I Meistersinger!
![Die Meistersinger von Nürnberg](../recensioni/img/cat7/0317_Meistersinger_big.jpg)
Negli ultimi tempi era ormai diventata una liturgia: si annuncia la stagione della Scala, e sui siti dei melomani parte la geremiade dell'«anche quest'anno i Meistersinger ci saranno l'anno prossimo!». La stagione milanese corrente non è stata in generale salutata con troppo entusiasmo dalla rete, che ha rimproverato all'attuale direzione una programmazione poco coraggiosa, non solo per i titoli, ma anche per gli artisti coinvolti (si pensi per esempio alla recente ripresa di Traviata nell'allestimento “storico” di Liliana Cavani con la direzione affidata all'ancor più “storico” Nello Santi). Il ritorno dell'opera di Wagner è stato però l'eccezione che ha visto un desiderio finalmente esaudito e messo così tutti d'accordo. Del resto, che l'opera mancasse da ventisette anni sembrava strano per un teatro come La Scala, teatro che si confronta a livello internazionale con quelli di Parigi, Londra, Vienna, Monaco, dove i Maestri cantori tornano con maggiore regolarità (l'ultima volta a Milano è stato nel febbraio-marzo del 1990, con la regia di Nikolaus Lehnhoff e la direzione di Wolfgang Sawallisch).
Per avere i Meistersinger in stagione bisogna innanzitutto fare bene i conti col portafogli, visti i costi di produzione (occorrono diciassette voci soliste, più cori, banda sul palco e via dicendo), e si capisce bene perché i tempi per il ritorno di quest'opera non venivano mai. Non a caso, infatti, gli allestimenti dei Meistersinger in Italia si sono diradati sensibilmente un po' ovunque nel secondo dopoguerra, da quando cioè l'opera si è cominciato a farla in lingua originale (quindi con necessità di cast internazionali, giacché Wagner e il tedesco pare che non li studi nessuno nelle nostre scuole di canto), e, soprattutto, senza i tagli della versione approntata da Giacomo Puccini per Ricordi nel 1889, che accorciavano l'opera di circa un terzo, declassando molti dei personaggi al rango di comprimari, e, cosa più importante, sacrificando la sua componente estetico-filosofico-politica a vantaggio della sola vicenda sentimentale di Eva, Walther e Sachs.
![Un momento dello spettacolo ©](img/cat7/0317_Meistersinger_int1.jpg)
Un momento dello spettacolo
Per i Meistersinger la Scala ha importato un fortunato spettacolo di Harry Kupfer (regia) realizzato nel 2012 per l'Opernhaus di Zurigo. Siamo sempre a Norimberga, ma non nel Cinquecento come da libretto, bensì alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, gli anni della ricostruzione postbellica. La scena si serve di un palco girevole su cui campeggiano le rovine di una chiesa gotica in parte circondata da impalcature praticabili (scene di Hans Schavernoch; costumi di Yan Tax); il fondale è una fotografia in bianco e nero con una città tedesca distrutta dai bombardamenti alleati (videoproiezioni di Thomas Reimer). Questo impianto resta fisso per l'intera opera e nel corso dei tre atti, oltre alla rotazione delle rovine gotiche, cambia solo qualcosa nel fondale: nel secondo atto sulle rovine spuntano delle gru e qualche accenno di nuovi edifici; nel terzo, tra le rovine, insieme alle gru svettano moderni grattacieli. L'ambientazione permette a Kupfer di dare all'opera di Wagner una nuova pregnanza per il pubblico di oggi. Non siamo nel presepe protestante degli allestimenti oleografici di una volta, ma in una città tedesca all'indomani di una tragedia recente, in una comunità che deve confrontarsi con la pesante eredità di un passato difficile, che ha lasciato solo rovine, maestose, ma pur sempre rovine. L'arte dei maestri-cantori costituisce allora l'unica speranza nella desolazione generale per provare a risollevarsi, e l'ortodossia verso la tradizione, quella dei cantori più retrivi, non è forse il modo migliore per costruire il futuro.
