drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Il corpo e lo spazio

di Gabriella Gori
  Duo d'Eden
Data di pubblicazione su web 06/07/2016  

Serata speciale quella del 18 giugno al Teatro Piccolo Arsenale di Venezia per la decima edizione della Biennale Danza 2016 diretta ancora da Virgilio Sieni dopo il fecondo triennio 2013-2015 e intitolata Senza il mio corpo lo spazio nemmeno esisterebbe (17-26 giugno).

Speciale perché in un’atmosfera semplice eppure di grande impatto è stato consegnato il Leone d’Oro alla carriera per la danza a Maguy Marin, coreografa francese simbolo della cosiddetta nouvelle danse degli anni Ottanta, allieva di Maurice Béjart e poi incline al creativismo coreografico postmoderno e minimalista.

Una scelta fatta dallo stesso Sieni, in qualità di direttore artistico, e approvata da Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, che al momento della consegna dell’ambito trofeo ha sottolineato le ragioni che hanno portato all’assegnazione di questo Leone d’Oro. Ragioni che per Sieni poggiano sul «lavoro di ricerca attraverso il corpo e lo spazio» impostato dall’artista di Tolosa in tutto il suo percorso a cominciare dal famoso May B del 1981 che le fruttò l’appellativo di “Pina Bausch francese”, per proseguire con altri lavori significativi e controcorrente come Waterzooi, Hymen, Calambre, Duo d’Eden; fino alla fintamente pargoleggiante Cenerentola/Cendrillon per il Lyon Opéra Ballet, a Turba ispirato al De Rerum natura di Lucrezio e al contestato Description d’un combat; senza dimenticare i pregevoli Salves, Nocturnes e BiT.

Un momento dello spettacolo  © David Herrero
Un momento dello spettacolo
© David Herrero

Ma al di là di questo sintetico profilo autoriale, quello che resta di questa prestigiosa consegna è “l’impatto-contatto” con una donna e una coreografa che ha saputo lasciare un segno tuttora tangibile nella letteratura coreutica del secondo Novecento e dimostrare quanto «il corpo attraverso la danza» – come dice Sieni – «possa farsi “politico”». Ovvero aprirsi al mondo «nel senso di una continua e rinnovata presenza» nel tempo storico in generale e nella nostra contemporaneità in particolare.

E questa “politicità” trova riscontro nell’applaudito Duo d’Eden, un estratto di quindici minuti di un pezzo realizzato dalla Marin nel 1986 ripreso per questa Biennale e presentato in occasione della suddetta premiazione come “intermezzo” tra la consegna del Leone d’Oro e l’incontro con il pubblico tenutosi subito dopo.

Un incontro guidato da Stefano Tomassini, studioso ed esperto del settore, che ha coinvolto la Marin in una serie di domande sui principi della sua poetica, sui suoi maestri dopo Béjart, che lei ha individuato in Cunnigham, Bausch, Pasolini, Kantor, sulle tappe significative della sua carriera e sul significato che ha la creazione coreografica e da dove origini.

Un momento dello spettacolo © David Herrero
Un momento dello spettacolo
© David Herrero

Una chiacchierata che ha messo in luce l’intelligenza e l’ironia della premiata anche di fronte ad improvvisi inconvenienti tecnici. L’audio non funzionava bene e lei non riusciva a seguire nella traduzione simultanea le complesse domande dell’intervistatore. Senza scomporsi più di tanto Maguy ha preferito arrangiarsi cercando di rispondere in italiano per farsi capire dal pubblico e togliere elegantemente tutti dall’imbarazzo. Una nota per così dire poco intonata che non ha leso il piacere e l’onore di assistere alla premiazione e di vedere l’emozionante Duo d’Eden con Françoise Leick e Marcelo Sepulveda. Su musica della stessa Marin, di Yves Bouche e Pierre Colomber, i bravi protagonisti in tute color carne e con aderenti maschere di lattice, ideati da Monserrat Casanova, si muovono nello spazio animato dalla loro presenza, riempito dai rumori di cascate, di temporali e avvolto dalle luci soffuse di Alexandre Béneteaud.

Un Eden appunto in cui due corpi, come fossero nudi, si aggrovigliano, si stringono, si muovono plasticamente senza quasi mai lasciarsi, anzi arrivando a fondersi in nome di quell’innocenza ancestrale e umanamente solidale. Un uomo e una donna fatti l’uno per l’altra con sembianze e gesti ancora primordiali nel modo di atteggiare la testa, le braccia, il corpo, e colti agli inizi della loro esistenza consapevole e del loro reciproco amore.

La danza di Maguy in questo Duo è corposa, viscerale, capace di esprimere l’essenza primaria di un movimento che scaturisce dal contatto reciproco e dà significato al profondo legame tra un lui e una lei indissolubilmente legati e partecipi l’uno del destino dell’altra.    




Duo d'Eden
cast cast & credits
 


La coreografa francese
Maguy Marin






 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013