L’età inquieta
Dopo aver esplorato le imprevedibili dinamiche sentimentali e i laceranti rimpianti di un'anziana coppia in 45 anni, Andrew Haigh salta quattro o cinque generazioni e attraversa l'Oceano (anche metaforicamente) per approdare in America e posare il suo sguardo sui tormenti di un ragazzo alla disperata ricerca di una stabilità non solo affettiva. Basato sul romanzo La ballata di Charley Thompson di Willy Vlautin, Lean on Pete è il delicato ritratto di una età inquieta in cui non si è coscienti dei propri mezzi, delle proprie possibilità e soprattutto delle proprie potenzialità: «Sei forte?» gli chiede il vecchio Del quando lo incontra la prima volta; «Non lo so» risponde il protagonista. Questa tempesta che attraversa la mente e il fisico di Charley viene portata sullo schermo sfruttando tutta la gamma dei campi e dei piani (dal lunghissimo al primissimo), mostrando di fatto l'impossibilità di inquadrare il personaggio all'interno di un suo spazio definito e dedicato, perché tutto in lui e intorno a lui è in continua trasformazione. Come continua a trasformarsi il paesaggio in cui viene letteralmente immerso durante il suo interminabile viaggio all'interno del “ventre molle” dell'America conservatrice, fatto di deserti e di steppe da attraversare, sotto un sole che brucia la faccia e dentro una polvere che riempie i polmoni; ma in quei luoghi ci sono anche boschi e fiumi dove tuffarsi e tornare bambini.
Quello di Charley è un viaggio nelle profonde contraddizioni dell'America, soprattutto quella delle classi sociali più segnate dalla crisi: quegli “ultimi” capaci al contempo di inaspettati gesti di generosità e di violenze improvvise e crudeli, sintomo di una schizofrenia sociale verso la quale il protagonista si comporta con altrettanta generosità e violenza. Un «racconto di formazione» in un periodo della vita oscuro e indecifrabile, dove la voglia di normalità diventa un atto eversivo: qui un cavallo può diventare il miglior antidoto a una solitudine esistenziale in cui si ha bisogno di parlare di ciò che si era e di quello che si vorrebbe essere. Il tutto in un film off the road dove è bello ritrovare il tenero cinismo di Steve Buscemi e l'aspra dolcezza di Chloë Sevigny, due grandi attori del cinema indipendente americano che vorremmo vedere più spesso sul grande schermo.
Se rappresentare l'adolescenza è sempre difficile, farlo al cinema è ancora più complesso, perché sono necessari una particolare sensibilità e soprattutto il giusto interprete, che sappia far arrivare allo spettatore tutto lo smarrimento delle crisi di quell'età senza ricorrere a inutili semplificazioni o insopportabili stereotipi. Haigh riesce in questa complicata impresa grazie alla misura della sua regia e, soprattutto, alla sorprendente interpretazione di Charlie Plummer, che restituisce anche posturalmente le rigidità, le incertezze, i desideri di chi, troppo presto, si trova costretto a prendere in mano la propria vita.
Lean on Pete
La locandina
Cast & credits
Titolo
Lean on Pete |
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Origine
Gran Bretagna |
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Durata
121 min. |
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Data rappresentazione
1 settembre 2017 |
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Città rappresentazione
Venezia |
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Luogo rappresentazione
Sala Grande, Palabiennale |
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Prima rappresentazione
1 settembre 2017 |
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Evento
74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2017 |
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Colore | |
Titolo testo d'origine
La ballata di Charley Thompson |
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Autori
Willy Vlautin |
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Soggetto
Andrew Haigh |
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Regia
Andrew Haigh |
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Interpreti
Travis Fimmel (Ray) Chloe Sevigny (Bonnie) Steve Buscemi (Del) Thomas Mann (Lonnie) Charlie Plummer (Charley Thompson) Rachael Perrel (Martha) Dna Millican (Autista) Justin Rain (Mike) Lewis Pullman (Dallas) Frank Gallegos (Santiago) Bob Olin (Mr. Kendall) |
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Produttori
Aimee Lynn Barneburg, Darren M. Demetre, Tristan Goligher |
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Distribuzione
Teodora Film |
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Scenografia
Janelle Giordano, Ryan Smith |
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Costumi
Julie Carnahan |
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Sceneggiatura
Andrew Haigh |
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Montaggio
Jonathan Alberts |
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Fotografia
Magnus Nordenhof Jonk |
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Suono
Per Bostrom, Christian Dolan |
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Musiche
James Edward Barker |