La situazione ricorda Germania anno zero. Manca il tono freddo e disperato del film di Rossellini – al suo posto c'è qui l'opulenta musica di Wagner, che pone le basi di un avvenire luminoso nel segno della vera arte tedesca (cioè wagneriana). Non manca però il pessimismo di fondo. È vero, tutto finisce in trionfo, eppure la lettura di Kupfer proietta un'ombra inquietante sulle magnifiche sorti e progressive di questa ricostruzione insieme artistica, ideologica e identitaria. La conclusiva tirata anti-latina di Sachs non lascia presagire nulla di buono: i nuovi grattacieli sovrastano ormai le rovine, ma il domani nasce ancora all'insegna del più convinto nazionalismo e il cielo alla fine non si tinge di rosa, diventa chiaro, sì, ma resta grigio, come all'inizio. La storia, forse, potrebbe ripetersi, ahinoi.
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Un momento dello spettacolo
È un Konzept profondo e allo stesso tempo chiaro – cosa non scontata nelle regie “moderne” –, realizzato già solo con l'uso di un (pressoché) unico impianto scenico. E con una Personenregie impressionante. Nessuno, e sottolineo nessuno, sulla scena cessa per un attimo di recitare. Dai ruoli principali a quelli secondari al coro, tutti sono impegnati a rendere il proprio personaggio in ogni minimo dettaglio anche durante le numerose controscene, tanto che sembrava di essere al cinema. Va dato atto a Kupfer, ovviamente, di questo lavoro straordinario sugli attori/cantanti, e va dato atto anche a Derek Gimpel che ne ha ripreso in questa occasione la regia e che ha ottenuto dai solisti e dalle masse artistiche della Scala una resa che non esito a definire perfetta.
La direzione di Daniele Gatti si è sposata a meraviglia con lo spettacolo di Kupfer, anzi, è risultata il suo corrispettivo sul piano musicale. Anche qui, come sulla scena, la cura del dettaglio è al servizio di un fraseggio espressivo di grande respiro. Gatti ha impostato la sua concertazione facendo sì che anche il suono dell'orchestra diventasse un importante strumento narrativo: vigoroso, energico all'inizio e nei momenti “pubblici” della vicenda, muta di colore e di peso in quelli intimi e raggiunge una leggerezza aerea nel Quintetto dell'ultimo atto – ottimamente seguito da un'orchestra della Scala in una delle sue prove migliori. Gatti è uno dei direttori wagneriani del momento, lo si capisce dal suo lavoro con gli orchestrali e anche, ovviamente, da quello con gli interpreti in scena. Il dialogo declamato, il canto spiegato sono guidati e sostenuti con una cura tale che l'orchestra diviene una parte integrante dell'azione, e sembra che il suo suono scaturisca dalla scena, non dalla buca.
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Un momento dello spettacolo
Grande successo, con applausi soprattutto per Volle e Werba; autentica ovazione per Gatti.
Die Meistersinger von Nürnberg
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Cast & credits
Titolo
Die Meistersinger von Nürnberg |
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Sotto titolo
Opera in tre atti |
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Origine
Italia |
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Anno
2017 |
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Data rappresentazione
26 marzo 2017 |
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Città rappresentazione
Milano |
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Luogo rappresentazione
Teatro alla Scala |
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Prima rappresentazione
16 marzo 2017 |
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Libretto
Richard Wagner |
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Regia
Harry Kupfer (ripresa da Derek Gimpel) |
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Interpreti
Michael Volle (Hans Sachs) Albert Dohmen (Veit Pogner) Iurie Ciobanu (Kunz Vogelgesang) Davide Fersini (Konrad Nachtigall) Markus Werba (Sixtus Beckmesser) Detlef Roth (Fritz Kothner) Markus Petsch (Balthasar Zorn) Neal Cooper (Ulrich Eisslinger) Stefan Heibach (Augustin Moser) James Platt (Hermann Ortel) Dennis Wilgenhof (Hans Schwarz) Miklós Sebestyén (Hans Foltz) Erin Caves (Walther von Stolzing) Peter Sonn (David) Jacquelyn Wagner (Eva) Anna Lapkovskaja (Magdalene) Wilhelm Schwinghammer (ein Nachwächter) Oreste Cosimo (die Lehrbuben) Aleksander Rewiński (die Lehrbuben) Jungyum Kim (die Lehrbuben) Jérémie Schütz (die Lehrbuben) Francesco Castoro (die Lehrbuben) Santiago Sánchez (die Lehrbuben) Omer Kobiljak (die Lehrbuben) Katrin Heles (die Lehrbuben) Alice Hoffmann (die Lehrbuben) Dorothea Spilger (die Lehrbuben) Franziska Weber (die Lehrbuben) Sofiya Almazova (die Lehrbuben) Mareike Jankowski (die Lehrbuben) |
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Produzione
Opernhaus di Zurigo |
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Scenografia
Hans Schavernoch |
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Costumi
Yan Tax |
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Coreografia
Derek Gimpel |
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Luci
Jürgen Hoffmann |
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Musiche
Richard Wagner |
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Orchestra
Orchestra del Teatro alla Scala |
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Direzione d'orchestra
Daniele Gatti |
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Coro
Coro del Teatro alla Scala |
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Maestro del coro
Bruno Casoni |
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Note
Drammaturgia: Ronny Dietrich; Video designer: Thomas Reimer |
Trama
Atto I
Norimberga, interno della chiesa di Santa Caterina.
