Un momento dello spettacolo
Lego
© Alfredo Anceschi
Quando Aterballetto va in scena stimola sempre la curiosità di vederlo
allopera e di seguire la progettualità coreutica di Cristina. Così è stato
anche al Regio di Parma dove, accanto a due riprese,
Lego di Giuseppe Spota e
1420
di Jiří Kylián, proposte a marzo e a novembre 2015, la novità è rappresentata
da
Bliss di Johan Inger. Una
creazione che ha debuttato al Teatro Comunale di Modena lo scorso marzo e ora
rinnova il successo nella città parmense.
Al piacere di rivedere
Lego e
di apprezzarne ancora di più il carattere lirico e dinamico, si somma la
riscoperta di
1420 Estratto/Duo dallopera 2752 creato
da
Kylián per il Nederlands Dans
Theater nel 2002 e riallestito per Aterballetto. Il singolare titolo deriva dalla
durata stessa del pezzo, un passo a due di quattordici minuti e venti secondi
su musica di
Dirk Haubrich, ispirato
a due temi di
Mahler, con essenziali
scene di Jiří Kylián, luci basse di
Kees
Tjebbes e setosi costumi di
Joke
Visser.
Un momento dello spettacolo
14'20"
© Alfredo Anceschi
Kylián, maestro della danza contemporanea, affronta il tema universale
della fugacità del tempo e dei limiti imposti dalla nascita e dalla morte. Un
lasso di tempo in cui luomo si dibatte tra amore e dolore, giovinezza e
vecchiaia, speranze e illusioni, senza comprenderne il senso. E mentre i
filosofi – precisa Kylián – lo considerano una necessaria invenzione umana, i
poeti – aggiungiamo noi – lo vivono allinsegna del
carpe diem oraziano.
In questo duetto linspiegabilità e linesorabilità del tempo
paradossalmente si colgono e si arrestano grazie alla danza e ai due interpreti:
Damiano Artale e
Serena Vinzio. Morbidi legati e
plastiche figure aggrovigliano i corpi che sprigionano forza e delicatezza e
Serena, sorretta da un partecipe Damiano, sostiene tanto il movimento da
riuscire a fissarlo nella precaria fisicità della nostra condizione di essere
viventi. Un passo a due di grande impatto in cui la danza, filosoficamente poetica,
lascia il segno.
Un momento dello spettacolo
Bliss
© Nadir Bonazzi
Di tuttaltra atmosfera è
Bliss di
Johan Inger, che torna a lavorare con Aterballetto dopo
Rain Dogs del 2013
. Questa
volta il coreografo svedese sceglie il
Concerto
di Colonia di
Keith Jarrett e
precisa che il suo compito e quello dei danzatori è «raccontare come ci relazioniamo
con questa musica iconica».
Nello spazio del palcoscenico voluto da Inger privo di arredi ma visibile
nei meccanismi della macchina teatrale (corde, pilastri, bauli), un giovane
inizia a muoversi sulle note del pianoforte di Jarrett. Piano piano la sua
danza richiama altri ballerini che, presi dal contagio di questa gioia –
bliss appunto – inanellano duetti,
terzetti, assoli, formando un ottetto. Lottetto poi si scioglie e si riforma,
fino a coinvolgere alla fine lintera compagnia di diciassette elementi.
Con indosso i colorati costumi disegnati da Inger e da
Francesca Messori e sotto le calde luci
di
Peter Lundin, i ballerini di
Aterballetto esprimono la felicità di lasciarsi andare al ballo guidati dal
piano di Jarrett e dal disegno coreografico di Inger. Un disegno solo
apparentemente improvvisato, in realtà studiato nei minimi dettagli per dare limpressione
di casuale
nonchalance. Unartificiosa
disinvoltura che trasforma la danza contemporanea in danza comportamentale e fa
sì che – come si legge nelle
Affinità
elettive di
Goethe – «le persone
che tengono lo stesso passo diventano necessariamente indispensabili luna allaltra»
e nellaccordarsi esprimono «una benevolenza reciproca». Una benevolenza che in
Bliss si trasmette agli spettatori e
sorride al motto
dancing is the bliss of
life.