagnia, operativa dal 2005 e già avvezza ad applausi e consensi
nei teatri italiani. Infine perché conferma il fiuto di Bozzolini nellindividuare
coreografi di talento cui commissionare produzioni in linea con le
caratteristiche delle compagini da lei di volta in volta dirette.
Un momento dello spettacolo
© Marco Caselli Nirmal
Tortelli non delude firmando una Bella
addormentata moderna e originale, adatta ai giovanissimi danzatori dellodierno
BdT e distante dallomonimo balletto ottocentesco di Petipa a cominciare dal titolo privo dellarticolo determinativo La, sempre presente fin dalla favola di Perrault. Il coreografo rivisita la fiaba
a trecentosessanta gradi proiettandola nella contemporaneità per sottolineare la
difficoltà a realizzare i propri sogni, rappresentando il conflitto tra ideale
e reale che lacera lanimo del protagonista, diventato il Poeta. Non più quindi
la storia di Aurora e del suo Principe azzurro, ma quella di un uomo diviso tra
ispirazione onirica e prosaicità quotidiana, tra una fidanzata vera, vitale, che
lui in fondo ama, e unAurora ideale, perfetta, proiezione del suo sogno a
occhi aperti sulla bellezza e sullamore.
Unallegoria coreografica dove la musica di Čajkovskij
riadattata da Francesco Sacco, di
cui restano brani famosi come la Variazione
di Aurora, il Grand Pas delle Fate, il Pas
daction, lAdagio, bene si presta ad assecondare il travaglio interiore dellartista
e la sua crescita umana.
Lo spettacolo, strutturato in dodici quadri, si apre con unOuverture che presenta agli spettatori
una metropoli in preda a un parossistico viavai. Un poliziotto, Alessandro Torresin, dirige il traffico
“umano” con un megafono. Da lì in poi la coreografia procede per scene che passo
dopo passo rispecchiano il non facile rapporto del Poeta con la Fidanzata; il contradditorio
relazionarsi di lui con il suo alter-ego; la visione di Aurora simbolo della
tanto ricercata bellezza ideale e di amore eterno; il “tormento e lestasi”
della creazione poetica; la routine del vivere quotidiano con la servitù che si
scontra con le aspirazioni del Poeta; la momentanea separazione tra questultimo
e la Fidanzata per via delle chiacchiere; il suo tradimento spirituale con
Aurora e la rottura con la Fidanzata; il rinsavimento del protagonista con lo
svanire del sogno e il ritorno alla realtà tra le braccia dellamata. Un ricongiungimento
che “a cornice” richiama linizio e ribadisce che se “la perfezione” è di un
altro mondo, in quello presente lamore vero è lunica ancora di salvezza.
Balletto
di formazione o bildungsballett, questa applaudita Bella addormenta colpisce per la sinteticità del dettato
drammaturgico e coreografico, accentuati dallessenzialità dellimpianto
scenico, dal riverbero delle luci dal bianco al rosso di Carlo Cerri, dalleleganza dei costumi chiari, scuri e cremisi di Santi Rinciari, dalla musica eseguita
dallOrchestra del Maggio Musicale diretta da Giuseppe La Malfa e dal pianoforte di Francesco Novelli.
Tasselli di un mosaico in cui larte coreutica occupa il posto donore grazie a
interpreti qualificati. Preparati nel rigore esecutivo di una danza
contemporanea di qualità che mostra la sua versatilità nellessere dinamica,
fisica, introspettiva, lirica, sensuale, contorta, scattosa, poetica e
impoetica.
Un momento dello spettacolo
© Marco Caselli Nirmal
Poetica è la danza di Aurora, Matilde
Di Ciolo in body rosso fuoco
circondata da pallide ombre nel sogno del Poeta. Qui larmonioso fluire di
passi punta alla perfezione del gesto e alla bellezza delle linee che liricamente
ritornano nel duetto, intriso di nostalgia e voluttà, tra lei e il protagonista.
Prosaica, invece, la danza della fidanzata, Veronica Galdo, la cui esecuzione, contorta e viscerale, non
concede niente al lirismo fino a quando ritrova il suo uomo e la realtà ha il
sopravvento. Allimprovviso cadono le quinte e i fondali. I due personaggi, in
bianco come due sposi, danzano su un lungo telone candido mezzo sospeso, accompagnati
dalla Valse del pianoforte di Novelli
e uniti, come nel finale de La Bella
Addormenta di Petipa, dalla ritrovata felicità.
Fisico e introspettivo è il danzare del Poeta, Roberto Doveri, e del suo alter-ego, Martino Biagi nel ruolo di una pseudo Carabosse con tanto di
maschera bianca, che assalta e sconvolge lequilibro precario del protagonista.
Un equilibrio invano ricercato nellintenso assolo in rosso in cui questultimo
è alla ricerca dei suoi versi.
Scattosa la danza delle tre cameriere, Cristina Acri, Ilaria Centola, Serena Sentinelli, e del maggiordomo Jody Bet. Dinamica quella delle sequenze corali in cui BdT mette in
luce una caratura davvero sorprendente vista la giovane età dei suoi sedici componenti,
tutti “under 21”.
Una Bella
addormentata nuova, diversa, riuscita, che arricchisce il repertorio “a
serata” dello Junior dopo Coppelia di
Fabrizio Monteverde, Giselle di Eugenio Scigliano e Romeo
e Giulietta di Davide Bombana, e consolida le basi di un progetto ambizioso e
vincente che risponde al nome di Cristina Bozzolini.