Mentre
termina la messa e i fedeli intonano un corale, il giovane cavaliere
Walther von Stolzing e la bella Eva si scambiano occhiate amorose.
Questultima, con uno stratagemma, riesce a rimanere sola con
Walther e gli comunica che suo padre, Veit Pogner, ha stabilito di
darla in moglie al vincitore della gara di canto organizzata per
lindomani, giorno della festa di San Giovanni. Alla gara potranno
partecipare solo coloro che vantano il titolo di “maestro cantore”.
La nutrice di Eva, Magdalene, convince il suo corteggiatore David,
apprendista di Hans Sachs, a istruire Walther nellarte dei maestri
cantori, in modo che possa essere accolto nella corporazione e
partecipare alla gara del giorno dopo. La chiesa viene dunque
preparata per lassemblea dei maestri cantori, che iniziano ad
arrivare. Tra essi vi sono il calzolaio Sachs, lo scrivano comunale
Beckmesser e il ricco Pogner, padre di Eva. Dopo lappello dei
presenti, Pogner prende la parola per ribadire che giudicherà degno
di aspirare alla mano di Eva solo il vincitore della gara
dellindomani, ma che questultimo dovrà comunque essere gradito
alla sua amata figlia. Beckmesser, ambisce alla mano della giovane,
cerca invano di opporsi a tale diritto di veto da parte di Eva.
Quindi Pogner presenta il nobile Walther, che chiede di entrare a far
parte della corporazione: deve quindi sottoporsi alla prova di canto.
Il suo inno alla primavera e allamore è però condotto con uno
spirito del tutto estraneo alle rigide regole dei maestri cantori e
fa inorridire tutti gli astanti, con leccezione di Sachs, che
rimane turbato dalla forza innovativa di quel canto. Alla fine, i
venerabili maestri avallano la bocciatura senza appello decretata dal
censore Beckmesser.
Atto II
A
sera, in una strada di Norimberga, allangolo fra la casa di Pogner
e la bottega di Hans Sachs.
David
informa Magdalene della bocciatura di Walther. Delusa dalla notizia,
Magdalene si allontana, dimenticandosi di dare a David il cibo che
aveva portato per lui. Ciò suscita i lazzi degli altri apprendisti:
David sta per reagire quando Sachs arriva e lo chiama nella bottega.
Sopraggiunge Eva, che, assai turbata, non nasconde al saggio Sachs il
suo scarso trasporto per Beckmesser: anche se questultimo sembra
essere dato per vincitore, ella preferirebbe che fosse il vedovo
Sachs a vincere. Pur colpito da quelle parole, Sachs dice di essere
troppo vecchio per lei. Egli, che ha capito per chi davvero palpita
il cuore di Eva, riferisce dellesito deludente della prova di
Walther, suscitando la stizza della giovane, che se ne va tutta
arrabbiata. Per strada Eva si imbatte in Magdalene, la quale la
informa che Beckmesser sta arrivando per farle una serenata: decisa
ad andare in cerca di Walther, ordina a Magdalene di mettersi alla
finestra della sua stanza da letto fingendo di essere lei. Entra
Walther che, frustrato e disperato, convince Eva a fuggire con lui.
