Fin dal titolo, con discrezione, il film di Paolo Virzì promette di essere un film
di Paolo Virzì, anche se in veste internazionale. Infatti il “cercatore di
svago” è un vecchio camper che ha accompagnato per anni la vita vacanziera di
una normalissima famiglia e che, dopo anni di malinconico stazionamento nel
garage di casa, riacquista inaspettatamente tutta la sua forza di macchina del
desiderio. Quando Ella e John, dopo una vita insieme, devono affrontare i
problemi di una vecchiaia impietosa, supportata dallaffetto distratto di figli
impegnati nelle proprie vite, decidono di opporsi a modo loro al percorso
obbligato di cliniche, ospedali e case di riposo e partono, incoscienti e
gioiosi, sulla mitica Old Route 1 con destinazione Kay West, dove
raggiungeranno la casa di Hemingway,
lautore a cui lui, professore innamorato della letteratura americana, ha
dedicato la vita e che costituisce ancora, per la sua mente assai vacillante,
il punto fermo di ogni comunicazione. Sono decisi a vivere fino in fondo la
loro storia damore, in cui la tenacia del cuore di lei si incrocia con le
intermittenze della memoria di lui.
Una scena del film
Percorrono dunque con il loro veicolo anacronistico non tanto le strade di unAmerica sognata, quanto le tappe della loro vita, intrecciando ricordi, immagini, in un viaggio che fa emergere i ricordi più belli delle esperienze in comune, con i figli bambini e un mondo aperto alla speranza. LAmerica di oggi non è più la loro in nessun senso (si veda lepisodio, fastidiosamente didascalico e attualizzante, di una manifestazione pro-Trump che pretende di allargare gli orizzonti di una vicenda che è invece riuscita proprio perché individuale, escludente il resto del mondo). Ma loro sono ancora vivi, capaci di ridere, amare, stare insieme. Finché sarà possibile, finché la malattia di lei non renderà ingestibile anche la malattia di lui. E allora, dolcemente, dopo tanto amore e tanta gioia sarà lei, come aveva sempre fatto nelle occasioni importanti della vita, a decidere per entrambi: con discrezione e fermezza.
Che si tratti del primo film americano di Virzì o dellultimo film italiano di Virzì non fa a nostro avviso una gran differenza: lo stile è quello, oggi inconfondibile, del regista livornese che sa andare al fondo dei sentimenti umani, che hanno il gran privilegio di essere gli stessi un po dappertutto, sia che percorrano la mitica Route 1 che la non meno mitica (storicamente ma pure cinematograficamente) Strada statale 1 Aurelia. Che dire degli interpreti che sono la vera ragione di questo film? Che sono Donald Sutherland ed Ellen Mirren, che si potrebbero definire attori universali, capaci di virtuosismi ma anche maestri nellarte delle sfumature oltre che perfettamente a loro agio in questa complicità nellimmersione senile. Perfetto luno, allapice dellautocoscienza dei suoi meriti lei.
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