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I musicanti di Brema

di Michele Manzotti
  jazzahead!
Data di pubblicazione su web 01/06/2017  

Obiettivo centrato: è stato raggiunto infatti il traguardo dei sessanta paesi rappresentati. I professionisti partecipanti hanno superato quota tremila (tremilacentosessantanove, per l’esattezza), mentre rispetto al 2016 sono stati mille i visitatori in più, attratti dai concerti all’interno della fiera di Brema. Ecco i numeri principali di jazzahead!, la manifestazione giunta alla sua dodicesima edizione nella città tedesca.

Quest’anno la rassegna ha avuto come paese partner la Finlandia, protagonista del concerto di gala (con il pianista Iiro Rantala) e della Finnish Night cui hanno preso parte varie formazioni musicali. A fine manifestazione è stato quindi annunciato il prossimo partner, nell’edizione che si terrà dal 19 al 22 aprile 2018, sarà la Polonia.

Davil Helbock Trio © Astrid Dill
Davil Helbock Trio
© Astrid Dill

«Tutto cominciò nel 2006 – spiega Peter Schulze, uno dei due direttori artistici – quando arrivò alla direzione della Fiera di Brema Hans Peter Schneider, un grande appassionato che in pratica è stato il fondatore di jazzahead!. La formula ha subito unito l’aspetto fieristico a quello dell’esibizione musicale. Io ho fatto parte del consiglio d’indirizzo dal primo momento mentre Ulrich Beckerhoff era il direttore artistico, incarico che attualmente condividiamo. Ci siamo accorti che non volevamo una scena unicamente tedesca, ma europea. Così nel 2007 si è aggiunta una programmazione con formazioni da vari paesi. Poi dal 2011 è nato il partenariato con la scena jazz di una nazione specifica. La prima scelta fu quella, tutt’altro che ovvia, della Turchia. Poi sono state scelte nazioni come Spagna, Francia e Danimarca fino alla Finlandia in questo 2017».

«Posso affermare che jazzahead! – sottolinea la project manager, ovvero la direttrice operativa Sybille Kornitschky – è la più importante occasione di incontri jazz a livello mondiale. Sin dalla sua prima edizione del 2006, l’appuntamento è cresciuto in dimensioni tali da diventare indispensabile per tutti gli addetti ai lavori. Con la sua concezione unica che combina showcase, conferenze, mostra e festival, la fiera è diventata un momento immancabile per tutta la scena jazz globale che trova l’occasione di partecipare a un network. Tutti i principali protagonisti del business musicale legato al jazz sono presenti. Per quanto riguarda la lista dei settori rappresentati ricordo gli artisti, le agenzie, i club e i festival, le etichette discografiche con la distribuzione. A questi aggiungo i media, gli editori, gli studi di registrazione, ma anche archivi e studi legali specializzati».

Davil Helbock Trio © Astrid Dill
Fiera di Brema
© Jan Rathke

La fiera ha avuto una durata di quattro giorni, da giovedì 27 a domenica 30 aprile. C’è stata ovviamente tanta musica. Oltre al concerto di gala e a Finnish Night, si sono avvicendati: un panorama sulla scena tedesca (German Jazz Expo), un altro su quella europea (European Jazz Meeting) e la Club Night del sabato quando i musicisti si esibiscono in vari luoghi della città.

Per quanto riguarda il primo appuntamento, sono state aperte le porte di Die Glocke, la più importante sala di Brema. Qui il già ricordato pianista finlandese Iiro Rantala ha dato vita a un concerto in parte solista, in parte accompagnato dalla Deutsche Kammerphilharmonie, complesso classico che si è ben adattato (con momenti di improvvisazione come nel brano Freedom) al suo stile. Rantala a sua volta si è adattato al contesto eseguendo nella seconda parte l’intero Concerto K 467 di Mozart per pianoforte e orchestra. Al di là di questa ulteriore prova di bravura (concerto suonato a memoria e cadenze dal sapore contemporaneo), il pianista ha passato in rassegna alcuni dei suoi idoli: dai compositori finlandesi (Sibelius su tutti) a John Lennon (Imagine declinata in un’atmosfera malinconica grazie al modo minore) all’omaggio al collega e amico scomparso Esbjorn Svensson con il suo Tears for Esbjorn. Tecnica e tocco invidiabili hanno accompagnato uno stile dove la cantabilità prevale, pur presentando dei momenti percussivi che fanno parte di una personalità esuberante.

La scena finlandese è stata completata dall’esibizione di otto gruppi (giovedì 27): tra questi segnaliamo il trio Virta con tre musicisti giovanissimi (tromba, chitarra e batteria) in bilico tra jazz rock e un elettronica affidata a tutti i componenti del gruppo.

jazzahead! 2017 © Jan Rathke
Julian Siegel Quartet
© Steven Cropper

Sedici formazioni hanno invece dato vita all’European Jazz Meeting. Abbiamo ascoltato il trio del pianista austriaco David Helbock, abile a pizzicare e battere le corde dello strumento in alternanza con il tocco sui tasti. Un linguaggio fatto di potenza, accompagnato da alcuni momenti di elettronica, costruito senza ignorare lo sviluppo della melodia, tanto da arrivare a essere protagonista di un disco inciso per la Act, etichetta prestigiosa di Monaco di Baviera. Il quartetto dell’inglese Julian Siegel ha invece fatto felici coloro che amano l’atmosfera tipica di Oltremanica. Ovvero quella di un jazz che è passato attraverso l’esperienza della scena di Canterbury e il matrimonio con il rock facendo poi nascere una scena nazionale molto amata in tutta Europa. Il sassofonista si è circondato di musicisti di grande talento, fra cui spicca il batterista Gene Calderazzo, autore di figurazioni ritmiche complesse e affascinanti.

Anche l’Italia è stata presente, ma con due soli concerti nell’ambito della Club Night (sabato 29): quello del pianista Federico Albanese, milanese con base artistica a Berlino, e quello della cantante lucchese Michela Lombardi che con il suo quartetto ha presentato il progetto dedicato alle canzoni di Madonna trasformate in jazz. «L’Italia – spiega Sybille Kornitschky – è presente sin dalla prima edizione del 2006. Ma attualmente i contatti con il vostro paese non sono così forti come potrebbero o dovrebbero essere. Ci sono buone iniziative o organizzazioni come Puglia Sounds, ma in confronto ad altre nazioni europee manca ancora una vera e propria presenza nazionale. Con I-Jazz (l’associazione dei festival italiani) sembra che ci sia un tentativo di una visibilità più ampia, un fatto che sarebbe desiderabile e appropriato per la vostra scena nazionale, molto interessante e dinamica».


Lettera da Brema
jazzahead!


cast cast & credits
 
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Il pianista finlandese liro Rantala 
© Gregor Hohenberg
 
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