Sachs però ha sentito tutto e quando i due giovani passano davanti
alla sua bottega illumina la strada con la sua lanterna,
costringendoli a nascondersi in un angolo buio di fianco alla casa di
Pogner. Walther vorrebbe affrontare Sachs, ma deve rinunciare per
larrivo di Beckmesser. Quando questultimo accenna la sua
serenata, Sachs lo copre iniziando a cantare una chiassosa canzone,
mentre martella un nuovo paio di scarpe. Beckmesser monta su tutte le
furie, ma il calzolaio sta lavorando proprio alle scarpe del censore
che si era lamentato del ritardo nella consegna e non intende
interrompere il lavoro. I due arrivano a un compromesso: Beckmesser
canterà la sua serenata e Sachs continuerà a lavorare, marcando col
martello solo gli eventuali errori del cantore. Ma questi ultimi sono
così numerosi che, colpo su colpo, Sachs riesce a finire le scarpe.
Beckmesser si infuria e il rumore comincia ad attirare i curiosi, tra
cui David, il quale, credendo che la serenata di Beckmesser sia
dedicata a Magdalene, aggredisce il censore innescando una rissa
gigantesca, che coinvolge tutto il quartiere e si placa solo con
larrivo del guardiano notturno.
Atto III
Il
giorno dopo, nella bottega di Sachs.
Sachs
è nella sua bottega con un libro fra le mani e perso nei suoi
pensieri. Dapprima non risponde a David, di ritorno dallaver
consegnato a Beckmesser le sue scarpe. Poi lapprendista riesce ad
attirare lattenzione del suo maestro e i due discutono sui
festeggiamenti di quel giorno: è la festa di San Giovanni,
lonomastico di Hans (diminutivo di Johannes) Sachs. David recita i
suoi versi di auguri per Sachs ed esce. Rimasto solo, Sachs riflette
sulla rissa della scorsa notte e, più in generale, sulla follia che
governa il mondo. Entra Walther, la cui fuga con Eva è stata
sventata da Sachs, e racconta al calzolaio-maestro cantore di aver
fatto un bellissimo sogno. Sachs lo convince a trasformare
questultimo in un componimento poetico-musicale: egli spiega al
cavaliere il valore delle regole poetiche e lo esorta a dare forma e
schema opportuni al contenuto del sogno. Sachs scrive il testo mentre
Walther lo canta. Poi i due si allontanano per prepararsi per la
festa. Entra Beckmesser, vede il foglio con i versi della canzone e
crede che siano stati scritti da Sachs per partecipare alla gara.
Sachs rientra nella stanza e Beckmesser, in preda alla gelosia, gli
chiede ragione di quei versi. Ma Sachs dichiara di non essere
interessato a gareggiare per Eva, concedendo anzi allo stupito
Beckmesser di prendere il foglio. Il censore si allontana gongolante
allidea di poter usare versi scritti dal famoso Hans Sachs per la
sua canzone. Entra Eva e alludire il canto di Walther scoppia in
lacrime: ha capito la nobiltà danimo di Sachs, che, per amor suo,
ha aiutato il giovane a diventare un vero maestro cantore.
Sopraggiungono anche David e Magdalene: la scena si conclude con un
quintetto, una sorta di inno alla felicità che prelude al lieto
scioglimento.
Una
prateria aperta, sullo sfondo la città di Norimberga.
Sfilano
tutte le corporazioni cittadine, ciascuna con il proprio inno, e per
ultima quella dei maestri cantori. Allarrivo di Hans Sachs, il più
amato fra questi, la folla lo acclama. La gara ha inizio. Il primo
concorrente è Beckmesser, che tenta di usare i versi cedutigli da
Sachs; ma non riesce a intonare una canzone non sua e finisce per
cantare in modo così impacciato da suscitare lilarità del
pubblico. Prima di andarsene, pieno di rancore, Beckmesser afferma
che lautore del testo è Sachs, ma questi nega: per dimostrarlo,
chiama Walther a esibirsi. Questultimo canta la sua composizione,
conquistando il favore dei maestri e del popolo. Dopo un orgoglioso
tentativo di resistenza, egli viene convinto da Sachs ad accettare la
corona di maestro cantore, ottenendo con essa, tra i festeggiamenti
generali, la mano di Eva.